Una storia diversa dal solito quella di Laura Simoni e Gianluca Montante, che hanno deciso di trasferirsi in Sicilia, apprezzando tutti quegli aspetti dell’isola che spesso sottovalutiamo.
Il clima, in primis, e poi il valore dell’accoglienza, che diventa fondamentale nella loro attività, le olive, le mandorle e la possibilità di guardare il mare dalla collina. Tutti elementi che per noi forse sono scontati, ma che invece sono ricchezza.
Laura, di Ferrara, e Gianluca, di Palermo, si conoscono a Bologna.
Dopo gli studi – lui frequenta Scienze della comunicazione e lei Filosofia e Antropologia – Gianluca diventa responsabile della comunicazione all’interno di un’azienda di educazione alimentare e promozione di nuovi stili di vita, e Laura lavora per Legambiente, nell’ambito di progetti di educazione ambientale.
Galeotte furono le conversazioni sulla valorizzazione territoriale: iniziano una relazione nel 2014.
Nell’ottobre del 2015 si trovano a Cianciana, paese in provincia di Agrigento circondato dai monti Sicani, dove la famiglia di Gianluca ha una casa e un terreno.
«Io passavo molto tempo lì durante la mia infanzia – ci racconta Gianluca -. Fino al 2001 capitava di andare una o due volte l’anno, la prima volta che è venuta Laura è stato nell’ottobre 2015, durante una campagna delle olive.
Ci siamo presi entrambi le ferie, e poco dopo essere arrivati, Laura ha avuto una folgorazione, ha detto ”sarebbe un posto meraviglioso dove vivere” e ha iniziato a farmi vedere quei luoghi e quelle colline sotto un’altra luce. Laura ha subito colto la bellezza e la potenzialità».
«Essendo una donna di pianura, avendo vissuto tra il delta del Po e poi Bologna, le colline da cui si vede il mare e il panormana da qui erano una novità assoluta, e poi mi ha colpito la luce della Sicilia», aggiunge Laura.
Nel frattempo a Gianluca arriva un’offerta di lavoro a tempo indeterminato, ed è in quel momento che decidono di lasciare tutto. Così nel 2016, cambiano radicalmente vita e seguono le loro reali passioni, decidendo di andare a vivere a Cianciana.
Dopo aver ristrutturato il casolare del nonno di Gianluca, iniziano a fare ospitalità (home sharing tramite Airbnb) e ad occuparsi dei due ettari di terra, coltivando soprattutto olive e mandorle.
Prima di essere un’occupazione, è una scelta di vita: «Eravamo al bar Garibaldi a Palermo, una sera di inizio gennaio 2016, era già da un po’ che avevamo intuito che Bologna non fosse la città dove volevamo mettere radici. Non era la dimensione in cui sentivamo che avremmo potuto realizzarci come persone, coppia e famiglia.
Al bar Garibaldi abbiamo iniziato a buttare giù un po’ di idee, partendo dalle competenze di entrambi», ci racconta Gianluca. Decidono così di puntare sulla vocazione all’accoglienza e di creare qualcosa a partire dalla terra, dall’agricoltura.
«I miei nonni sono contadini, quindi sentivo un richiamo ancestrale, è molto familiare per me il ciclo della natura», ci dice Gianluca. Se la scelta di un siciliano che, dopo anni fuori, vuole tornare in Sicilia, è abbastanza comprensibile, stupisce invece la scelta di Laura, ma lei non ha dubbi.
«Dal mio punto di vista il vero cambiamento forte che ho vissuto è stato il trasferimento dalla città alla campagna, come ritmi di vita. Poi il fatto che sia una campagna al sud ha acuito questa differenza, nel bilancio che facciamo ci sono anche elementi negativi, ma siamo molto convinti delle nostre scelte.
Viviamo in un luogo in cui l’aria non è inquinata, il clima è favorevole. Ci siamo resi conto, a maggior ragione in questo anno di pandemia, che la scelta di vivere in campagna ha migliorato la nostra vita. Io tra l’altro ero incinta l’anno scorso. Da marzo 2020 siamo ancora più convinti della nostra scelta», ci racconta.
Nel luglio scorso nasce la loro prima figlioletta, Nina.
Cianciana calling’ è il tentativo di offrire a delle persone che vanno in vacanza, un punto di vista familiare di quel luogo: «Viene chi vuole avere dei punti di condivisione, la casa è una sola, il tavolo è uno solo. Ospitalità per chi vuole condividere con gli host qualcosa in più di una camera e della colazione. Raccogliamo la frutta, suoniamo la chitarra insieme».
L’azienda vive di agricoltura e di turismo e questa doppia attività è tornata utile, soprattuto nell’ultimo anno.
«Noi abbiamo puntato molto sull’agricoltura, perché solo con agricoltura o solo con turismo si fa fatica. Quando il turismo non si può fare, abbiamo la risorsa dell’agricoltura. Siamo cresciuti tanto in ambito agricolo perché siamo riusciti a relazionarci con realtà simili a noi, con cui lavoriamo spesso insieme», ci dice Laura.
Il nome simpatico e musicale è stato scelto da una loro amica, una delle prime a visitare la loro nuova dimora, traendo ispirazione da ”London Calling” dei Clash, ha detto loro ”Non sarà Londra, ma anche Cianciana non è male!” (Jessica Di Bona, Balarm)
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