Er Chiusino de Roma

Questa è la mia storia: mi chiamo Tombino ma a Roma, per necessità linguistiche locali, mi chiamano “Er Chiusino”.

Nacqui nel lontano 1952 a Turbigo in provincia di Milano dove, all’epoca, c’era una fonderia piccola da post-guerra, ma bene attrezzata, ed aveva tante commesse tra cui quella di fare tombini per le città d’Italia.

A me toccò andare a Roma, quindi mi stamparono la classica frase SPQR! Cosa vuol dire SPQR? Ha molti significati: un paio carini e un paio poco carini ma quello vero viene dal latino, Senatus Populusque Romanus che si traduce in: “Il Senato e il Popolo Romano” Trasferitomi a Roma dopo pochi giorni, mi cementarono in un angolo di Via delle Milizie.

Ai lavoratori del Comune, confabulando tra loro, sentii dire: “…fortunato sto chiusino sta a due passi dar Vaticano…” (zona Prati per chi non è di Roma) e lì rimasi per molti anni tranquillo. Ogni tanto arrivava un controllo per verificare che tutto funzionasse, ma nient’altro.

Una mattina del 1962, arrivò una squadra di operai con ruspe, picconi, carriole ed altro e mi dissotterrarono da quel posto e fui buttato in un angolo tra spezzoni di cemento e calcinacci. Come d’abitudine, c’era sempre la solita comunella di gente che guardava e si chiedeva cosa stessero facendo. Un modo come un altro per impicciarsi.

Un signore, che poi seppi chiamarsi Federico Degli Esposti (nome d’arte) sentii che chiedeva agli operai cosa avrebbero fatto con quel tombino, riferendosi a me; uno di loro gli rispose che mi avrebbero buttato da qualche parte, al deposito del Comune ma, se gli piacevo, poteva pure prendermi.

Così fu, ma mai potevo immaginare di fare il giro del mondo. Costui mi portava con sé ovunque fosse trasferito per lavoro. Arrivavo in un posto, misurava per il buco da fare, poi mi metteva in bella vista, sempre davanti al suo ingresso di casa.

Quindi mi portò in Sud Africa, in Argentina, in Marocco, in Mongolia e perfino in Australia. Qui, un bel giorno di venti anni fa, dissero al mio padrone che io conoscevo come signor Federico che era il momento di andarsene in pensione e, quindi, di tornare a casa sua, cioè a Roma.

Il suo primo pensiero fu per me, chiedendosi: dove lo metto a Roma se vivrò in un appartamento? Quindi tra i soliti saluti degli amici, il caro Federico prima di partire mi regalò, come ricordo, ad un suo caro amico, Maurizio Aloisi.

La felicità di tale Maurizio fu tanta, perché un pezzetto di Roma sarebbe stata presente nella sua casa. E cosi fu, mi mise una bella e solida cintura di calcestruzzo e mi fissò all’ingresso del suo garage. Li, ho passato vari anni in santa pace, convinto di finire i miei giorni in quel sobborgo di Sydney.

Ma la pace e la tranquillità non sempre sono disponibili perché, che ve lo dico a fa’, pure egli ha deciso di cambiare casa. Immaginate la mia preoccupazione da tombino romano,
pardon, de chiusino romano… e adesso che succede? Che fine mi faranno fare?
Già da tempo ogni tanto sentivo parlare in romanesco, capite, una battuta qua e là, ma avevo capito che quel tizio, che veniva in visita da Maurizio, doveva essere per forza di Roma.

Una bella mattina, proprio il giorno dell’ultimo dell’anno 2021, arriva questo amico che Maurizio chiama Pino e gli dice: “Sei l’unico che può capire il valore di questo Tombino e quindi te lo regalo”.

Lì per lì, convinto che non avrei avuto mai più una casa, mi sono ripreso e mi sono detEr Chiusino de Roma to: “Male che vada pure egli è de Roma e avrà cura di me”. Ne ho avuto la prova, perché Pino, con la santa pazienza, si è messo lì, sotto il sole e, con due o tre botte di martello e scalpello, mi ha schiodato e tirato fuori da quel buco per portarmi a casa sua.

Certo non è Roma, ma ho capito che mi metterà sotto un altro simbolo di Roma che egli ha all’entrata di casa ed è il nome della strada dove abitava a Roma, tra l’Appia e la Tuscolana, esattamente in Via Eurialo.

Vi assicuro, un vero gentleman, già mi ha ripulito e ora sono sotto lucidatura. Ma pensate un po’ che vita la mia, quasi 70 anni da quando mi forgiarono ma, oltre a Roma, ho sempre avuto un padrone romano, questa sì ch’è vita.

Per il futuro mi sembra di aver capito che c’è un altro appassionato di Roma che mi vorrebbe, ma per fortuna c’è ancora tempo, per il momento fatemi stare qualche anno con questo simpaticone di Pino. Aho! Se passate da ste parti, venite a conoscermi, me farà piacere! Ciaooo!!!

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