Per non dimenticare il terremoto del Belice

Tanto tempo è passato ed è incredibile come certi episodi dello stesso evento siano ricordati in maniera diversa.

Nel 1968 in occasione del terremoto del Belice, un volontario del Servizio Civile e una volontaria nelle file della Croce Rossa si incontrano.

Due ragazzi poco più che ventenni che si trovarono coinvolti in qualcosa più grande di loro, uno dei disastri annoverati nella storia italiana. Un terremoto lontano, che sopravvive nella memoria della gente del Belice e degli innumerevoli emigrati che il sisma obbligò a lasciare il Paese.

Nel 2018, dopo 48 anni si ritrovano e, assieme, decidono di mettere su carta i loro appunti, i loro ricordi. Nasce “La tarantella del fango” un libro che narra le vicissitudini del Belice, gli eroi e i codardi, i buoni e i cattivi, i fortunati e disgraziati…

Ciascuno di essi ha descritto gli eventi come li ha vissuti, con onestà mentale e senza voler giudicare. Pagine di pensieri differenti degli autori che vagano dal perbenismo di una educazione religiosa, all’atteggiamento ribelle di un rivoluzionario che vorrebbe cambiare il mondo… ma non oggi, forse domani… sicuramente dopodomani.

Scrivo oggi queste note, che non pretendono di essere né una ricerca storica, né una critica né un elogio, ma una carrellata di pensieri, ricordi, sensazioni e sentimenti per non dimenticare quel lontano 1968.

Da “La tarantella del fango”
di Franco Baldi e Anna Maria Lo Castro

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