Nel primo punto del programma della lista Insieme che concorre per le elezioni del ComItEs NSW c’è la promessa di intervenire per fare riaprire i termini per la cittadinanza italiana in favore di coloro che l’hanno perduta. La proposta sà dell’assurdo e per questo il settimanale Allora! ha voluto chiedere l’opinione di alcuni esponenti della collettività – Francesco Pascalis, Maria Stella Trombetta Vescio e l’On. Nicola Carè – per cercare di comprendere i reali margini di successo di questa proposta.
Francesco Pascalis, che dal 2001 al 2006 ha lavorato al Ministero per gli Italiani nel Mondo, afferma che “il ComItEs non può fare nulla. Non ha potere di intervenire su queste materie, che sono decisamente fuori dal proprio raggio di azione. Non penso sia producente impegnarsi a far che… a piangere davanti al governo? La questione è complessa e richiede provvedimenti di legge. Non è una cosetta da nulla. Purtroppo c’è una grande lobby anche da parte dei tecnici dei ministeri che non vorrà mai che si riaprano i termini per il riacquisto, anche davanti a proposte di legge presentate di recente in parlamento. È un vaso di pandora che per i tecnici sembra essere insostenibile, anche perché c’è la questione degli immigrati in Italia.”
Maria Stella Vescio, attuale Vice-Presidente del ComItEs e rappresentante della comunità di Wollongong si è detta sconcertata della proposta della Lista Insieme. “Giocare sulle spalle dei poveri disgraziati facendogli credere che dopo 50 anni potranno riavere la cittadinanza italiana è una meschinità. Il ComItEs non può promettere la cittadinanza italiana e neanche intervenire con lo stato australiano che in questa materia non ha parola in capitolo. Chi promette il riacquisto della cittadinanza non ha capito niente di cosa sia il ComItEs, che deve invece occuparsi dei problemi e proposte a livello territoriale.”
L’Onorevole Carè, è inoltre intervenuto da Roma chiarendo che per il riacquisto della cittadinanza il ComItEs “effettivamente non può fare assolutamente nulla. Non è compito del ComItEs occuparsi di questa materia quando comunque la comunità ha già indirizzato la problematica agli organi competenti a livello parlamentare e sono state fatte proposte di legge. Il problema sta a Bruxelles, in quanto si teme che ci possa essere un’ondata di possibili acquirenti della cittadinanza che poi vadano a risiedere in Spagna, Portogallo o altri paesi europei.
“L’On.Merlo, in America Latina, – continua Carè – sostiene la legge ius sanguinis e questo giova da un punto di vista politico ma la possibilità che agli anziani che purtroppo hanno rinunciato per motivi di carriera riescano a riacquistarla sarà quasi impossibile. È una problematica europea. Che un gruppo che si propone per le elezioni del ComItEs metta questa proposta nella propria piattaforma ci può anche stare, però come ho detto la materia non è di competenza del ComItEs e non succederà assolutamente nulla. È un discorso che va affrontato a livello nazionale ed europeo.”
Be the first to comment