1. Chi è il Prof. Franco Papandrea?
Franco Papandrea è nato in Calabria ed è arrivato a Sydney da giovane nel dicembre 1957. Dopo la sua formazione scolastica ha conseguito lauree in ingegneria e MBA presso l’Università del NSW, proseguendo successivamente a una specializzazione in economia e un dottorato (PhD) in politiche pubbliche presso l’Australian National University. Ha lasciato la professione di ingegnere dopo 5 anni per intraprendere una carriera nell’amministrazione federale per oltre 20 anni, ricoprendo posizioni dirigenziali in ministeri chiave. Poi è entrato nel mondo accademico come professore ordinario di comunicazione e direttore del Communication and Media Policy Institute all’Università di Canberra (UC). In pensione da oltre 10 anni, collabora professionalmente come professore aggiunto al News and Media Research Centre (UC).
2. Come mai ti presenti per questa carica al CGIE?
Motivato unicamente dal desiderio di contribuire al bene comune da oltre 40 anni mi presto volontariamente al servizio della nostra collettività. Ho ricoperto una ampia gamma di ruoli che, oltre a due mandati di consigliere CGIE, mi ha visto alla guida del Comites di Canberra (11 anni) e di diverse associazioni e comitati locali e nazionali all’interno della nostra collettività, tra cui Presidente della Società Dante Alighieri di Canberra da 20 anni. Con la proficua esperienza acquisita nel CGIE e il forte impegno a contribuire al benessere della comunità, sono pronto a dedicarmi con passione ed energia al servizio della nostra collettività per un altro mandato.
3. Cosa hai ottenuto finora? Perché dovresti essere riconfermato?
In sostanza, il CGIE funge da lobby per tutelare i diritti degli italiani all’estero.
In questo contesto, cito alcune mei successi di particolare portata come: la mia mobilitazione contro la chiusura dei consolati di Adelaide e Brisbane; la gestione della selezione e del programma pre-conferenza della delegazione australiana alla Conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo (2008), riconosciuta come la più preparata alla conferenza e del successivo supporto del CGIE alla fondazione dell’Associazione Giovani Italiani Australia; abrogazione di un provvedimento del MAECI del 2014 volto a sopprimere i contributi per la promozione dell’italiano in Australia; e la bocciatura del provvedimento volto ad innalzare la soglia per la costituzione di un Comites da 3.000 a 10.000 iscritti all’AIRE nella riforma proposta dal CGIE.
In ambito locale, sono stato risoluto nella tutela dei diritti dei Comites e dei diritti dei connazionali profondamente svantaggiati dalla pandemia di usufruire dell’assistenza del governo italiano. Mi ricandido convinto della mia capacità di garantire alla nostra comunità una più che efficace rappresentanza nel CGIE.
4. Se eletto, cosa intendi fare per gli italiani d’Australia?
Se rieletto, oltre al costante impegno di tutela dei diritti dei nostri connazionali e dei Comites, mi impegnerò a fare quanto più possibile per:
• evitare la scomparsa della nostra rappresentanza politica di conseguenza dell’attuazione del taglio numerico dei parlamentari;
• assicurare la riforma dei Comites e del CGIE per renderli più adatti alle esigenze odierne;
• militare per l’abrogazione dell’opzione inversa alle elezioni dei Comites;
• convertire l’Intercomites in organismo dedicato al coordinamento di progetti di interesse nazionale;
• assicurare all’Australia un’equa quota dei contributi per la promozione della lingua italiana;
• promuovere maggiore coinvolgimento delle nuove generazioni e delle nuove migrazioni negli organismi di rappresentanza; e
• militare per la riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza italiana.
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