E ora parliamo di Roma

di Pino Forconi

Roma. Parlare di Roma non è facile: troppa storia, che — seppur spalmata su oltre duemila anni (per l’esattezza 2778 oggi) — non basterebbe per descriverla tutta. Sono romano, un po’ fanatico, ma non posso farci nulla. Roma è una città che ti entra nei condotti venosi del corpo, e non te ne puoi liberare.

Seguo gli eventi della città e, francamente, mi chiedo: a Roma ci sono ancora i romani? Oppure ci sono solo degli abitanti con una carta d’identità che lo attesta e… basta? Capisco e confermo che gestire Roma non è facile, e lo dimostrano i vari sindaci che si sono alternati a questa carica. Vengono eletti, la prendono in consegna e, come la prendono, così la lasciano.

Si pensa e si spera sempre che forse qualche buca verrà chiusa, che forse cambieranno qualche cassonetto per l’umido, un po’ più moderno e capiente… 

Macché! Anzi, quando se ne vanno a fine mandato, all’appello ci sono meno cassonetti, perché gli altri sono stati tutti bruciati in qualche “santa” manifestazione di protesta.

Anzi, sembra che nei prossimi calendari che verranno stampati spariranno i Santi e le ricorrenze, e al loro posto verranno annunciati i vari scioperi. 

Così i negozianti potranno sapere se aprire o andarsene al mare, mentre i turisti potranno pianificare le loro visite a musei e chiese senza rimanere imbottigliati. Una bella prospettiva, non c’è che dire.

Ma torniamo alla mia Roma. Io mi diletto a scovare dei siti poco conosciuti — che neanche io conosco — ma lo faccio non solo per ampliare le mie conoscenze storiche, bensì anche per chi, leggendo questo giornale, possa scoprire le bellezze nascoste di questa meravigliosa città. Come saprete, Roma sorge su sette colli, e uno di questi è il Celio. Questo colle è conosciuto anche per l’ospedale militare, frequentato da molti di noi in periodo di chiamata al servizio.

Poco distante c’è una chiesa un po’ particolare nella sua forma: Santo Stefano Rotondo. Un Santo Stefano veramente “rotondo”, perché la chiesa è rotonda. A differenza di molte chiese, a pianta a croce greca, questa è tutta rotonda.

Risale al V secolo dopo Cristo (d.C.) ed è, apparentemente, l’unica chiesa a pianta circolare, formata da due giri di colonne interne che fungono da cornice a una croce greca interna, le cui estremità fungono da cappelle. La chiesa è situata in un giardino facente parte dell’acquedotto Claudio, racchiuso dentro le mura romane.

Papa Innocenzo II fece modificare l’ingresso con due enormi colonne di marmo, per sostenere un tetto pericolante. Ulteriori restauri diedero maggior apporto artistico alla struttura, grazie alla partecipazione di Papa Niccolò V nel 1453. La rotondità è data da 22 colonne di marmo che racchiudono l’altare maggiore della chiesa.

Meravigliosi dipinti sacri, datati al 1580, del Tempesta; altri preziosi affreschi del Pomarancio e di Matteo da Siena, sempre intorno agli anni 1582; e preziosi mosaici bizantini raffiguranti il Cristo. Negli anni ’90, ulteriori restauri portarono alla luce reperti storici risalenti al II e III secolo d.C.

Chiaramente non sono uno storico dell’arte, ma vi racconto tutto questo per darvi un’idea delle bellezze che questa città, Roma, racchiude. Per noi che viviamo lontani dall’Italia, e che ogni tanto vi facciamo ritorno per visitare parenti e amici, potremmo fare anche un piccolo strappo al tempo a disposizione per visitare queste meraviglie.

E magari, invece di limitarci alle solite mete turistiche, potremmo esplorare le tante realtà meno note, che svelano un volto più intimo e autentico della città. Anche una semplice passeggiata tra i vicoli, se fatta con occhi curiosi, può regalare emozioni inattese. È nei dettagli che Roma si svela davvero: nel silenzio di una chiesa vuota, in un’edicola sacra incastonata nel muro, in una fontanella nascosta in un cortile.

Per il sapere, in futuro mi prodigherò a scoprire altre rarità — non solo per voi, ma anche per me stesso. Roma è una città che non finisce mai, e ogni angolo ha una storia da raccontare. Arrivederci alla prossima.