I Windsor hanno sangue arabo?

Nel 2018 circolò una notizia che fece un certo scalpore. Questa notizia diceva che la regina Elisabetta II possa essere una discendente di Maometto e ancora, di tanto in tanto, tale notizia pare affiorare sulla stampa inglese. Infatti, questa associazione offrirebbe nuove sfaccettature alla supposta conversione della regina Vittoria (1819-1901) all’Islam, come vien narrato nel film “Victoria e Abdul”, tratto dal libro di Shrabani Basu.

La storia della discendenza maomettana di Elisabetta II non è nuova, essendo già nota a partire dal 1986, allorché lo spregiudicato genealogista inglese Harold B. Brooks-Baker pubblicò un articolo su tale spinoso argomento sul Burke’s Peerage, il vademecum della nobiltà britannica.

Quel suo articolo fu poi ripreso pochi giorni dopo dal “Al Ousboue” un giornale marocchino, con un articolo firmato dallo storico Abdelhamid Al-Aouni, il quale non pare nutrire dubbi sull’argomento e dichiara che la regina britannica è sicuramente la 43ma discendente di Maometto e, in quanto tale, degna del titolo onorifico di “sayyida” or “sherifa” riservato a tutti i discendenti del Profeta.

L’anello di congiunzione genetico fra il profeta dei musulmani e la vecchia regina dei britannici sarebbe una certa Zaida di Siviglia, nota anche come Isabella di Siviglia (circa 1063-1107), prima concubina e poi moglie di Alfonso VI (1030-1109). 

Zaida era vedova del principe Al Mamun, emiro di Cordova, figlio del re di Siviglia, Muḥammad al-Muʿtamid, morto in combattimento nella battaglia del castello di Almodovar.

Nel 1091 il re di León e Castiglia, Alfonso VI, occupò Cordova e Zaida fu accolta alla sua corte, dove le influenze musulmane erano fortissime. Divenne sua amante e poi si fece battezzare a Burgos, acquisendo un nuovo nome: Isabella.

Isabella diede un figlio al re, Sancho e uno dei suoi discendenti entrò nella famiglia del conte di Cambridge, alla quale Elisabetta II è certamente collegabile.

L’anello debole di questa bella teoria è proprio Zaida. Infatti, non esistono prove che lei abbia davvero avuto il sangue del profeta, pur essendo stata la figlia del califfo Muatamid bin Abbad. Si sospetta, infatti, che fu in realtà da lui adottata, una possibilità discussa già in tempi non sospetti da storici musulmani. 

A complicare ulteriormente il quadro esisterebbe anche una seconda Isabella in quel periodo: una di queste sarebbe Zaida e l’altra una sua omonima, a sua volta sposata da Alfonso VI.

Zaida morì di parto e fu sepolta a Sahagún, in Spagna e sulla sua tomba sarebbe stata posta questa iscrizione in latino: “H.R. Regina Isabel, uxor regis Adefonsi, filia Benabet Regis Sevillae, quae prius Zayda, fuit vocata”.

Qui giace H.R. la Regina Isabella, moglie di Alfonso, Re di Castiglia, figlia (nuora) di Aben-abeth re di Siviglia, precedentemente chiamata Zaida.

Grazie al marito della regina Vittoria, Alberto di Saxe Coburg Gotha possiamo dire che ereditò tutti migliori geni europei, inclusi quelli dei Savoia, ma non solo, vi sono anche quelli degli Scaligeri di Verona e dei Visconti, grazie alle milanesi Taddea e a Viridis Visconti, figlie di Beatrice della Scala.

La regina Elisabetta II ha un patrimonio genetico che si definì storicamente a partire dal XIV secolo e che è condiviso dalla gran parte della nobiltà europea. Volendo risalire a prima di quel periodo è azzardato, a causa della mancanza di fonti certe e di documenti attendibili.

Dunque, la storia della discendenza da Maometto di Elisabetta II va presa con molta cautela, o meglio ancora, con una grossa dose di scetticismo.

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