La tragedia della Marmolada

Come ormai tutti sappiamo, nella giornata di domenica 3 luglio, un enorme blocco di ghiaccio si è staccato dalla cima della Marmolada delle Dolomiti, tra le provincie di Trento e Belluno, ad oltre tremila metri di altezza. La massa di ghiaccio è precipitata a valle travolgendo tanti escursionisti.

La notizia della tragedia ha scosso un po’ tutti, soprattutto coloro che amano la montagna e vanno spesso a passarvi le vacanze o semplicemente un weekend per respirare un po’ d’aria sana.

I giornali e le televisioni di tutto il mondo ne hanno parlato e continueranno finché non si troverà… Una causa? Un colpevole?

Non siamo qui a puntare il dito contro qualcuno perché è una tragedia della montagna che, probabilmente, abbiamo abbandonato e sfruttato nel tempo. 

Io, nativo delle zone delle Dolomiti e dopo essermi arrampicato e accompagnato per anni, e dopo avere insegnato a tante persone a rispettare la montagna, mi sento particolarmente scosso e turbato da questa tragedia umana.

Mi sento sconfitto ma non sono tanto meravigliato. 

Tantissime volte ho salito quella montagna con i ramponi e sono sceso con gli sci ai piedi sia d’estate che d’inverno e, per me, la Marmolada rimane sempre la Regina delle Dolomiti così come viene chiamata nelle valli circostanti.

Vorrei però sottolineare qualcosa di basilare: la montagna devi saperla conoscere, leggere e rispettare le sue regole. 

Tante volte con i colleghi del Soccorso Alpino, di cui ho fatto parte per parecchi anni, insieme abbiamo portato a termine operazioni di soccorso e salvataggio e altre volte, sfortunatamente, abbiamo eseguito il recupero di salme solo perché la gente si è avvicinata alla montagna con leggerezza, senza un adeguato equipaggiamento, oppure rischiando convinta di vincerla senza fare i conti col tempo, con le temperature e le precipitazioni. 

E, come soccorritore, devo dire che cosa peggiore è dovere spiegare ai familiari, che si aspettano la vita salvata del loro congiunto, che non è andata bene e devono prepararsi a ricevere una salma.

La montagna, simbolo statico del pianeta Terra, ha delle regole ben precise come anche il mare e il cielo e, se noi non vogliamo vederle e rispettarle, si paga sempre caro, a volte anche con la propria vita.

Io personalmente non mi sarei mai avventurato in simili condizioni sul ghiaccio della Marmolada, a quell’ora del giorno. Questa tragedia non avrebbe dovuto accadere se le regole della montagna fossero state seguite con professionalità.

Sfortunatamente per qualcuno non esistevano, non sappiamo se è per non pagare le guide alpine o perché gli escursionisti volevano sfidare la montagna e così, come suol dirsi, c’è voluto il morto per aprirgli gli occhi. 

Ad oggi, le vittime rinvenute sono nove di cui tre sono ancora senza identità e due erano della Repubblica Ceca. 

Concludo sottolineando che chi va in montagna o va al mare deve seguire sempre, e ripeto sempre, tutte le regole semplici e basilari perché basta uno sbaglio per pagare con la propria vita.

(Marco Simoni – Associazione Nazionale Alpini di Sydney)

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