Dopo 18 mesi dall’insediamento del nuovo Comites, il sito web di quel gruppo è ancora inesistente. Per divulgare i rari comunicati o altro usano l’acconto Facebook al quali accedi solo se sei loro “amico” nella piattaforma social. Qualcuno/a di mia conoscenza è pure stato/a cancellata dal “privilegio” perché avrebbe fatto qualche domanda di troppo. Tutto chiaro e trasparente, proprio come la democrazia comanda.
Recentemente, l’amico Emanuele ha fatto richiesta al presidente per l’accesso di alcuni verbali di sedute. La risposta è stata “non abbiamo ancora un sito web, ma ci stiamo lavorando”. Alle insistenze di Esposito e domande di chiarimenti risulterebbe che “il Comites precedente ha chiuso il sito”.
Questa è la più grande balla che qualcuno possa raccontare. Un presidente e segretario di partito che si spinge a fornire dubbie informazioni non credo sia ciò di cui la nostra comunità abbia bisogno. Il sito web non è stato chiuso, l’hanno chiuso per mancanza del rinnovo del pagamento annuale sia del nome che del demanio. Posso parlare di questo perché io ero la persona incaricata di mantenere il sito web per il Comites.
Quando il nuovo Comites ha ricevuto le consegne, giustamente hanno anche preteso il passaggio del sito web. Ho inviato tutte le file e relative password al sig. Luigi Di Martino, come richiestomi dall’ex presidente Aloisi. Verso la fine di dicembre, il gestore web ha inviato al mio indirizzo la richiesta del rinnovo. Ho risposto in giornata dicendo che non era più affar mio, ma per pura cortesia ho girato l’email sia a Di Martino che Aloisi spiegando che se il pagamento non veniva effettuato avrebbero chiuso il sito e rinnovare in seguito avrebbe incontrato delle difficoltà.
Per ben tre volte ho girato le richieste di pagamento del rinnovo e, a quanto pare, sono sempre state ignorate e il sito, giustamente, è stato chiuso. Avevo disegnato il sito web sotto la direzione dell’allora presidente Musso, per continuarlo con la gestione Calabrese e infine con quella di Aloisi. Forse non era un gran ché, ma al contrario di altri siti web governativi di nostra conoscenza, ha sempre funzionato.
Quando ha preso comando il nuovo Comites ho messo subito in chiaro che non ero disposto sia per motivi di tempo che di “incomprensioni” a gestire il sito. Ovviamente non avevano nessuna intenzione di lasciarmelo gestire, perché in una seduta Comites è pure stata messa in dubbio la mia integrità accusandomi di fare chissà quali profitti. Una signora e un signore del Comites, di cui posseggo l’email di accusa, avrebbero azzardato durante una riunione che andavo investigato. Per la creazione del sito web ho percepito $900 essendo stata l’offerta più bassa ricevuta dal Comites. Il mio compenso per gli aggiornamenti era di $50 al mese.
Dopo diversi anni, l’unica cosa da oggiornare era il verbale delle sedute. Fare l’uploading del pdf richiedeva cinque minuti. Ad un certo punto mi sono sentito in “colpa” per il pagamento e l’ho ridotto a $25. Dopo circa sei mesi, considerato che mai aggiornavano il sito con comunicati o altro, ho smesso di inviare le fatture. E ovviamente nessuno ha obbiettato. Solo quella signora e quel signore che volevano investigare i miei profitti. Ricapitolando: ho curato il sito web per anni a costo zero. Non dico un grazie, ma almeno abbiate la decenza di ammettere che il sito web è stato chiuso per la vostra trascuratezza, inesperienza, menefreghismo o non so cosa, non perché il Comites precedente l’ha chiuso.
Con la tecnologia odierna le pagine da template e altro, un sito web si istalla in pochi giorni per una cifra attorno ai $1000. Non so cosa stiate facendo da 18 mesi, ma sono sicuro che sarà qualcosa di bello, di grandioso da soddisfare la vostra megalomania. Non vedo l’ora di vederlo questo capolavoro e sono certo che Emanuele non vede l’ora di scaricare i verbali, mentre la comunità non vede l’ora di apprendere le vostre gesta.
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