Quale giorno celebrare la Pasqua?
La pratica cattolica romana, nel fissare come giorno di Pasqua sempre la domenica, intendeva rifarsi al presunto giorno della risurrezione di Yeshùa. Policarpo, vescovo di Smirne nel 2° secolo, ritenuto discepolo dell’apostolo Giovanni, si rifiutò di seguire la prassi romana.
All’età di 86 ani, Policarpo fu messo a morte nello stadio di Smirne. La controversia sulla data della pasqua terminò nel 325 al Concilio di Nicea, che stabilì che la Pasqua doveva essere celebrata la prima domenica dopo la luna piena che seguiva l‘equinozio di primavera. Nel 525 si stabilì poi che questa data doveva cadere tra il 22 marzo e il 25 aprile.
Oggi la data della pasqua cristiana è calcolata dagli ortodossi adoperando il calendario giuliano; i cattolici e i protestanti impiegano invece il calendario gregoriano.
Dopo quanto risuscitò Gesù?
“Come Giona fu tre giorni e tre notti nel ventre del cetaceo, così il Figlio dell’Uomo starà tre giorni e tre notti nelle profondità della terra.”
C’è chi contesta i tre giorni e le tre notti, facendo notare che partendo dal venerdì pomeriggio, fino ad arrivare all’alba della domenica non ci sono tre giorni e tre notti, ma un giorno e mezzo, calcolando per un giorno il completamento delle 24 ore.
Eppure per gli ebrei non era così, infatti sant’Agostino ci spiega che per quanto riguarda il venerdì dovrai intendere come una notte e un giorno, e quindi per un giorno intero, quelle ore del giorno che seguirono la sepoltura aggiungendovi anche la notte che l’aveva preceduto; il sabato notte e giorno; per la domenica sono un giorno intero, la notte e l’alba dello stesso giorno.
In tal modo, considerando come un tutto anche la parte, hai i tre giorni e le tre notti.
È come quando d’una donna incinta si dice che è al decimo mese della gravidanza. Non si vuole dire altro che i nove mesi sono già completi e l’inizio del decimo mese lo si computa per un mese intero. Se Gesù morì il Venerdì, e risuscitò la Domenica mattina, come è possibile che siano passati tre giorni?
La Bibbia è facile da capire, sicuramente sì, in molte sue pagine e insegnamenti, ma vi sono versetti sui quali molti sorvolano, perché se vi si soffermano troppo rimangono senza spiegazioni.
“Come Giona fu tre giorni e tre notti nel ventre del cetaceo, così il Figlio dell’Uomo starà tre giorni e tre notti nelle profondità della terra.”
C’è chi contesta i tre giorni e le tre notti, facendo notare che partendo dal venerdì pomeriggio, fino ad arrivare all’alba della domenica non ci sono tre giorni e tre notti, ma un giorno e mezzo, calcolando per un giorno il completamento delle 24 ore.
Eppure per gli ebrei non era così, infatti sant’Agostino ci spiega che per quanto riguarda il venerdì dovrai intendere come una notte e un giorno, e quindi per un giorno intero, quelle ore del giorno che seguirono la sepoltura aggiungendovi anche la notte che l’aveva preceduto; il sabato notte e giorno; per la domenica sono un giorno intero, la notte e l’alba dello stesso giorno.
In tal modo, considerando come un tutto anche la parte, hai i tre giorni e le tre notti. È come quando d’una donna incinta si dice che è al decimo mese della gravidanza.
Non si vuole dire altro che i nove mesi sono già completi e l’inizio del decimo mese lo si computa per un mese intero.
Lo stesso notiamo a proposito della trasfigurazione del Signore sul monte.
Un evangelista dice che avvenne dopo sei giorni (Matteo 17,1) mentre un altro dopo otto (Luca 9,28).
Questo secondo computa come giorni interi e l’ultima parte del primo giorno, (quello nel quale il Signore promise l’evento) e la prima parte dell’ultimo giorno (quello cioè in cui la promessa si realizzò).
Egli scrive così per farti comprendere che l’altro, parlando di sei giorni, si riferisce ai soli giorni intermedi, che effettivamente furono completi e interi.
Da notarsi anche che, nella Genesi, il giorno comincia col sorgere della luce e finisce con le tenebre, volendosi indicare con ciò la caduta dell’uomo; nel Nuovo Testamento invece il giorno inizia dalle tenebre per muovere verso la luce, come fu detto: Dalle tenebre sorge la luce.
Con ciò si indica l’uomo che, liberato dai peccati, giunge alla luce della giustizia.
Senza un’adeguata spiegazione, solo con la preghiera i nostri mezzi e la nostra scarsa umiltà, avremmo capito il perché vengono menzionati giorni diversi dai diversi agiografi?
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