Il Console Generale di Sydney, Andrea De Felip, ha recentemente incontrato quattro giovani della GIA Network, una comunità italiana di Sydney. Tuttavia, stento a condivide l’importanza data a questo incontro che ritengo un’eccessiva ricerca di visibilità e credibilità da parte dei giovani.
La mia generazione era meno incline a farsi abbindolare, ma comprendo che i tempi cambiano. La nostra redazione non ha avuto la stessa fortuna di incontrare il Console Generale e il nostro giornale è stato respinto per quattro anni allo scopo di vederci negati i contributi all’editoria con accuse e dichiarazioni che rasentano l’incredibile.
D’altro canto, la GIA Network si è detta entusiasta di incontrare il Console Generale per discutere del ruolo e della visione della GIA nel sostenere e rafforzare la comunità italiana in Australia. Da parte mia sostengo che la comunità italiana è stata divisa da lotte politiche e personali e sarà necessario molto tempo e diplomatici di alto livello per ricreare un’atmosfera di convivenza come quella che esisteva fino al 2019 tra le diverse sfaccettature della comunità.
Dubito fortemente sui potenziali benefici dell’incontro e mi auguro che i preziosi consigli rimangano chiusi nella “scatola dell’ipocrisia” e siano aperti solo quando il Console Generale lascerà Sydney. Concludo elogiando i giovani, incoraggiandoli a continuare sulla loro “strada giusta” che, a mio parere, sembra smarrita.
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