La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte…

La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte.
Il vestito alla romana, viva, viva la Befana!
La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte.
Il vestito alla romana, viva, viva la Befana!

Era il 1978 quando Gianni Morandi incise per R.C.A. “La Befana vien di notte” di Lucilla e La Brigata Canterina, una canzone rimasta tra le più classiche dell’universo infantile, quella che ogni bambino italiano conosce e che, negli anni, è stata cantata in tantissime versioni.

Un brano Folk dedicato alla Befana è contenuto nella raccolta Black Album del 2011 del gruppo Le-Li.

Il lato A del disco è in lingua italiana, il lato B è in inglese e un brano in francese. In tale brano la Befana è vista come salvatrice e viene invocata con la scusa di non averla disturbata mai da bambini.

Altro brano degno di menzione è “Arriva la Befana” di Le Mele Canterine. Nel nostro calendario il 6 gennaio è segnato come giornata non lavorativa in cui la Chiesa Cristiana festeggia l’arrivo, dal lontano Oriente fino a Betlemme, dei tre Re Magi che vogliono onorare la nascita del Bambino Gesù con i loro doni.

Ma non basta, per molte persone il 6 gennaio è solo il giorno della Befana che porta doni ai bambini buoni e carbone ai monelli. La Befana è, certamente, una figura folcloristica legata alle festività natalizie e la sua tradizione si è diffusa nel Bel Paese da nord a sud per prima e, successivamente, nel resto del mondo.

Secondo la tradizione la Befana, il cui nome deriva dal greco epifàneia, è una vecchia, con un sacco enorme sulle spalle, che vola su una scopa molto logora nella notte tra il 5 e il 6 gennaio.

E così sappiamo che, durante la notte, vola sui tetti delle case, vi entra pian pianino e riempie le calze lasciate appese sul camino o vicino ad una finestra.

La leggenda vuole che i bambini che, durante tutto l’anno, si sono comportati bene riceveranno dolci, caramelle, frutta secca o piccoli giocattoli ma chi si è comportato da monello troverà le sue calze piene di carbone o di aglio.

Ai bambini molto buoni
porterà dolcetti e doni…
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte.
Il vestito alla romana,
viva, viva la Befana!


La storia della Befana è riconducibile ad una serie di riti propiziatori pagani risalenti a sei secoli a.C. e che si riferivano ai cicli stagionali dell’agricoltura e relativi al raccolto dell’anno trascorso ma ormai pronto per rinascere come anno nuovo, diffuso nell’Italia agricola settentrionale, nell’Italia centrale, nell’Italia meridionale.

Tutto ciò attraverso un antico Mitraismo del dio persiano Mitra e altri culti come quello celtico, legati all’inverno boreale.

Gli antichi Romani fecero propri detti riti e li associarono al calendario romano; così, la dodicesima notte dopo il solstizio invernale, i Romani celebravano la morte e la rinascita della natura.

Inoltre, i Romani credevano che, nelle 12 notti che rappresentavano i 12 mesi del calendario romano, vi fossero tante figure femminili che volavano sui campi coltivati per propiziare la fertilità dei raccolti futuri ed è da ciò che è emersa la figura “volante”.

All’inizio, la figura volante fu raffigurata come Diana, dea della cacciagione e della vegetazione; successivamente la Befana fu collegata ad una festa romana che, svolgendosi in inverno, era in onore degli dei Giano e Strenia e, durante la festa, i Romani si scambiavano regali.

Ma le tradizioni sono tante e, secondo altre fonti, la Befana ci richiama ad alcune figure della mitologia germanica come Holda e Berchta, personificazioni al femminile di Madre Natura invernale.

Nel IV secolo d.C. le cose cambiarono e la Chiesa di Roma cominciò a condannare le credenze pagane definite quale frutto di influenze sataniche e tante sovrapposizioni, intorno al Medioevo, portarono alla figura d’aspetto benevolo ma ancora associata ad una strega perché volava su una scopa che, da precedente simbolo di purificazione per le anime, successivamente era stata ritenuta simbolo di stregoneria.

Nei secoli, gradualmente, la figura benevola della Befana fu accettata dal Cattolicesimo come una sorta di dualismo tra bene e male.

Al tempo di Epifanio di Salamina (315-403) vescovo e scrittore greco, la ricorrenza dell’Epifania fu proposta per la dodicesima notte dopo il Natale assorbendo, così, l’antica simbologia numerica pagana.

Una leggenda cristiana del XII secolo vuole che i Re Magi, diretti a Betlemme per portare oro, incenso e mirra a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la giusta strada, chiesero informazioni ad una vecchia che diede le informazioni giuste ma non volle accompagnarli nonostante le loro insistenze.

Poi si pentì di non aver seguito i Magi, preparò un cesto colmo di dolci, uscì da casa ma non li trovò. Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino distribuendo dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che, uno di essi, potesse essere il piccolo Gesù.

Da allora gira il mondo facendo regali a tutti i bambini per farsi perdonare.

Noi la preferiamo volante sulla scopa e, anche a suo nome, auguriamo Buona Epifania a tutti i lettori di Allora!

Che magnifica magia…
Notte dell’Epifania.
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte.
Il vestito alla romana,
viva, viva la Befana!

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