La mamma è una vera forza della natura, è colei che ci partorisce, che ci allatta, che ci alleva, che ci educa; colei che comincia a sognare l’infanzia della propria creatura come questa fosse il fiore più profumato del suo giardino, parte dell’aria che respira, il movimento continuo del suo corpo come quello dell’acqua, il calore del sole che, sin dal mattino, le scalda il cuore.
La mamma sa che saranno molteplici le rinunce a cui ella andrà incontro durante la crescita del suo bimbo o della sua bimba che, per anni, impegnerà le sue giornate nell’allattamento, nella pulizia quotidiana del suo corpicino, nel controllo dei linguaggi gestuale e verbale, nell’esempio da dare di una vita familiare sempre intrisa di rispetto, concordia, gioia di vivere e amore per sé, la propria famiglia, gli amici, gli estranei.
Tutto ciò che stiamo scorrendo tra le righe è facile da capire, ci sembra quasi ovvio; ciò che non è scontato è l’essere consapevoli del modo in cui ogni bambino vede la propria mamma, ma… Un connubio felice di empatia tra madre e prole, una corrispondenza di amorosi sensi che, con il passare degli anni diventa complicità senza parole finché…
Il bimbo arriva alla Scuola dell’Infanzia, poi frequenta le classi elementari e la sua età evolutiva comincia a prendere consapevolezza dei rapporti affettivi e sociali.
A scuola, ogni bambino e ogni bambina impara che, ogni anno, alla seconda domenica del mese di maggio, si festeggia la mamma.
L’insegnante inizia con l’animazione culturale finalizzata a far emergere i sentimenti di tutti gli alunni verso la propria mamma, rivolge una serie di domande-stimolo per far emergere connessioni relazionali tra i compagni, solletica la loro creatività proponendo, per qualche settimana, attività diverse; produzioni grafiche, poesie, lavoretti manuali di gruppo, prove varie di recitazione diventano gli ingredienti del menù scolastico per ricordare quella festa civile che, dopo tante polemiche e considerazioni varie, il Senato della Repubblica Italiana ha voluto riconoscere a partire dagli anni cinquanta, perché legata sia a motivi commerciali, sia a motivi religiosi.
Per il primo aspetto, vale la pena ricordare che nel 1956 fu il senatore Raul Zaccari, anche sindaco di Bordighera, a voler celebrare la Festa della Mamma al teatro Zeni in collaborazione con l’Ente Fiera del Fiore.
Al secondo aspetto, quello religioso, pensò don Otello Migliosi della diocesi di Assisi il quale, a Tordibetto, organizzò la Festa della Mamma come momento d’incontro tra le varie confessioni e le diverse culture.
Certo che i piccoli scolari non saranno in grado di fare una bella statua in marmo di Carrara alla propria mamma, ma ci provano… portano a scuola una bella foto della propria mamma, la incollano su una tavoletta di compensato e la contornano con plastilina colorata, magari modellata a fiori o cuoricini.
Così l’opera personale è realizzata. E per chi non ha la sua mamma, che succede? Non si fa niente?
No, non può essere, l’animazione culturale di un insegnante non può eludere il problema che, per tutti, deve diventare una risorsa. Se la mamma non c’è perché sta lavorando all’estero, se la mamma non c’è perché è andata nel paese della nonna e la pandemia del Covid 19 ha fatto bloccare i trasporti, se la mamma non c’è perché è morta, ricordiamo che anche la nonna è una mamma, solo che ha i capelli bianchi, ma può ricevere lo stesso il lavoretto fatto dal bimbo orfano e potrà venire alla recita scolastica che omaggia tutte le mamme del mondo.
Tranquillizzata la scolaresca, parlando del ruolo della mamma, quella maestra non può non ricordare La Pietà, il dolore più profondo, quella scultura conservata nella Basilica di San Pietro, in Vaticano e opera del grande Michelangelo ancora ventenne. Ma gli alunni non lo sanno e…
La Festa della Mamma è alle porte, perciò possiamo cantare il ritornello che noi tutti bene conosciamo:
Son tutte belle
le mamme del mondo…
quando un bambino
si stringono al cuor…
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