Dopo un volo tra l’Italia e l’Australia che sembrava non dovesse mai finire, eccomi finalmente a destinazione. Eppure, il fuso orario fa le sue birichinate: la mattina si trasforma in sera e la sera in mattina. Mi ritrovo a crollare sul letto alle sei del pomeriggio per risvegliarmi alle tre del mattino, completamente rintronato, con il ronzio costante del Jumbo ancora nelle orecchie. In questo limbo spazio-temporale, mi ritrovo in uno stato di confusione totale. Non ho la minima idea di dove mi trovi o che giorno sia. Ma la sorpresa più grande mi attende fuori di casa: una pantera dei Carabinieri. “Oddio! – esclamo. – Cosa avrò mai combinato? Sarà che il Consolato ha mandato i Carabinieri a prendermi?” Devo ammettere che da quando mi multavano per la targa sporca o la marmitta un po’ troppo rumorosa della mia Benelli, ho sviluppato un certo timore per l’autorità.
Ma poi, osservando meglio, mi rendo conto che sono in Australia. Difficile credere che i Carabinieri abbiano fatto un viaggio di 16.000 chilometri solo per “catturare” il colpevole, che in questo caso sarei io… o forse è il mio vicino di casa? Dopotutto, i rami del suo mandarino sembrano avere un debole per la mia “beccheyarde”. Uno sguardo più attento rivela che l’auto dei Carabinieri ha persino la targa delle “auto storiche”.
Chissà, forse sarà utilizzata in qualche film della SBS? O forse serve a proteggere i nostri rappresentanti italiani… se ce ne sono ancora, visto la loro misteriosa assenza dalla scena comunitaria. Decido di chiamare Antonio o Sebastian… forse domani… dopodomani sicuramente!. Forse questa è la loro auto ufficiale! Aspetto svariati lunghi minuti, ma nessun tutore dell’ordine si fa vivo. Ci saranno forse degli agenti segreti dei Carabinieri in Alfa Romeo con “Stellone” ad osservarmi nell’ombra? Continuo la mia passeggiata e, al mio ritorno, i Carabinieri e la loro auto sono magicamente scomparsi… Ma forse era solo un sogno. Buona notte Italia e buon giorno, Australia!
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