Leggi ma attento a non pensare troppo

Diceva sempre mio padre, “Figliolo perché non leggi? Leggere è importante, perché apre la mente, sviluppa il sapere, rende più agevole il cervello per raggiungere orizzonti lontani, scoprire dubbi, incertezze e farsi domande…”

Ahhh! farsi domande??? Ecco la prima. A forza di leggere ho quasi mille domande e quesiti ai quali devo dare delle risposte, quindi torno a leggere per trovare risposte ai vari argomenti ed ecco che il cerchio si chiude e ricominciamo da capo. Mi attacco al computer, digito e chiedo, trovo delle risposte che a sua volta mi portano a chiede: “perché?”

Per esempio, volevo sapere “Chi è Chi” nell’ambito del nostro governo e tra le tante informazioni da scovare ne digito una certamente di molto interesse che riguarda quanto guadagna un parlamentare. Quindi digito … leggo… e casco – giustamente – di culo fuori della sedia. Ammappete!

Non riporto le cifre per non offendere chi legge il giornale. Ma penso ad un semplice lavoratore come tanti che guadagna intorno ai 30-40 mila dollari all’anno, quasi sufficienti, ma che di fronte agli abituali oneri familiari non potrebbe certo farcela se non fosse per la consorte che anch’essa porta a casa un altrettanto trattamento annuale.

Quello che invece guadagnano annualmente i mille fortunati scaldapoltrone per “parla-mentare” – cioè per il classico ed inutile bla, bla, bla – fa impressione, è da capogiro. Ora capisco perché certi soggetti, in periodi di elezioni, si affannano alla ricerca di elettori che con il loro voto possano farli vincere alla lotteria, facendosi mandare a “parla-mentare” a Roma, naturalmente in cambio di fantomatiche promesse che mai e poi mai potranno portare a termine.

Mi sono poi soffermato per scoprire il loro grado di studio, behh!! tutti laureati – sulla carta naturalmente -, poi a sentirli parlare e capirli diventa un terno al lotto. Andreotti diceva che un ignorante lo si capisce subito, più tecnicismi usa nel parlare e nello scrivere, più è l’incapacità di svolgere il proprio ruolo. Sfortunatamente, per fino nei palazzi nostrani di Sydney ne abbiamo qualcuno.

Quelli un po’ più addentrati nella politica o nella cosa pubblica, poi, imparano il “politichese” o il “tecnocatese” nel tentativo di non far capire una mazza a chi li ascolta e chi si aspetta da loro delle risposte chiare.

Allora li, si potrebbe definitivamente apprezzare il semplice appuntato dei carabinieri, che benché sia arrivato alla quinta elementare, è senz’altro mille volte più chiaro e simpatico di un finto colto, specialmente se costui non ha avuto la faccia tosta di farsi eleggere al parlamento o scalare la carriera a forza di calci nel deretano.

Andando indietro nel tempo, mi torna alla mente una di quelle riunioni dove i papabili alla “lotteria parlamentare” (in tempo di elezioni) cercavano di convincere gli astanti che se fossero stati eletti avrebbero ridato la cittadinanza a chi l’aveva persa e aperto la porta a fatidici abbonamenti gratuiti a “Rai International” per tutti. Beh! Che ve lo dico a fà. Sempre e solo chiacchere…

Il governo italiano, “quello dei soliti” se invece di pagare stipendi d’oro a 18 lecchini eletti all’estero che tanto nulla possono fare per chi li ha mandati nelle stanze del potere, investissero quel denaro in un serio contratto tra RAI e le altre società nel mondo, forse potremmo anche sperare di far giungere nelle case degli italiani la voce dell’Italia con le sue pupazzate e principalmente il tanto amato pallone.

Forse Fabrizio Ferragni, nuovo direttore di RAI Italia – potrebbe dare una mano, sempre che non venga ostacolato dall’oscuro firmamento, eterni negazionisti. Male che vada, l’unica immorale ma necessaria opzione resta il mondo infinito di internet. E poi dicono che lo stato non induce all’illegalità…? Scherzi a parte, ma se una cosa del genere dovesse essere presa sul serio – cosa su cui nutro grossi dubbi – per favore, aggiudicatemi la paternità dell’idea.

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