Il Sydney Harbour Bridge festeggia 90 anni

Sydney celebra il 90° anniversario dell’inaugurazione dell’Harbour Bridge, che da allora ha visto scorrere milioni di auto, ricevuto innumerevoli alpinisti, fuochi d’artificio e la famosa passeggiata della riconciliazione storicamente significativa per le popolazioni indigene.

I primi progetti di realizzazione di un ponte nel Sydney Harbour risalgono addirittura al 1815, ma per una molteplicità di ragioni il progetto definitivo per la costruzione dell’opera è stato approvato solo nel Novecento.

John Bradfield, Chief Engineer of Sydney Harbor Bridge and Metropolitan Railway Construction, fin dal 1912, sostenne con forza questa idea e nel 1915 l’assemblea legislativa del New South Wales approvò il progetto, che fu poi bloccato dal Legislative Council dello stato perché, nel pieno della Prima Guerra Mondiale, il paese aveva indirizzato tutte le proprie risorse economiche per sostenere lo sforzo bellico.

Al termine della guerra, Bradfield riprese in mano il progetto e nel 1921 presentò una nuova soluzione architettonica, quella di un ponte ad arco. Sia Bradfield che il NSW Department of Public Works presero come esempio l’Hell Gate Bridge di New York City e riformularono il progetto del ponte di Sydney sulla base di questa struttura architettonica. Il 24 marzo del 1922 il contratto di costruzione venne assegnato a un’azienda inglese, la Dorman Long and Co Ltd, perché aveva già lavorato in passato su ponti del genere.

I primi anni furono dedicati alla realizzazione delle fondamenta, mentre il 26 ottobre del 1928 iniziarono i lavori per costruire l’arco. I lavori di costruzione dell’arco camminarono paralleli sui due lati del ponte, anche se i lavori del lato Nord anticiparono leggermente quelli sulla sponda Sud per verificare eventuali errori di costruzione e non ripeterli anche sull’altro fronte.

Il primo test risale invece al 19 gennaio del 1932 e poche settimane dopo, il 19 marzo, il ponte è stato aperto al pubblico. Il Premier del NSW Jack Lang doveva aprire il ponte tagliando un nastro cerimoniale con un paio di forbici davanti di un chiassoso raduno di oltre 300.000 abitanti accorsi per l’occasione. Erano gli anni tragici della Grande Depressione.

Tuttavia Francis de Groot aveva altre idee. L’ex ufficiale di cavalleria e membro della milizia di destra ‘Nuova Guardia,’ si precipitò oltre il Ministro Lang in sella ad un cavallo da corsa e precisamente quando l’orologio segnava le ore 10, tagliò il nastro con una spada.

Lo storico Ian Hoskins, che ha scritto un libro pluripremiato sul porto di Sydney, ha detto ai media che il ponte è diventato presto un punto di riferimento per l’Australia e l’inizio per un Paese presto proiettato nel mondo come nazione moderna.

“Il Sydney Harbour Bridge non solo è diventato un simbolo di Sydney, ma è diventato qualcosa che la gente ha riconosciuto come ‘australiano’ molto rapidamente. Esso simboleggiava una nuova Australia moderna. Si diceva: ‘guarda cosa possiamo fare, abbiamo costruito questo ponte sorprendente in soli otto anni'”.

L’impresa architettonica ha coinvolto 40.000 tonnellate di acciaio lungo 500 metri ed un pilone di supporto centrale. Circa 250 scalpellini tra australiani, scozzesi e italiani e le loro famiglie furono trasferiti in un insediamento temporaneo a Moruya, a 300 km a sud di Sydney, dove furono estratti circa 18.000 metri cubi di granito per i piloni del ponte.

Il dottor Hoskins ha affermato che l’imponente Bridge Walk for Reconciliation nel 2000, quando 250.000 persone si sono mobilitate per un nuovo contratto sociale con gli indigeni australiani, non è stato solo “visivamente attraente”, ma un potente momento politico.

“Un ponte simboleggia letteralmente il superamento di un varco e l’unione di due lati, due lati di una discussione, due lati di una questione. Quindi il ponte è un simbolo di riconciliazione sotto molti aspetti”, ha affermato Hoskins.

Negli anni precedenti al 1932, l’italiano William Geronimi lavorò come scalpellino anziano sui piloni del ponte. William Geronimi andò a lavorare nella costa meridionale del New South Wales e rimase lontano da sua moglie e dai suoi figli a Sydney per mesi.

“Hanno lavorato a Moruya nelle cave per diversi anni, modellando i tralicci di granito per l’Harbour Bridge”, ha detto il figlio Al Geronimi in occasione dei suoi 90 anni. Geronimi, che ha vissuto a South West Rocks sulla costa nord-occidentale del NSW per più di 50 anni, ha detto che alcuni dei cimeli della famiglia del tempo in cui William lavorava alla costruzione dell’Sydney Harbour Bridge erano andati perduti.

Ma i cimeli che rimangono sono amati dalla famiglia. “Ho le foto di papà che lavora sul granito”, ha detto Geronimi. “C’è una foto di una squadra di uomini e c’è una foto di papà da solo. “Abbiamo anche un piccolo martello che era di papà.” 

Nel periodo fra le due guerre mondiali un certo numero di italiani emigra in Australia, impiegato soprattutto nel settore dell’edilizia, come nel caso della costruzione del famoso ponte di Sydney.

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