1. Chi è Mariangela Stagnitti?
Sono nata a Brisbane, ho 56 anni. I miei genitori sono originari di Castiglione di Sicilia, in provincia di Catania. Da 36 anni lavoro nel settore bancario.
Quando sono entrata a lavorare in banca ero vista negativamente perché parlavo in italiano. Ho iniziato nel sobborgo di New Farm, l’equivalente di Leichhardt qui a Brisbane e tutti i siciliani venivano a fare le loro operazioni bancarie. Circa 8 o 10 anni dopo, sono stata messa a capo di un ruolo in tutta l’Australia per i clienti di lingua italiana, noto come migrant banking. L’ho fatto per 18 anni e ancora oggi parlo italiano al lavoro. Ho molto a cuore la comunità italiana, il lavoro e la famiglia. Mi piace essere molto chiara nelle cose. Combatto per ciò che penso sia giusto e mi concentro sull’aiutare le persone.
Ho saputo bilanciare il mio ruolo nel Comites con la mia professione. Ho iniziato a fare parte del Comites nel 2000, quando il Console mi ha nominato. In quei tempi, i membri del Comites erano nominati direttamente dal Console. Non sapevo cosa fosse Comites ma ero stata già coinvolta in alcune associazioni come la Casa Italia, l’Associazione Siciliana e la Festa di San Giuseppe. Ero abbastanza giovane e facevo parte di un gruppo chiamato ‘Le Milleluci Disco.’ Sono stata anche componente della Camera di Commercio Italiana nel Queensland per diversi anni.
Tornando al mio percorso nel Comites, nel 2004 sono stata invitata ad entrare in una lista. Ho ottenuto voti alti e sono stata eletta come membro dell’esecutivo.
Nel 2008 sono diventata Presidente e sono rimasta in questo ruolo fino al 2021.
2. Come mai ti presenti per questa carica?
È triste che la comunità in generale non sappia cosa sia il CGIE e cosa può fare per la comunità. Anche alcuni membri dei Comites e Presidenti di Associazioni non sanno quale sia il ruolo del CGIE. L’elemento del CGIE non è stato pubblicato abbastanza o presentato alla comunità. Di chi sia la colpa, non ne sono sicura, ma ora abbiamo bisogno di un CGIE attivo nella comunità, come lo sono io, e certamente una maggiore disponibilità del consigliere CGIE eletto per l’Australia.
3. Cosa hai ottenuto finora?
Quanto a cosa abbia ottenuto, nel Queensland, 8 anni fa ho lottato per i diritti dei giovani italiani nelle fattorie che venivano maltrattati. Ho raccolto oltre 250 denunce e ho potuto avere un membro di lingua italiana nel Fair Work Ombudsman.
Allo stesso tempo, c’era il rischio che il Consolato di Brisbane fosse chiuso e io sono stata fondamentale per tenerlo aperto. Ho organizzato posti dove poter firmare delle petizioni, soprattutto nelle filiali regionali dove vivevano gli italiani.
Ho anche organizzato lettere di supporto firmate da amministratori delegati di aziende italiane operanti nel Queensland e di aziende italo-australiane gestite da cittadini italiani. Ho raccolto circa 8.000 firme e circa 36 lettere di sostegno per evitare la chiusura del Consolato d’Italia a Brisbane. Queste petizioni sono state aggiunte a quelle di Adelaide.
Ho anche creato “Prima Fermata Queensland”, che arriva alla 4° edizione e seminari per supportare i giovani italiani appena arrivati in Australia fornendo consulenza legale e contabile.
Nessuna donna è stata nel CGIE da Daniela Costa di Adelaide 16 anni fa. Dopo 16 anni in Comites, è naturale che ci provi per CGIE. Sono abbastanza fiduciosa per parlare, le leggi e le circolari si trovano su Google e sono apertamente disponibili a tutti.
Il mio modo di operare sta nel lavorare più a stretto contatto con le associazioni tramite i Comites, ogni Presidente e i Comites per formulare un fronte unito e affrontare i diversi bisogni e le aspirazione in ogni stato d’Australia.
4. Se eletta, cosa intendi fare per gli italiani d’Australia?
Intendo essere più attiva per gli italiani nella comunità, non solo per i Comites. I presidenti delle associazioni votano anche loro per un rappresentante e dovrebbero essere consapevoli di ciò che fa per loro il CGIE. Hanno il diritto di sapere e io come membro del CGIE intendo essere accessibile e lavorare di pari passo con le associazioni, senza calpestare per questo i Comites.
Ad esempio, se vado a Melbourne e partecipo a un incontro con il Comites, sarebbe giusto organizzare un incontro comunitario con i Presidenti delle Associazioni.
Per quanto riguarda l’AIRE, dobbiamo lavorare a stretto contatto con Consolati e i Comites per risolvere le questioni dell’AIRE, per garantire che più persone conoscano i loro diritti di voto all’estero e come possono esercitare il loro voto.
Dobbiamo smettere di pensare come le istituzioni, perché non lo siamo, dobbiamo essere più aperti, specialmente per le nuove generazioni e quanti giovani che ora sono cittadini australiani ma non sanno che hanno dei rappresentanti italiani per cui possono votare.
Sono fiduciosa di poter lavorare con i Consolati poiché ho sempre avuto esperienze positive con loro. Voglio entrare in contatto con le Camere di Commercio e l’ICE e promuovere il Made in Italy perché anche questo è uno dei ruoli del CGIE. Ad esempio, ho partecipato attivamente nell’organizzare il “Giro d’Italia nel Queensland” per fare conoscere la prossima generazione di giovani imprenditori che promuovono la cucina regionale e il Made in Italy attraverso il cibo. Infine, la mia idea è quella di lavorare con gli Enti Gestori con incontri continui, non solo quando i finanziamenti sono un problema, per garantire un alto livello di coordinamento e mantenere lo slancio attivo nell’interesse dell’intera comunità.
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