Sogno di maggio

Ma vi rendete conto che a Sydney non abbiamo un centro culturale italiano? Non abbiamo un circolo, un cineforum, un teatro… niente di niente. Ma non dovremmo vergognarci almeno un pochino? Dove sono i builder della comunità? Se vogliamo fare un incontro dobbiamo prenotate qualche sala del comune oppure andare al parco… but “I have a dream”… disse Martin. Nel mio caso “I had a dream” qualche sera fa.

C’era un bel Centro Culturale, tutto italiano. Bello, altro… circa 7 piani. Noi avevamo la redazione del giornale al secondo piano, con tre stanze e servizi, tanti monitors. Di fronte c’era l’altro giornale e in fondo a destra la stazione radio. Ai piani superiori il consolato e l’istituto di cultura, uno di fronte all’altro. C’era anche l’ufficio dell’architetto “B” e l’importatore “C” aveva una bella sala dove metteva in mostra tutto il suo Made in Italy. A pian terreno c’era una grande sala, comunitaria, che tutti potevano usare all’occasione. C’era un cinema con palcoscenico nel caso si volesse usarlo come teatro. Poi c’erano almeno tre caffè e una pasticceria.

Ai piani superiori tanti uffici, da quello dell’avvocato al venditore immobiliare. Anche Nick aveva il suo negozio di BBQ nel Centro e a mezzogiorno cucinava bistecche e salcicce. I due ristoranti invece offrivano piatti della tradizione italiana e Sandro aveva un bel negozio di pasta fresca. Un piccolo paradiso in terra australiana, una nicchia della nostra comunità. Ai piani superiori c’erano le sedi di varie associazioni italiane tra le quali la nostra dell’Emilia-Romagna. La nostra sede aveva un bell’ufficio con una scrivania per la segretaria e un bel salone dove erano esposti i prodotti tipici della nostra regione: il Parmigiano reggiano, il prosciutto di Parma, la pasta Barilla… anche nel sonno mi era venuto l’appetito.

Agli ultimi piani c’erano appartamenti, non grandi, ma tutti di almeno due stanze con bagno. Il loro affitto pagava le spese del Centro Culturale, del cinema e del teatro. Il cartellone annunciava un festival di Fellini… e quando il pagliaccio, con la musica di Nino Rota, è entrato in scena, mi sono svegliato.

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