Situato nel sobborgo di Petersham sorge il Majestic Theatre, che aprì il 25 maggio 1921. Era un cinema moderno per l’epoca, in stile vagamente liberty di grande capienza con posti in platea e su livelli circolari.
Nel 1946 fu rilevato dalla catena Greater Union Theatres e fu ribattezzato Odeon. L’interno fu modernizzato nel 1953, con una capienza ridotta a 1.602 posti e continuò ad operare fino al 1967.
Con l’avvento della televisione, i cinema entrarono in crisi e fu allora, nel 1969, che Tony Villanti e Tony Zeccola decisero di prenderlo in gestione per proiettare film greci e italiani e il locale fu ribattezzato Oreon Cinema.
Fu mantenuto il nome Odeon anche se Tony era convinto che fosse un nome greco e lo voleva cambiare in Oreon… ma il suo amico Tromeros, noto agente teatrale, mentendo, gli disse che non significava nulla in lingua ellenica e che, cambiare il nome sarebbe stato costoso. E Tony era molto, molto parsimonioso se non si trattava di scommettere alle corse dei cavalli.
I film preferiti non furono certamente i classici del cinema italiano, perché a detta di Tony, nessuno avrebbe pagato un dollaro falso per vedere Edipo Re di Pasolini o Giuietta degli spiriti di Federico Fellini.
Occasionalmente, quando il proiezionista non era disponibile, andavo in cabina e azionavo il vecchio proiettore 35mm a carboncini per un compenso di 10 dollari a serata. Non molto, ma l’avrei fatto anche gratis perché la gioia che mi dava far funzionare un vero proiettore cinematografico era tanta.
Gli avevo fatto una lista di films da noleggiare, ma Tony cancellò tutti quelli che, a suo dire, erano troppo impegnativi per il “suo” pubblico.
Rimasero “Ballata per un pistolero”, “Una colt in pugno al diavolo”, “Vado… l’ammazzo e torno” per gli amanti del genere Western; “ Riderà” con Bobby Solo, ”per i giovani innamorati, “I soliti ignoti” con Totò, per quelli che preferivano la comicità partenopea e l’immancabile film piccante tipo “I dolci vizi… della casta Susanna”.
E, per i giorni di festa, immancabilmente, Tony riempiva la sala con pellicole del duo siciliano Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
Quella domenica era in programma “I barbieri di Sicilia”. La pellicola era giunta con volo Alitalia e dopo la proiezione a Sydney, Tony l’avrebbe girata a Melbourne, Brisbane e Adelaide. Praticamente, con i subappalti, recuperava la spesa del noleggio. Dubito che il distributore in Italia sapesse quante volte proiettavamo il film e Tony, certamente, non glielo diceva.
Verso le 17.00 mentre riavvolgevo le bobine per controllare giunte fatte male o rotture varie, mi accorsi che il primo tempo era de “I barbieri di Sicilia” mentre la seconda parte era del film “Il bello, il brutto, il cretino”… sempre di Franchi e Ingrassia ma due film completamente diversi.
Tony bestemmiava in tutte le lingue che conosceva. La sala era piena zeppa. Che fare? Rimborsare il biglietto? Nemmeno per sogno: “The show must go on” disse con enfasi da infarto.
Questa poi… pensai. Le ho viste tutte, ma la prima parte di un film di “due barbieri che riescono a sabotare le armi batteriologiche che i nazisti si stanno preparando a usare contro gli eserciti alleati” … e la seconda di Franco e Ciccio “alle prese di un sergente sudista che, in punto di morte, rivela loro il nascondiglio di un tesoro”… questa non l’avrebbe bevuta nessuno!
Decisi di fare una lunga pausa tra la prima e la seconda parte. Ciò dava tempo agli spettatori di uscire nel “foyer” per comprare noccioline e caramelle, fumare una sigaretta e fare la pipì… E speravo vivamente che gli spettatori avessero la memoria corta.
Prima del secondo tempo, dopo una lunga proiezione di diapositive pubblicitarie accopagnate dalla musica di “Ciuri Ciuri”, proiettai la bobina promozionale de: “I dolci vizi… della casta Susanna”, causando un certo fermento in sala.
A seguire – Dio ce la mandi buona – iniziò il secondo tempo.
Dapprima pubblico tiepido e poi, man mano che la bobina si srotolava e le immagini apparivano sullo schermo, le risate si accavallavano ai fischi. Se n’erano accorti? Nemmeno per sogno! Fischi di gioia! – mi consolò Tony contentissimo mentre controllava il cassetto con i soldi dell’incasso.
“Fine” apparve sullo schermo. Accesi le luci. Guardai dal finestrino. La gente stava uscendo e sembrava contenta, felice.
– Il più bel film che abbia mai visto – sentenziò Carmela abbracciata a Vincenzo sul marciapiede fuori dall’Odeon.
– Furtunati fummu amuri meu: dui filme al prezzo de uno ci ficero vidire!
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