Storie di Italo-Australiani di Canberra

In un libro, 35 immigrati a Canberra si raccontano in italiano e in inglese.

L’emigrazione dall’Italia verso l’Australia è iniziata molti decenni fa ed ha avuto un particolare incremento negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso. È stata caratterizzata per lo più dal ricongiungimento familiare, la cosiddetta “emigrazione a catena”. 

Dopo la seconda guerra mondiale, l’Australia ha avvertito la necessità di incrementare la sua popolazione e quindi le sue forze lavorative, in pratica valeva il detto “popolarsi o perire”. 

È verosimile che questo sia collegabile alla grande esplosione dell’edilizia australiana ed alla necessità di sviluppare l’agricoltura e l’industria proprio in quei decenni. Non potendo far fronte a questo vitale bisogno, favorendo solo l’arrivo di persone di origine inglese, si sono adottate politiche di immigrazione per agevolare l’ingresso di migranti provenienti da vari paesi europei. 

Per quel che ci riguarda, nel 1951 venne firmato “l’Accordo di emigrazione assistita tra l’Italia e l’Australia”. Grazie ad esso, entrambi gli Stati finanziavano il viaggio dall’Italia all’Australia dei migranti italiani, dando così inizio ad un movimento migratorio imponente. 

Molti sono stati i libri che nel corso degli anni hanno raccolto le storie e le esperienze degli italo-australiani. Talvolta sono racconti molto simili gli uni agli altri, almeno nelle loro linee generali: spesso le condizioni di vita e di lavoro di queste persone in Italia erano veramente precarie e quindi la ricerca di una vita e di un lavoro in una nazione in via di grande sviluppo sembrava la scelta migliore. Di frequente, ciò avveniva seguendo amici o familiari che avevano già tentato l’avventura, spesso con successo.

Canberra è stata anch’essa tra le mete di arrivo di tanti italiani, per molti di essi anche come prima sede di sistemazione.

È proprio qui, a Canberra, che sono arrivato anch’io, assieme a mia moglie Sandra, emigranti settantenni, animati da un pizzico di follia e dalla voglia, soprattutto, di ricongiungerci alla nostra unica figlia, Ilaria, ed alle nostre nipotine Elody e Audrey.

Arrivato in Australia circa sette anni fa, oltre a ritrovare gli affetti familiari, ho incontrato una Comunità italiana molto accogliente che mi ha, per così dire, adottato.

È stato così che, parlando con alcuni membri della Comunità, ho avuto notizie circa i motivi della loro emigrazione in Australia e le difficoltà affrontate nei primi anni, legate alla lingua, al lavoro, all’ambiente e così via. Tutti, al contrario di me, erano arrivati qui in Australia in età giovanile, taluni addirittura bambini in tenerissima età.

Mi resi così subito conto che c’era un patrimonio umano, storico e sociale enorme che, con il passare degli anni, correva il rischio di andare disperso.

Ho quindi pensato che bisognava trovare il modo di conservarlo, per rendere omaggio a tante persone che hanno lavorato, penato e fatto enormi sacrifici, ma che alla fine hanno raggiunto traguardi anche ragguardevoli ed inizialmente forse insperabili. Soprattutto sono riusciti a portare avanti le loro famiglie in maniera decorosa, ottenendo soddisfazioni sociali e personali e, spesso, anche economiche. 

Mi sono convinto che la forma migliore per ottenere questo risultato era di raccogliere le varie Storie, registrando una lunga conversazione fatta a “ruota libera” con ciascun connazionale disponibile. Successivamente, avrei poi scritto tutto il racconto, che ovviamente sarebbe stato rivisto, discusso ed eventualmente modificato assieme all’interessato, fino ad ottenerne una versione accettata e condivisa. 

Le storie così raccolte sarebbero state infine riunite e pubblicate in un libro.

Ho proposto quindi questa idea al Com.It.Es. di Canberra, di cui nel frattempo ero entrato a far parte, e ho cominciato a delineare il progetto. Devo dire con piacere che tutto il Comitato ha sempre appoggiato questa iniziativa, a partire dal suo Presidente Franco Barilaro.

Le persone da coinvolgere dovevano essere soggetti emigrati in Australia negli anni ’50 e ’60, indipendentemente dalla loro età all’arrivo e dalla motivazione per cui erano partiti dall’Italia, e che fossero arrivati a Canberra o nella sua Regione direttamente dall’Italia o poco tempo dopo il loro sbarco. La ricerca delle persone da coinvolgere nel progetto non è stata agevole. Abbiamo attivato il passa-parola e richiesto la collaborazione delle Associazioni presenti sul territorio, per identificare coloro che avessero le caratteristiche richieste e che fossero disponibili a fare il racconto della propria storia davanti ad un registratore e ad una persona “estranea”.

A coloro che si rendevano disponibili, venivano spiegati in ogni dettaglio il progetto, gli scopi di esso e come si sarebbe sviluppato. 

All’inizio, come era prevedibile, c’è stata una certa diffidenza verso il progetto in sé e forse anche nei miei confronti, dato che non ero ancora sufficientemente conosciuto nella Comunità.

Man mano però che aumentava il numero degli intervistati, diventava anche più facile il coinvolgimento di altri soggetti.

Ovviamente ho intervistato tutti coloro che si sono resi disponibili, senza alcuna distinzione.

Il racconto è stato fatto in italiano ed è interessante notare come da parte di alcuni questa lingua sia tuttora parlata in modo fluente ed appropriato, anche dopo molti anni, mentre per altri è più stentata, non essendo costantemente praticata. Quasi tutti hanno conservato una curiosa cadenza dialettale ben individuabile.

Devo confessare che talvolta ho potuto notare una certa ritrosia a raccontare liberamente i momenti più importanti. Aprirsi e condividere fino in fondo i propri ricordi ha fatto forse sentire qualcuno indifeso e vulnerabile. Per queste ed altre ragioni, il racconto ha talvolta avuto difficoltà a decollare. 

Ho sempre messo la massima attenzione nel far parlare liberamente, solo stimolando il fluire dei ricordi quando il racconto tendeva ad arenarsi o mancavano le parole e le espressioni in italiano. In generale tutti, dopo i primi minuti, dimostravano comunque una notevole voglia di raccontare. 

Registravo e prendevo appunti e mi guardavo bene dal dare giudizi. Mi sono impegnato per svolgere il mio compito con la massima neutralità, cercando di far venire fuori gli aspetti umani, lavorativi e sociali più significativi.

Devo sottolineare che ho avuto la netta convinzione che i racconti fossero tutti genuini, sinceri e spontanei. Quando talvolta apparivano reticenti, era perché i ricordi, specie i più lontani, si accavallavano e non erano sempre precisi, mai comunque per deliberata voglia di raccontarsi diversi da quello che in realtà si era. 

Ho cercato di fare in modo che il racconto iniziasse dall’Italia, dalla condizione familiare ed ambientale d’origine. Questo anche per capire le motivazioni per cui l’intervistato aveva deciso di fare un passo così grande ed importante, cioè emigrare.

Alla fine di molti mesi di lavoro, sono state raccolte 34 storie di 35 Italo-Australiani intervistati (una storia riguarda due fratelli che si raccontano in contemporanea). 

Credo che ne venga fuori un quadro sufficientemente ampio e di grande interesse sociologico e che, come campione, possa essere ritenuto significativo per avere valide informazioni sul fenomeno migratorio. 

Tutte le trascrizioni delle interviste sono state da me fatte in italiano e poi, come già detto, sono state riviste e valutate anche più volte dai protagonisti, che hanno infine licenziato la versione definitiva, autorizzandone la pubblicazione.

Della versione originaria in italiano da me raccolta e scritta, è stata poi fatta una versione in inglese, grazie all’aiuto di alcuni amici bilingue, alcuni di madre-lingua italiana, altri di madre-lingua inglese, ma con ottima conoscenza della nostra lingua. Questo ulteriore sforzo di traduzione è stato fatto per rendere le storie raccontate fruibili anche dai figli e dai nipoti dei protagonisti, che spesso non conoscono a sufficienza l’italiano, e dagli australiani.

A tutti gli intervistati è stata consegnata la registrazione su CD della loro intervista: in questo modo, alla famiglia e, soprattutto, alle generazioni più giovani potrà restare anche il racconto dalla viva voce del protagonista.

Tengo a precisare che questo libro non è un saggio storico e quindi è probabile che ci siano alcune imprecisioni, anche cronologiche. Comunque sono stato molto attento a riportare fedelmente quanto i protagonisti hanno detto. La registrazione del racconto ne fa fede. 

Denominatore comune a tutte le Storie è che i protagonisti di esse hanno sopportato fatica, sacrifici, nostalgia, in particolare nei primi anni di vita in Australia, prima di cominciare ad avere qualche soddisfazione familiare, sociale ed economica. Molto spesso il supporto fornito dalla comunità italiana è stato di grande aiuto. 

Questa raccolta ha il pregio di essere la prima fatta solamente con i racconti di soggetti di Canberra e della sua Regione, di essere bilingue e di avere un numero molto consistente di storie. 

Infatti il libro ha 386 pagine a grandezza A4, contiene 340 foto d’epoca e recenti con una media di 10 foto per Storia. 

Gli intervistati provengono da diverse Regioni italiane: Calabria (10), Friuli-Venezia-Giulia (9), 3 per il Veneto, l’Abruzzo, la Campania e la Basilicata, infine 1 per la Lombardia, la Sardegna, le Marche e il Piemonte. 

Il libro si apre con una Presentazione del Presidente del Com.It.Es. di Canberra, seguita da una Introduzione della compianta Ambasciatrice d’Italia in Australia di quell’epoca S.E. Francesca Tardioli e contiene anche una interessante “Breve storia dell’emigrazione italiana in Australia”, scritta da Luca Siliquini, esperto in materia di immigrazione.

Segnaliamo, per curiosità, che nella seconda pagina di copertina sono riportate le foto di 6 navi e 2 aerei in servizio in quegli anni tra l’Italia e l’Australia, proprio nel periodo dell’arrivo dei nostri protagonisti e da questi utilizzati.

È anche disponibile, su Pen-Drive, la registrazione della viva voce dei protagonisti di 24 Storie, poiché non tutti infatti hanno autorizzato la loro pubblicazione. 

Sono stati necessari tre anni pieni di lavoro, per la raccolta delle registrazioni delle Storie e delle foto, la loro trascrizione, la revisione accurata dei protagonisti e la traduzione in inglese. 

Per la onerosa stampa del libro, ci siamo avvalsi della generosità di diversi sponsor che sono dettagliatamente elencati in una pagina del libro e che ringrazio tutti con uguale riconoscenza. Voglio comunque ricordare il “Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI)” per la concessione del contributo che avevamo appositamente richiesto e “The Federation of Calabresi Canberra & Region (Inc)” per il contributo particolarmente generoso.

Il 7 Marzo 2020, giusto prima dell’inizio della pandemia, il libro è stato presentato nel corso di una cerimonia che si è tenuta presso il Centro Culturale Italiano di Canberra, alla presenza di oltre 150 persone. Vi erano quasi tutti i protagonisti (purtroppo 3 non hanno potuto partecipare) e molti familiari, nonché amici e componenti della Comunità Italiana.

La cerimonia si è aperta con un saluto dell’Ambasciatrice SE Francesca Tardioli, che ha apprezzato questa importante iniziativa che “permette di riscoprire le storie e le origini dei primi migranti italiani a Canberra, allora solo una piccola cittadina con grandi ambizioni. La comunità italiana a Canberra ha avuto e continua ad avere un impatto importante sulla capitale australiana. Basti pensare al contributo fondamentale dei nostri connazionali nella costruzione materiale di numerosi palazzi e monumenti oggi diventati icone a livello nazionale come il Parliament House, un progetto interamente italiano costruito grazie al contributo di numerose aziende e specialisti italiani”. Ha inoltre sottolineato come “ancora oggi, questa comunità è simbolo di eccellenza e serietà nel lavoro, una reputazione che gli italiani e le italiane hanno costruito negli anni con le loro tante storie di sacrificio ma anche di grande successo”.

Il Presidente del Com.It.Es., Franco Barilaro, ha sottolineato che “le storie raccolte in questo testo sono un compendio di fatiche e di successi di quelle anime coraggiose che hanno lasciato alle loro spalle famiglie e paesi nella speranza che una terra lontana mantenesse le promesse di prosperità”.

Infine ha preso la parola il sottoscritto, Autore del libro, che ha spiegato come è nata l’idea e come è stata portata avanti e realizzata.

Il momento più significativo della cerimonia è stata la consegna ai protagonisti, o a un loro familiare per gli assenti, di alcune copie del libro e della Pen-Drive con le registrazioni autorizzate. 

In una sala adiacente, era stato allestito un “Angolo dei Ricordi”, con tanti oggetti antichi della prima metà del secolo scorso, rigorosamente italiani, per ricordare a tutti l’Italia lontana. Vi era un’antica madia, utensileria varia per la casa, strumenti per il cucito e la tessitura, materiale tessile e tanto altro ancora. Tutto è stato molto gradito dai partecipanti ed a moltissimi sono tornati alla mente ricordi lontani con tanta nostalgia.

Con il libro si è voluto onorare questi emigranti italiani e, tramite loro, tutti coloro che negli anni hanno lasciato l’Italia per l’Australia. Inoltre, si vuole conservare un documento, scritto bilingue e sonoro, per le attuali e le future generazioni, come testimonianza delle fatiche e dei sacrifici, ma anche delle soddisfazioni e dei successi, di questa comunità che tanto ha fatto per l’Australia e tanto ha onorato l’Italia.

Speriamo che il libro consenta di non disperdere queste bellissime Storie e di mantenerne vivo il ricordo nella Comunità, nelle rispettive famiglie e, soprattutto, nelle II e III generazioni di italo-australiani. Proprio queste generazioni più giovani devono assolutamente conoscere e ricordare quanti sacrifici, fatiche, amarezze e talvolta umiliazioni ci siano dietro alla loro attuale condizione di benessere e, proprio perché fosse maggiormente fruibile da tutti, abbiamo fortemente voluto che il libro fosse bilingue. 

È possibile comprare una copia del libro al costo di 40$ (più le spese postali), contattando via email il Com.It.Es. di Canberra

info@comites.canberra.org) 

o il sottoscritto 

luigi.catizone@gmail.com. 

Anche le Pen-Drive sono disponibili al costo di 10$.

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