Zzzzzzzzzzz Ciao a tutti! Ieri era domenica, (27 ottobre) e mi trovavo in un ristorante del Club Marconi, e precisamente nei locali della “Cucina Galileo”, in cui si stava festeggiando una Regione d’Italia che è quasi sempre dimenticata: Il Piemonte. Zzzzzzzzzzzzzzzz Non vi dico cosa mi è costato entrare in questo club.
Prima di tutto ho dovuto procurarmi una maschera antigas per non dover respirare i moschicidi che vengono sistematicamente spruzzati un po’ dappertutto ed, anche se io sono immortale, non è che mi faccia proprio piacere respirare quella roba, ma parliamo della festa.
Si trattava dell’incontro di parte della comunità piemontese di Sydney. C’erano moltissimi anziani, ma anche persone di mezz’età. Non ho notato i giovanissimi. Peccato che i giovanissimi non siano interessati a conoscere la storia delle loro radici.
Comunque, il pranzo si è svolto in un ambiente dove la fratellanza regnava sovrana. Si sentivano storie di un passato molto remoto, che nascevano come funghi, tutt’attorno. Si è trattato di una funzione esemplare; amichevole ed affascinante perché, tra tutti quei piemontesi, c’erano anche gli amici dei piemontesi, magari calabresi, veneti, siciliani o altro, che hanno contribuito a creare un ambiente intriso di fraterna italianità. Un complimento a coloro che hanno organizzato questo impeccabile evento.
Prima di iniziare il pranzo, gli organizzatori hanno fatto una panoramica della storia della Regione e, durante il pranzo è stata letta una poesia che ha messo in risalto le montagne del Piemonte e le sue bellezze. Si è anche fatto il nome del nostro sommo poeta, scrittore, critico letterario e maestro, Giosuè Carducci, che scrisse la poesia: Piemonte, in onore appunto, di questa grande e bellissima regione.
Il ristorante ha servito, con impeccabile precisione, piatti tradizionali piemontesi, dall’antipasto al caffè: il brasato di coniglio al Barolo, il delizioso risotto con funghi, le tagliatelle con il ragù, le conosciutissime “bugie”, il “bonet”, delizioso dolce al cucchiaio con gli amaretti, ed infine il gelato alle nocciole. Non è mancata la salsa verde, preparata dalla stessa organizzatrice dell’evento. Ho sentito una persona dire che si è veramente trattato di un pranzo da re, perciò, complimenti ai cuochi ed a tutti coloro che hanno partecipato alla preparazione.
Zzzzzzzzzzzzzzzzz Ciò che mi fa rabbia è che io non potevo nemmeno pensare di avvicinarmi a tutte quelle leccornie, anzi, dovevo nascondermi, perché se mi avessero beccata, mi avrebbero di certo eliminata. Infatti ho trovato rifugio in una piega del tessuto della bandiera del Piemonte, che era appesa ad una parete della sala. Durante quel pranzo, mi sono sentita veramente dispiaciuta di essere solo una mosca… Eh, qualche volta bisogna anche saper mandar giù la saliva senza supporto. Zzzzzzzzzzzzzzzz.
Ora, desidero ritornare sul discorso del nostro grande vate Giosuè Carducci, che nacque a Valdicastello di Pietrasanta (Toscana) e si trasferì poi a Bologna (Emilia-Romagna), dove visse per il resto della sua vita. Egli è stato ufficialmente nominato: Poeta Nazionale dell’Italia Moderna.
Nel 1906 fu il primo italiano che ricevette il Premio Nobel della Letteratura e fu una delle piu’ influenti figure letterarie di quei tempi.
Nel luglio 1890, mentre soggiornava in Piemonte, al Grand Hotel di Ceresole Reale, nei pressi del Gran Paradiso, per festeggiare il suo cinquantesimo compleanno, compose una magnifica ode patriottica intitolata: “ Piemonte” e mi piacerebbe tanto che potesse venire pubblicata, perché non parla solo del Piemonte, ma anche di tutti coloro che hanno dato la vita per la loro amata Italia e rappresenta una pagina della storia italiana…
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz Se posso permettermi di esprimere un giudizio, devo dire che Giosuè Carducci si è pienamente meritato il premio Nobel per la letteratura e mi dispiace tanto che non ci sia più altrimenti avrebbe potuto scrivere un’altra ode per gli italiani che soffrono perché hanno perduto da cittadinanza della loro amata terra e potrebbe perfino terminare con la stessa, incisiva frase:
“Rendi la patria, Dio; rendi l’Italia a gl‘italiani”.
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzz Vedete, carissimi amici italiani, malgrado io sia solo una mosca, capisco molto bene come le cose dovrebbero essere fatte per ottenere un po’ di giustizia e dare soddisfazione a chi se la merita.
Basterebbe avere al comando le persone giuste, no?
Comunque, buona Fortuna! Zzzzzzzzzzzzzzz.
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Ora, però, credo che ci sia bisogno di una bella risata, non è vero? Zzzzzzzzzzzzzzzz.
Due uomini alla maternità, guardano affascinati dalla vetrata della grande camera dove i neonati sono stati messi nelle loro piccole culle. Uno dice all’altro.
“Chissa’ come fanno le infermiere a capire quali siano i maschi e quali le femmine”- L’altro risponde: – “Oh, ma è facilissimo, non ti puoi sbagliare. Guarda tutti i neonati, quelli con la bocca aperta sono femmine!”
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Zzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Ciao amici, a presto!
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