Questo articolo vuole essere un ausilio a ricordare ed a conoscere le origini e le vicissitudini gloriose e tristi del Tricolore italiano, consacrato nell’art. 12 della Costituzione come Bandiera della Repubblica.
Non usiamola come sfondo ad una campagna pubblicitaria, alla vendita dei prodotti italiani nel mondo, al sostegno di una nazione straniera in guerra.
Essa è il simbolo dell’impegno sociale di tutti gli Italiani al servizio della Patria. Essa è il ricordo della nostra storia che ha rappresentato per molte generazioni gli ideali di libertà, di indipendenza e di unità del nostro popolo. Per essa e per onore della Patria hanno fatto olocausto della propria giovinezza tanti nostri fratelli, combattenti in tante guerre e su tanti fronti.
In questa Bandiera vi sono i sacrifici e gli eroismi di tante generazioni perché essa potesse sventolare libera in tutte le contrade d’Italia e ovunque siano italiani nel mondo.
Difendiamola questa Bandiera, con essa difenderemo libertà e democrazia e facciamola sventolare sempre ed ovunque come testimonianza del nostro dovere per un domani di pace e di solidarietà nazionale e mondiale.
La Bandiera
Tutti sappiamo che cosa è la Bandiera: un drappo di uno o più colori simbolo di uno Stato, di una associazione, di una comunità.
Le bandiere sono esistite, in forme più o meno simili, fin da epoche antichissime: questa è una prova dell’importanza che ha in sé la bandiera, quale portatrice di ideali.
L’uso della bandiera si è generalizzato a partire dal Medioevo. Per secoli le bandiere sono state principalmente emblemi di case regnanti e di Comuni, ma anche di rioni, spesso sotto forma di coccarde, gonfaloni, stendardi.
Quando si sono formati gli Stati nazionali – che accomunavano gli ideali dei cittadini suscitando l’amore per la Patria comune – la Bandiera ha assunto un significato ben più alto, quello di simbolo dell’intera Nazione, depositaria visibile di un retaggio di tradizioni, di glorie, di sofferenze comuni.
Quando vediamo sventolare la nostra Bandiera ai valichi di confine o sui campi sportivi in occasione di competizioni internazionali sentiamo dentro di noi il significato proprio della Bandiera.
La Bandiera Italiana
La Bandiera Italiana la conosciamo bene: è formata da tre strisce verticali rispettivamente, a partire dall’asta, di colore verde, bianco e rosso: e per questo è stata e continua ad essere chiamata “il Tricolore”.
Verso la fine del Settecento, quando gli ideali della rivoluzione francese del 1789 cominciarono a diffondersi in Italia bandiere simili apparvero qua e là ad opera dei gruppi rivoluzionari italiani (detti giacobini come quelli francesi).
Ai tre colori vennero attribuiti gli stessi significati simbolici che già erano stati attribuiti in Francia ai tre colori della bandiera francese (il blu, il bianco, il rosso): libertà, fraternità, uguaglianza.
E sempre il Tricolore è stato usato dai circoli liberali e democratici del Risorgimento – come la mazziniana “Giovine Italia” – divenendo così il simbolo dell’Unità d’Italia alla quale quei movimenti rivoluzionari aspiravano.
In seguito alle vittorie in Italia di Napoleone Bonaparte, il 21 Dicembre 1796, Bologna, Ferrara, Modena e Reggio formarono la repubblica Cispadana che, nel congresso di Reggio Emilia il 7 Gennaio 1797, su proposta di Giuseppe Compagnoni, adottò il Tricolore quale bandiera ufficiale della Repubblica: i tre colori erano allora disposti orizzontalmente.
Pochi mesi dopo, la repubblica Cisalpina – che era stata costituita il 29 Giugno 1797 – assorbì la repubblica Cispadana (9 Luglio) e adottò la stessa bandiera, ma con i colori disposti su tre strisce verticali. Con questa bandiera combatterono i reggimenti italiani dell’esercito napoleonico.
Con la caduta di Napoleone I (1814-1815) e con la restaurazione il Tricolore scomparve come bandiera ufficiale.
Anche il regno sardo – che più tardi si sarebbe assunto il compito di guidare l’unificazione politica dell’Italia – continuava ad avere lo stendardo azzurro di casa Savoia.
Il Tricolore sopravvisse quale emblema dei patrioti e comparve nei modi che si susseguirono, simbolo dell’auspicata unità d’Italia.
Chi non ricorda la caccia data dalla polizia austriaca ai patrioti lombardi e veneti che osavano sfidarla ostentando la coccarda tricolore?
Va ricordato che, nei moti rivoluzionari che precedettero e accompagnarono la prima guerra di indipendenza (1848-’49), i patrioti del Lombardo-Veneto issarono il Tricolore quale simbolo dell’unità d’Italia e di liberazione dal dominio austriaco, prova questa del significato di simbolo nazionale che diveniva ormai largamente riconosciuto.
Lo stesso Carlo Alberto, superando la norma dello Statuto da lui stesso appena promulgato (4 Marzo 1848) nel quale si riaffermava che la coccarda azzurra dei Savoia era l’unico emblema dello Stato, riconobbe il 28 Marzo il Tricolore con lo stemma sabaudo al centro, come bandiera ufficiale del regno di Sardegna.
Con questa fondamentale scelta simbolica, salutata con entusiasmo dai numerosi patrioti da ogni parte d’Italia, la casa Savoia confermava il proprio impegno a battersi per realizzare l’unificazione d’Italia.
Se a Milano si ebbero le Cinque giornate (17 -21 Marzo 1848) che culminarono nella ritirata degli Austriaci dalla città, a Venezia, parimenti libera e più tardi repubblica, la bandiera tricolore ebbe anche la solenne benedizione del Patriarca in piazza San Marco.
Questo episodio ha un valore simbolico perché segna una prima consacrazione della bandiera nazionale da parte dell’autorità religiosa. Il fatto è tanto più significativo se si ricorda la sorte che era toccata a due studenti che in Bologna, nel Novembre 1794, per aver affisso manifesti contro il governo pontificio e distribuito coccarde tricolori, erano stati processati e impiccati.
In mezzo secolo il Tricolore aveva fatto grandi passi nell’opera di unione degli italiani di diversa condizione sociale, gente comune e ceti di condizione umile, nobili e borghesi, imprenditori ed intellettuali.
E le guerre d’indipendenza che si susseguirono con i loro successi e le loro delusioni, con le loro glorie e le loro conquiste, con i loro caduti e i grandi sacrifici furono le guerre del Tricolore, simbolo della Patria nei giorni più belli come nei più tristi ed amari.
Il referendum istituzionale del 2 Giugno 1946 segnò la fine della Monarchia. In tale occasione la Bandiera della Repubblica italiana ritornò – essendone stato tolto lo stemma dei Savoia – esattamente come era la Bandiera della repubblica Cisalpina del 1797.
Vari significati simbolici – fin dall’iniziale richiamo ai tre ideali della rivoluzione francese: libertà, fraternità, uguaglianza – sono stati attribuiti dall’entusiasmo e dalla fantasia popolari ai tre colori della Bandiera d’Italia.
Fin dal 1848 tante furono le canzoni popolari, molte di essa anonime, dedicate al Tricolore. Ricordiamone qualche verso:
E la Bandiera dei tre colori
sempre è stata la più bella,
noi volgiamo sempre quella
noi vogliam la libertà!
Sono versi semplici ed ingenui, inneggianti alla liberazione delle regioni ancora occupate dallo straniero e all’unità d’Italia, che rievocano con efficacia il clima del Risorgimento.
Ancora all’inizio degli anni ’60 del Novecento, quando ormai era trascorso un secolo dall’unificazione politica, in una commedia musicale di grande successo, “Rinaldo in campo”, uno dei brani era dedicato alla Bandiera:
Col bianco delle nevi delle Alpi,
col rosso dei tramonti siciliani,
col verde delle valli di Toscana,
noi facemmo
una bandiera tricolore.
Dopo oltre cent’anni, nell’immaginario popolare i tre colori suscitano ancora un profondo sentimento di appartenenza ad una comunità che ha a lungo e duramente combattuto per diventare, secondo la profezia di Mazzini.
Una, libera e indipendente.
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