La Loescher Editore lancia sui social una serie di grafiche e approfondimenti per celebrare la Giornata Mondiale dei popoli indigeni tratti dal corso di geografia “Pianeta A” di Cristiano Giorda.
5% della popolazione mondiale
Nel mondo i popoli indigeni, cioè originari dei luoghi in cui ancora abitano, contano 370 milioni di persone, quasi il 5% di tutti gli abitanti della Terra. Vivono sparsi in circa 70 Paesi di tutti i continenti e ne sono un esempio i masai in Kenya, gli aborigeni australiani, i sami e i nenci nell’estremo Nord, gli orang asli in Malesia o i pigmei baka dell’Africa centrale.
80% della biodiversità terrestre si trova nei loro territori
I popoli indigeni sono depositari di antiche tradizioni, discendendo dai popoli precoloniali, e hanno un forte legame con il territorio e le risorse naturali a loro circostanti: salvaguardano la biodiversità naturale (l’80% della biodiversità terrestre si trova nei loro territori) e rappresentano una barriera fondamentale contro la deforestazione delle loro terre. Malgrado i benefici che essi apportano al nostro pianeta, questi popoli rischiano di scomparire a causa dello sfruttamento industriale e turistico messo in atto dai Paesi economicamente più sviluppati a danno delle loro terre e del conseguente cambiamento climatico che ne deriva.
1989: Convenzione n.169 sui diritti dei popoli indigeni e tribali
Per cercare di porre rimedio a questa situazione, nel 1989 l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) ha adottato la Convenzione n. 169 sui diritti dei popoli indigeni e tribali, secondo la quale gli Stati sottoscrittori si impegnano a preparare una legislazione che sia in linea con il documento. Al momento solamente 20 Paesi nel mondo hanno ratificato la Convenzione. (Loescher Editore)
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