Green Pass, nei Paesi terzi manca l’Australia

L’ultima Circolare del Ministero della Salute italiano del 30 luglio 2021 riconosce le certificazioni vaccinali e di guarigione dal Covid-19 rilasciati di Stati terzi tra cui Canada, Giappone, Israele, Gran Bretagna e Stati Uniti come equivalenti alle certificazioni europee e italiane.

Per quanti provengono dall’Australia, invece, non si capisce bene il perché non sia stata inserita la validità della certificazione vaccinale australiana nella lista dei Green Pass rilasciati da stati esteri, quando il Ministero ha ricordato che “i vaccini ad oggi accettati in Italia e autorizzati da Ema, Comirnaty (Pfizer-BioNtech); Spikevax (Moderna); Vaxzevria (AstraZeneca) e Janssen (Johnson & Johnson) includono le tipologie di vaccino somministrate in Australia.

La validità, si legge nel documento governativo italiano, “è la stessa prevista per la certificazione verde Covid-19 (Certificato Covid digitale dell’Ue) emessa dallo Stato italiano” mentre i vaccini riconosciuti al fine del ‘pass’ sono solo i 4 finora autorizzati dall’European Medica Agency.

L’Unione Europea fa sapere in un comunicato ufficiale che “I cittadini UE che sono stati vaccinati in un paese extra UE possono richiedere il certificato digitale COVID UE allo Stato membro di nazionalità o residenza. Verrà rilasciato il Certificato Digitale COVID dell’UE, se esiste una prova affidabile della vaccinazione e se la struttura del sistema sanitario lo consente. Per ulteriori informazioni, rivolgersi al proprio Stato membro di nazionalità o residenza.”

Considerata la distanza dall’Italia per chi intende fare ritorno in patria e l’affidabilità del sistema sanitario australiano sarebbe stato auspicabile inserire il Paese tra quelli che possono vantare prova di vaccinazione riconosciuta dal governo italiano.

Già da giugno, per coloro che hanno ricevuto entrambe le dosi di un vaccino approvato, Pfizer o AstraZeneca, il certificato digitale COVID-19 è generato automaticamente e disponibile tramite il proprio account Medicare.

In un accordo con Apple e Google, il governo Australiano consente ai certificati digitali di mostrare prontamente i dettagli della vaccinazione Covid sui dispositivi iPhone e Android, oltre che attraverso l’App MyGov.

Il certificato digitale COVID-19 del governo australiano mostra le vaccinazioni effettuale con un estratto immediato dall’Australian Immunisation Register (AIR), il registro nazionale per l’immunizzazione, che documenta i vaccini somministrati a tutte le persone in Australia. Ciò comprende:

  • Vaccini contro il covid-19
  • vaccini somministrati nell’ambito del Programma di immunizzazione nazionale (NIP)
  • vaccini somministrati in precedenza, come ad esempio per l’influenza stagionale o per i viaggi.

In attesa di maggiori sviluppi, con la speranza che l’Australia sia aggiunta tra le nazioni a regime di riconoscimento del Green Pass per le vaccinazioni effettuate all’estero, l’ingresso nel territorio nazionale italiano è consentito alle seguenti condizioni:

a) presentazione al vettore al momento dell ‘imbarco e a chiunque è deputato ad effettuare controlli del Passenger Locator Form in formato digitale mediante visualizzazione dal proprio dispositivo mobile oppure in copia cartacea stampata;

b) presentazione al vettore all’atto dell’imbarco e a chiunque sia deputato a effettuare i controlli, della certificazione di essersi sottoposto, nelle settantadue ore antecedenti all ‘ingresso nel territorio nazionale, a un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone e risultato negativo.

c) sottoposizione a isolamento fiduciario per cinque giorni presso l’indirizzo indicato nel Passenger Locator Form e a un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone, alla fine del periodo di isolamento fiduciario.

E per ottenere il Green Pass? Per ora, rimane un’illusione. Alessio D’Amato, assessore alla Sanità del Lazio, l’ha definita semplicemente una grave questione di disorganizzazione da parte delle autorità preposte. Tra l’altro con farmaci approvati da Ema e da Aifa. Il ministero ha fatto un errore”.

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