La regione multiculturale del sud-ovest di Sydney si è svegliata questa mattina con una maggiore presenza di polizia per le strade, in un’operazione di repressione COVID-19 che è stata definita pesante e razzista.
Secondo quanto riportato da Channel 9, “quasi 200 agenti di polizia sono stati ora schierati nel sud-ovest di Sydney e hanno preso di mira quanti nella popolazione non aderiscono alle rigide misure di blocco.”
Il vice commissario della polizia del NSW Mal Lanyon ha affermato che le misure non sono razziste o discriminatorie ma si ritengono necessarie per garantire che l’ultimo focolaio del virus non si diffonda ulteriormente.
“Chiaramente il Ministero della Salute ha fornito consigli che indicano che i sobborghi sud-occidentali di Sydney sono aree di notevole preoccupazione al momento”, ha detto oggi il vice commissario Lanyon.
“Questa operazione di polizia serve a garantire la sicurezza della comunità, affinché le persone rispettino gli ordini sanitari”.
Mentre alcuni hanno confrontato le dure misure di polizia nel sud-ovest di Sydney con quelle applicate quando il virus ha iniziato a diffondersi nella periferia orientale di Sydney il mese scorso, il vice commissario Lanyon ha affermato che esistono “aree significative che destano preoccupazione” nel sud-ovest.
La polizia ha adottato un approccio “molto equilibrato, molto equo e molto misurato” al modo in cui ha imposto gli ordini sanitari di Sydney e continuerà a farlo attraverso l’operazione nel sud-ovest.
Il Sindaco di Fairfield, Frank Carbone ha affermato di essere stato in contatto con il Ministro della Sanità del NSW Brad Hazzard, tuttavia quella conversazione riguardava l’isolamento del sud-ovest, non i modi per assistere la popolazione.
“Devo dire che sono orgoglioso della nostra comunità, il numero di test stanno aumentando. Ieri sera al Fairfield Showground abbiamo effettuato più di 3000 test. È quasi il triplo dei test avvenuti due giorni fa”, ha detto Carbone.
“Le persone si stanno isolando, le persone sono preoccupate. Desidero che la nostra comunità faccia la cosa giusta. Ma esorto anche la polizia a non agire con forza: non si tratta di multare le persone. Le persone del Western Sydney non sono criminali. Questa è un’emergenza medica e chiedo alla polizia di lavorare con la comunità, comunicare con la comunità e prestare aiuto”.
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