Le Penne Nere celebrano l’inverno con un pranzo d’eccellenza

Calda di spirito, domenica 27 luglio. Presso il ristorante “La Botte d’Oro” di Leichhardt, dove si è svolto il tradizionale Pranzo d’Inverno degli Alpini. Un appuntamento sentito e partecipato, capace di rinnovare ogni anno l’emozione dell’appartenenza.

L’evento si è aperto con i ringraziamenti e il benvenuto del Presidente Giuseppe Querin e un minuto di silenzio solenne in memoria di tutti i Caduti, con un pensiero speciale rivolto a Elvio Casali, recentemente scomparso, figura amata e punto di riferimento per molti.

Oltre al Presidente della sezione Alpini di Sydney con i suoi soci e simpatizanti, anche  Davide Mazzoldi, presidente della sezione Alpini di Wollongong e Renzo Valleri, presidente dell’associazione Trevisani nel Mondo con la loro presenza hanno contribuito a rafforzare il senso di comunità che da sempre caratterizza questi incontri. 

Con l’arrivo degli antipasti e il vino che cominciava a scaldare i brindisi tra i commensali, è stato proiettato sullo schermo un video emozionante della recente Adunata Nazionale degli Alpini svoltasi a Biella. L’Adunata, che ogni anno richiama migliaia di alpini da tutto il mondo, rappresenta non solo un momento di festa e ritrovo, ma soprattutto un’occasione per riaffermare i valori di solidarietà, servizio e memoria storica che da sempre contraddistinguono il Corpo. Biella, città scelta per la sua forte tradizione alpina e per l’impegno civile dimostrato nel tempo, ha accolto l’edizione con grande entusiasmo. 

Al momento dell’avvio del video, tutti i presenti si sono voltati verso lo schermo, interrompendo le conversazioni e lasciandosi trasportare dalle immagini cariche di significato: le penne nere in sfilata e le fanfare che riempivano le strade di orgoglio e commozione.

La sezione di Zara, Pola e Fiume è stata una delle prime a sfilare, portando con sé un grande cartellone con la scritta “Vivi e morti sono qui”. Un messaggio chiaro e solenne, che sottolinea come i caduti non vengano mai dimenticati e continuino a essere presenti, simbolicamente, accanto ai vivi. Queste città dell’Istria, un tempo italiane, rappresentano una parte importante della storia nazionale e militare, segnata da esodi, sacrifici e memoria condivisa.

Orgogliosa anche la menzione della Sezione Australia, attiva dal 1978, rappresentata in prima fila dal presidente Giuseppe Querin, da sempre impegnato a onorare la tradizione alpina con presenza costante e grande dedizione.

Come da tradizione, ogni partecipante indossava il cappello con un colore distintivo, utile a identificare la propria caserma d’origine: un dettaglio che ha dato vita a scambi di racconti e aneddoti tra vecchi e nuovi amici. La sala si è animata con canti tradizionali, brindisi, risate e anche qualche lacrima di commozione. L’armonia creata intorno ai tavoli ha raccontato meglio di qualsiasi discorso cosa significhi davvero essere Alpini. 

Durante il pranzo, sono stati distribuiti ai partecipanti anche alcuni materiali informativi, tra cui una copia dell’ultimo numero della rivista Allora!, apprezzata da molti per l’attenzione dedicata alla cultura italiana in Australia e alle storie della nostra emigrazione.

A concludere, il tocco di Luigi Pennetta, che ha offerto il suo celebre liquore dalla ricetta segreta, vera chicca tramandata nel tempo e sempre apprezzata. 

Molti hanno chiesto il bis, altri hanno semplicemente sorriso, consapevoli che certe ricette — come certi valori — non cambiano mai.

Ancora una volta, il Pranzo d’Inverno degli Alpini ha dimostrato che il valore della memoria, del servizio e della fratellanza continua a vivere, ovunque ci sia un Alpino.