FINANZIARIA SOLITO (INUTILE) CAOS

Ricordate? Esattamente quattro settimane fa e proprio su queste colonne prevedevo “in anticipo” lo scontato comportamento della CGIL sulla legge finanziaria che – come ampiamente previsto – si è concretizzato nel dichiarare lo sciopero generale, ufficialmente “perché la finanziaria danneggia i poveri, non fa aumentare i salari, dimentica la sanità pubblica, la giustizia fiscale, istruzione pubblica, pensioni, precarietà, politiche industriali e del terziario”. Siamo così arrivati al 22° (ventiduesimo!) sciopero generale dell’anno indetto dalla CGIL. Lasciamo perdere la scontata ironia che il 12 dicembre cadrà di venerdì, consueto giorno canonico per gli scioperi, ma ha fatto rumore che critiche alla “finanziaria” siano arrivate, oltre che dalla opposizione, anche dalla Banca d’Italia.

Non è strano: i banchieri protestano perché saranno loro a rimetterci una parte dei loro iper-profitti e quindi la Banca d’Italia – che ne è portavoce – non poteva che arricciare il naso. 

A questo proposito una volta di più mi chiedo se l’opinione pubblica sia al corrente che gli azionisti della Banca d’Italia siano le stesse banche, Banca Intesa in testa, e quindi che l’ex Istituto di emissione sia di fatto diventato il “sindacato” degli istituti di credito. Ricordiamoci che senza particolari capacità, solo utilizzando i tassi imposti dalla BCE e lasciando a secco le remunerazioni per la clientela, gli istituti di credito italiani hanno fatto “bingo” nel 2024 con 30 miliardi di euro di profitti extra rispetto al solito: pagarne 4 in più di imposte vi sembra una sciagura? 

Ma la CGIL di questo non parla (magari chiedendo il raddoppio del prelievo) e ha perso l’occasione per proporre invece un taglio degli interessi sui mutui almeno della “prima casa”: questo sì che sarebbe stato un bell’incentivo per le famiglie! 

Ma stiamo ai numeri: 18 miliardi (che è il totale della manovra finanziaria) sono l’equivalente di 300 euro per italiano, meno di un euro al giorno E RAPPRESENTANO MENO DI UN CENTESIMO DEL PIL NAZIONALE. Vedete come una “finanziaria” è comunque una briciola per l’economia, anche se raddoppiassero le disponibilità? (cosa peraltro impossibile per i limiti europei, salvo imporre nuove tasse). 

Qui il ragionamento della CGIL è lineare “tassiamo allora chi ha più di 2 milioni (di beni o di reddito?)  e recupereremmo 26 miliardi per sanità, infrastrutture, pensioni e salari”.  I “paperoni” – sempre secondo Landini, che però non spiega bene da dove arriva a questi totali – sarebbero in Italia ben 500.000 che quindi,, mediamente dovrebbero metterci 52.000 euro a testa. Una “patrimoniale”, insomma, ma che – se anche così fosse – non potrebbe che essere “una tantum” per definizione. Immaginiamo di attuarla: se pur si prendesse metà dell’introito straordinario per aumentare salari e pensioni (il resto andrebbe per sanità e assistenza) avremmo 13 miliardi da spendere che – divisi tra circa 30 milioni di dipendenti e pensionati – fanno 400 euro a testa (35 euro al mese), ma – ricordiamocelo –  “una tantum”, ovvero soldi che l’anno venturo non ci sarebbero più e bisognerebbe quindi poi riabbassare salari e pensioni o fare una nuova “patrimoniale”. Per carità, tutto può essere utile, ma è evidente che non è così che si inverte un trend dove purtroppo troppi italiani vivono ai margini di povertà.

D’altronde è la stessa CGIL che si morde la cosa perché quando anche gli aumenti contrattuali sono significativi (vedi il nuovo contratto per gli insegnanti) prosciugando però le possibilità pubbliche, il sindacato di Landini comunque non firma gli accordi – anche se i suoi iscritti ne ricevono però i benefici – lamentandosi che è comunque troppo poco… E la giostra riparte per il prossimo giro.

Forse la stessa CGIL avrebbe potuto anche sottolineare come comunque il governo debba stare ai patti europei, con relativa impossibilità di superare il tetto del 3% di deficit, da cui però miracolosamente sono escluse le spese militari e che quindi di fatto – visto che l’Italia dovrà sottoscrivere un debito europeo a questo fine di più di 13 miliardi – “cuberanno”  con relativi interessi (ma per ogni anno futuro, non “una tantum”!) 400 euro per ogni lavoratore,  200 euro in più all’anno per ogni italiano. Per questo credo che nel complesso Giorgetti stia facendo un buon lavoro.