Lo scorso 16 Maggio, presso The Royce Café sito in Penrith, alla presenza di un cospicuo numero di amici, Nancy Messina ha presentato il suo libro dal titolo “La storia di una Migrante”.
Potrebbe essere la storia di una delle tante emigrate, ma pur sempre la storia di qualcuno che ha lasciato la sua terra per una nuova vita, con tutte le sue sfaccettature e le sue esperienze vissute. Spinta da alcuni appunti scritti dal padre, Nancy racconta la sua storia e quella della sua umile famiglia proveniente dalla Sicilia, trasferitasi in Australia agli inizi degli anni ’50.
Nunzia Vittorino, in Australia conosciuta come Nancy Messina è nata a Mezzojuso in provincia di Palermo il 6 dicembre del 1949, giorno dei festeggiamenti di San Nicola (noto per la sua generosità) da Antonio e Caterina Vittorino. La quarta di cinque figli è la prima di due figlie femmine. Nancy è stata per i suoi genitori un miracolo, viste le difficoltà e le esperienze vissute per la nascita dei precedenti figli di cui i primi due venuti a mancare per gravi problemi di salute. Nancy trascorre i primi anni di vita a Poggioreale (Trapani) con la madre e il fratello Frank, mentre il padre Antonio era partito alla volta dell’Australia nel 1955.
Solo dopo un anno e precisamente il 6 luglio del 1956 dopo un lungo viaggio durato circa un mese, Nancy approda in Australia con la madre e il fratello Frank. D’apprima vive in una piccola casa a Newtown, poi insieme alla sua famiglia, si trasferisce ad ovest di Sydney e precisamente a Smithfield e si sposa con Marco Messina nel 1970.
Madre di tre figli, si dedica alla famiglia e al lavoro. Dopo varie attività a carattere familiare e la morte del marito Marco, inizia ad interessarsi di attività immobiliari, lavorando per le più prestigiose compagnie di costruzione. In pochi anni, molti sono stati i successi e i traguardi raggiunti, tali da renderla un agente immobiliare di alto livello.
Nancy divenuta australiana subito dopo la sua emigrazione in questa meravigliosa terra, non ha mai smesso di pensare alle sue origini e a tutto ciò che l’ha resa orgogliosa di essere italiana.
Questo articolo è apparso nell’edizione del 1 luglio 2021 di Allora!
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