Addio a Carlo Denny: la sua voce resterà nei nostri cuori

Carlo Signa, noto al pubblico dell’arte canora come Carlo Denny, ha cantato con passione per tutta la sua vita. Nonostante i suoi 97 anni, fino all’anno scorso si è esibito pubblicamente, raccogliendo applausi e consensi.

Per Carlo, il canto è stato una fonte di doppia soddisfazione: gli ha valso gli applausi e allo stesso tempo ha regalato gioia e felicità al pubblico che lo ha seguito. La storia di Carlo ebbe inizio a Ferrara, in una giornata di nebbia. Davanti a un cancello si fermò un’auto, da cui scese frettolosamente qualcuno che, furtivamente, depose un involucro di panni contenente… un neonato! Poco dopo, attratti dalle grida del bambino, due anziani uscirono dalla loro casetta in periferia e scoprirono tra i panni, piangendo, un bambino che conoscevano bene. Era il loro unico nipote, appena nato dalla loro figlia, frutto di una relazione clandestina di cui essi sapevano ben poco.

Così, Carletto crebbe con i suoi nonni. Demetria, la nonna, suonava l’organetto e spesso Carletto l’accompagnava cantando. Il tempo passò inesorabile, e ora Carletto era diventato Carlo. Quando in città c’erano serate danzanti, di nascosto, il ragazzo andava ad ascoltare la musica, imparando ben presto diversi motivetti popolari. Dopo aver concluso le scuole primarie, Carlo decise di cercare fortuna a Milano e lasciò la casa dei nonni per trasferirsi nella capitale lombarda.

Lì trovò lavoro come cameriere in un ristorante del centro. Incontrò un pianista che intratteneva i clienti con la musica e, durante le pause, Carlo si dilettava cantando alcuni dei suoi motivetti preferiti, soprattutto quelli in dialetto napoletano, molto apprezzati dal proprietario. Ben presto, la fama del cameriere dal talento canoro simile a Claudio Villa giunse all’orecchio di un pianista che insegnava canto. Questi decise di dare lezioni al giovane Carlo, il quale, nonostante non conoscesse ancora l’arte della musica, dimostrò di avere un ottimo orecchio musicale.

La carriera canora di Carlo ebbe inizio con un contratto di due mesi presso la Pasticceria Motta, un noto locale nel centro cittadino molto frequentato dai turisti stranieri, soprattutto tedeschi. Una volta terminato questo periodo, un manager musicale lo notò e gli offrì un contratto in Germania, dove stava formando un’orchestrina di quattro o cinque elementi insieme a un cantante. Il locale di Amburgo chiamato Tabù era rinomato per il suo cabaret, e secondo il manager era giunto il momento di sostituire l’orchestrina italiana precedente, il cui cantante, Mino Reitano, un calabrese di nome, aveva già ottenuto successo ed era pronto a tornare in Italia con il suo gruppo.

Dopo la stagione ad Amburgo, Carlo e l’orchestra si trasferirono a Düsseldorf, in un locale più grande e frequentato, dove si esibirono per un altro anno. Tuttavia, quando arrivò l’inverno, il locale chiuse e i giovani musicisti… ed è in questo momento che Carlo accolse l’invito del fisarmonicista di unirsi alla Motonave Achille Lauro, una nave da crociera che navigava nei mari del sud in inverno e nei mari del nord in estate. Fu così che Carlo iniziò a viaggiare per il mondo, cantando e toccando porti esotici come Beirut, Città del Capo, Amsterdam, Copenaghen, Stoccolma e infine la Giamaica. Le crociere con l’Achille Lauro durarono due anni per Carlo, due anni di gioia e piaceri giovanili.

Dopo il ritorno in Italia, Carlo fece tappa dai suoi nonni a Ferrara per alcuni mesi. Tuttavia, la sua carriera musicale era la sua vera passione, e quindi lasciò la città natale per trasferirsi a Varese, nei pressi del Lago Maggiore, dove trovò lavoro in un grande albergo frequentato dai turisti. Lì Carlo colse l’opportunità di cantare anche in inglese, spagnolo e tedesco. L’idea di tornare a bordo dell’Achille Lauro gli balenò in mente, specialmente perché la nave trasportava anche emigranti diretti in Australia. Carlo decise quindi di ottenere tutti i documenti e i visti necessari e partì per l’Australia.

Siamo nell’anno 1970 quando Carlo sbarcò a Sydney. La città gli apparve immensa, e con lui scesero dalla nave molti emigranti. Intorno a lui si parlava una varietà di lingue e dialetti sconosciuti, ma tutti condividevano lo stesso denominatore: una valigia di cartone che custodiva le proprie radici. Mentre camminava lungo il molo, sentì chiamare il suo nome e scoprì, incredibilmente sorpreso, che era il fisarmonicista con cui aveva cantato a Beirut. Decisero quindi di unirsi a un’orchestrina che era stata ingaggiata per esibirsi ogni sera presso il St. George Club di Sydney, un locale grande e molto frequentato. Inoltre, Carlo cantava alle varie feste della comunità italiana e pian piano iniziò a ottenere una discreta fama.

Con il tempo accumulò abbastanza denaro per acquistare un appartamento in una zona prestigiosa della metropoli australiana. Nel frattempo, a Sydney stava nascendo un nuovo club italiano chiamato Fogolar Furlan, fondato da emigranti friulani. A Carlo fu proposto di formare un gruppo permanente che venne chiamato Trio Buonasera.

Così, per 8 anni, con il pianista Lucio e il chitarrista Renato, Carlo creò il suo trio musicale. La musica scorreva, il lavoro continuava e la vita proseguiva fino a quando arrivò il momento dell’addio: Renato decise di lasciare il Fogolar Furlan poiché la loro paga era rimasta invariata per 8 anni. Una nuova allettante proposta gli fu fatta dal Club Marconi, con un compenso migliore. Carlo rifletté sulla sua carriera: gli anni trascorsi cominciavano a pesare su di lui, e l’idea di dover viaggiare ogni giorno per raggiungere il Club Marconi diventava un impegno gravoso. Concluse che era giunto il momento di mettere da parte il microfono. Tuttavia, una carriera musicale e canora che aveva attraversato un’intera vita non poteva concludersi con una semplice parola.

Così, il Carlo internazionale continuò ad esibirsi alle feste organizzate dalla CNA Care Services ogni mercoledì per riunire in momenti di convivialità gli anziani pensionati a Carnes Hill. La voglia di cantare era ancora forte e gli applausi riempivano di gioia le giornate di Carlo. Ha persino inciso un doppio CD con 46 canzoni per soddisfare le richieste dei suoi innumerevoli fan, specialmente quelli di genere femminile.

Nel 2018, Carlo decise di ritirarsi in una casa di riposo, una scelta fatta di anni felici condivisi con l’amore e l’affetto di amici sinceri e della grande famiglia dei residenti del villaggio. Carlo ci lasciò nel corpo, ma il suo spirito gioioso, sincero e generoso continua a vivere in tutti coloro che lo hanno amato e rispettato. Grazie, Carlo, per le gioie che ci hai donato. Resti nel cuore di tutti noi!

Be the first to comment

Leave a Reply

Your email address will not be published.


*