di Angelo Paratico
Il 18 agosto del 1750 nasceva a Legnago (VR) il compositore Antonio Salieri (1750-1825), che divenne poi il più grande musicista della sua generazione e la cui influenza cambiò il corso della musica e della moda viennese e dunque di quella europea. Fu compositore di corte a Vienna ed ebbe tra i suoi allievi, Ludwig van Beethoven (che gli dedicò le tre Sonate op. 12) anche Franz Schubert, Franz Liszt, Giacomo Meyerbeer e altri celebri musicisti dell’epoca.
Fu stimatissimo anche come insegnante di canto. Fu grande organizzatore di concerti e, nel 1817, fu tra i fondatori del conservatorio di Vienna.
La sua memoria è stata infangata, ma anche ravvivata, dalla leggenda che per invidia avvelenò Mozart.
Questa calunnia vien solo presa per vera dagli ignoranti di cose musicali, giacché Mozart era a quel tempo visto come un musicista geniale ma lontano dalla sua realizzazione e, inoltre, appartenevano a due scuole parallele, il Salieri era della scuola tedesca, non di quella italiana. Dunque, è infondata la diceria secondo la quale fece avvelenare Mozart per invidia del suo genio: una leggenda immortalata da Puskin che ne fece un piccolo testo teatrale, musicato in seguito di Rimskij-Korsakov.
La diceria dell’avvelenamento di Mozart fu usata come artifizio romanzesco dal Puskin, ma forse c’entrava la perfida lingua dello spregiudicato abate viterbese, licenzioso poeta satirico, Giovan Battista Casti, inviso sia alla corte di Pietroburgo sia alla corte di Vienna, che probabilmente per vendetta mise in giro il malevolo pettegolezzo.
Così come oggi si direbbe che uno va tenuto a distanza perché jettatore. Ma la vera diffusione della diceria venne più tardi, quando fu rilanciata da Peter Shaffer con il conosciutissimo dramma “Amadeus” (1979) e cinque anni dopo, nel 1984, da Milos Forman con uno strepitoso film tratto proprio dal libretto dello Shaffer.
Salieri scrisse una quarantina di opere. Addirittura, un dramma giocoso in due atti Il mondo alla rovescia, rappresentato per la prima volta in tempi moderni il 14 novembre 2009 al Teatro Salieri di Legnago, anticipando il titolo del libro del generale Vannacci.
Di notevole ampiezza e fattura e anche la sua produzione orchestrale, cameristica e sacra (al suo funerale il suo Requiem in do minore venne eseguito con la direzione di Franz Schubert).
Dopo il 1821 soffrì di una grave malattia mentale che negli ultimi anni lo fece uscir di senno, fatto evidenziato correttamente (questo sì) anche nel celebre film Amadeus tratto dal libro di Shaffer, quando vien mostrato in carrozzella a benedire i mediocri, come lui che tutto fu men che mediocre.
Tra le sue opere vanno ricordate Europa riconosciuta, commissionatagli dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria che il 3 agosto del 1778 inaugurò il Nuovo Regio Ducal Teatro di Milano (l’attuale Teatro alla Scala) e Falstaff (1799) ispirato a Le allegre comari di Windsor di William Shakespeare della cui opera Beethoven utilizzò il tema del duetto per una sua opera e al quale Giuseppe Verdi si rifece per scrivere il suo omonimo dramma.
