Colta e appassionata di italiani all’estero, curata nello stile ma senza sconti per nessuno. Non lascia spazio ad interpretazioni l’intervento di Silvana Mangione, Vice Segretario Generale per i Paesi Anglofoni extraeuropei, che nell’ultima Assemblea Plenaria monotematica del CGIE ha bacchettato il governo italiano in merito alle criticità sullo svolgimento delle prossime elezioni dei ComItEs previste per il 3 dicembre 2021.
Dopo l’intervento del Sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova che ha ricordato come le elezioni siano legate alle procedure della normativa vigente e una dettagliata relazione tecnica del Ministero sugli adempimenti della Farnesina, la Vice-Segretario ha voluto riportare il CGIE su considerazioni di natura politica che avrebbero dovuto animare l’Assemblea. Secondo Mangione, i connazionali all’estero stanno assistendo ad un “rimpallo tra governo e parlamento su chi fa che cosa e chi salva questa situazione dalla totale debacle.”
Richiamando la Costituzione Italiana, che permette al governo di emanare decreti-legge in situazioni di particolare necessità, Mangione si è detta insoddisfatta della politica. “Avrei voluto sentirmi dire dal Sottosegretario Benedetto Della Vedova: ‘sto spingendo il governo ad applicare l’articolo 77 della Costituzione di fronte al Covid e al 40% di funzionari in meno a livello Consolare.’ In questa situazione di necessità e urgenza e il governo che si deve muovere.”
Mangione ha inoltre affermato la situazione precaria dei Consolati. “I funzionari che se ne vanno non vengono sostituiti. I funzionari italiani si rifiutano di venire a New York in quanto il costo della nostra vita è eccessivo.”
Si scusa, di fronte ad “un’altra considerazione sgradevole”, puntando il dito direttamente sui partiti e sui politici. “La mia lunga permanenza al Consiglio Generale – continua Mangione – mi permette qualche spazio in più.”
“Nei trent’anni di Consiglio Generale, ho visto che quando il governo e il Ministro degli Esteri sono forti si riesce ad addivenire a soluzioni politiche a protezione delle richieste e delle esigenze degli italiani all’estero. Quando invece – il governo non è certamente debole in questo momento – ma il Ministro degli Affari Esteri e il Sottosegretario non sono altrettanto forti, subentrano ovviamente i diplomatici.”
“Mi chiedo perché stiamo continuando a correre verso l’abisso, verso ‘la cronaca di una morte annunciata’ se non c’è una volontà precisa di delegittimare totalmente i ComItEs e quindi il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero che verrà eletto dal 2, 3 o ad essere generosi anche solo il 4% di partecipazione elettorale.”
In merito al mantenimento dell’opzione di voto inversa che obbliga ai cittadini che intendano votare per il ComItEs l’iscrizione preventiva alle liste elettorali, la rappresentante dei Paesi Anglofoni extraeuropei chiede con ancora maggiore fermezza un ritorno alla logica. Si metta fine ad una procedura “maledetta” oltre che “inapplicabile, quando molti di noi sono ancora chiusi in casa agli arresti domiciliari.”
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