Fernando Capone: un’istituzione si racconta

Un volto storico della comunità italiana del Western Australia, Fernando Capone dirige il Patronato SIAS-MCL di Perth, nel sobborgo di Highgate, a nord della città. Fernando racconta la sua storia di arrivo in Australia e del sentimento verso la sua missione a servizio dei lavoratori italiani emigrati. 

Giunto in Australia nel 1976, Fernando era un dirigente dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) a Napoli. 

“Un giorno mi venne a trovare in ufficio un amico e mi disse di avere trovato due australiane e non sapeva come agganciarle. 

Gli dissi di avere un amico pilota e che li avremmo portati a Capri e a fare un giro sulla città di Napoli. Accettarono e due settimane dopo conobbi colei che sarebbe divenuta mia moglie.”

L’arrivo in Australia all’inizio non era nei piani di Fernando. “Avevo un lavoro, una posizione fatta, una casa. Ci siamo sposati, abbiamo avuto un figlio e siamo rimasti in Italia dove mia moglie imparò l’italiano in poco tempo e si trovava bene. 

Ad un certo punto i miei suoceri pagarono il biglietto per conoscere il nipotino e a gennaio mia moglie partì con l’idea che io l’avrei andata a raggiungere in aprile, ma arrivato qui mia moglie mi fece conoscere il console il quale mi convinse a rimanere.”

“Mi disse: ‘con il suo mestiere di saper fare le pensioni internazionali non viene qui che è pieno di emigrati che hanno contributi sparsi per il mondo?’” 

Fernando rispose che ci avrebbe pensato e tornato in Italia conobbe il direttore generale di un Patronato del Vaticano l’IPAS il quale gli propose di approfondire la questione. 

“Mi dissero di andare a fare una vacanza in Australia e preparare una relazione sui patronati. Per quindici giorni ebbi tutto pagato dal Vaticano e mi accorsi che patronati non ce ne stavano.”

Nel 1977, a Fernando fu offerto un contratto da 900 mila lire (contro le 250 mila da funzionario di settore dell’INPS in Italia) e inizio la missione di creare uffici in tutta Australia. “Il mio compito era di preparare e formare il personale.” 

Per ragioni politiche, l’IPAS venne messo in liquidazione e gli uffici vennero assorbiti dalla Confcommercio, con la denominazione Enasco. 

“Tra uffici centrali e punti periferici nella massima estensione siamo riusciti ad avere 300 uffici in tutta Australia con personale che ha imparato. Poi qualcuno ha deciso di mettersi per conto proprio pensando di fare fortuna ma non so se ci siano riusciti. Questo è un lavoro che si fa con il cuore e non con la tasca”.

All’età di 82 anni, Fernando continua a lavorare e assistere gli italiani di Perth. “Ho scelto di rimanere, rinunciando a qualsiasi retribuzione anche per insistenza dei direttori generali. 

Avevo proposto un dirigente più giovane, ma dai vertici hanno chiesto che rimanga, penso anche per motivi economici visto che sono a costo zero.”

Uomo di grande personalità e profondo pensiero, Fernando non esita a pensare alla propria condizione umana. “Personalmente, come tutti, aspetto di andarmene. 

Rimango convinto di aver fatto quello che sentivo essere giusto e sono stato guidato da questa stella, accettando sia i benefici che i problemi della vita.”

L’ultimo pensiero Fernando lo spende sul futuro dei patronati, considerati i significativi cambiamenti demografici della comunità italiana in Australia. “Finché c’è un lavoratore, ci sarà bisogno di qualcuno che lo aiuti a comprendere i propri diritti. 

Se tu fai un mestiere non ne puoi fare un altro e avere conoscenza delle regole del welfare è il compito del patronato e c’è da dire che oggi i patronati si espandono, i servizi non sono più solo quelli di una pensione, ma le organizzazioni offrono tutta una serie di servizi informativi, consigli e aggiornamenti continui e questo è un bene.” 

Conclude Fernando, affermando come “alla fine della mia carriera e forse anche della mia esistenza posso dire che quando avevo bisogno di qualcosa ho pensato a coloro che mi hanno voluto bene, cercando di trovare soluzioni ai problemi della gente con animo sincero.” 

Ad maiora semper, Fernando!

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