QUANTO CI COSTA LA GUERRA

Visto che in democrazia è consentito dissentire, io dissento. Non sono certo un “pacifista”, non scendo in piazza, ma NON sono d’accordo con l’aumento così elevato delle spese militari che l’Europa e la NATO hanno deciso negli ultimi mesi. 

Non sostengo che questa spesa non sia da incrementare rispetto alla quota attuale di circa 1,6 % di PIL, ma con molta più moderazione e portarla addirittura al 3,5% e poi al 5% in 10 anni è per me del tutto ingiustificato.

L’armistizio di Gaza sottolinea che se si vuole trattare si può cercare di farlo arrivando anche a dei risultati, ma allora non ha senso pensare solo alle armi per risolvere la guerra in Ucraina, giustificazione ufficiale per una “necessaria” maggior difesa dalla Russia, stabilito (da chi?) che siamo a rischio di potenziale attacco od invasione. E’ per me esagerato per esempio voler spendere 650 miliardi di euro (35 volte la manovra finanziaria italiana che con difficoltà riesce a mettere insieme quest’anno 18 miliardi !!) per la realizzazione di un muro “antidroni” sul fronte Est, cui destinare buona parte degli 800 miliardi previsti per il riarmo europeo.

 Vogliamo ragionarci sopra con calma? E’ assurdo che da anni l’economia europea e i singoli stati siano vincolati ad un deficit annuo massimo del 3% pena il subire sanzioni e non possano quindi spendere di più per tutti i fini sociali, ambientali, sanitari o di sviluppo economico messi insieme necessari alla crescita e si possa invece passare liberamente al 4,5% di sforamento (ovvero aumentare il deficit annuo del 50%!) se si spendono soldi per armamenti.

 Ma possibile che i cittadini europei non abbiano il diritto di dire la loro su questa decisione così importante, ma di fatto nascosta o sottovalutata dai media?   Io dissento, innanzitutto perché non è detto che la minaccia ad est (la Russia) sia così grave ed incombente e che piuttosto bisognerebbe almeno tentare di discutere di più con Putin ma CON VOLONTA’ DI CERCARE UN ACCORDO E FACENDOLO TUTTI INSIEME COME EUROPA e non solo da alleati dell’Ucraina.

In secondo luogo – ricordato che ad oggi acquistiamo il 63% delle nostre armi dagli USA – c’è da chiedersi se una volta costruito il “muro antidroni” non sarà già stato reso obsoleto da altre armi (dieci anni fa chi appunto pensava alla minaccia dei droni?).

Ma non sarebbe allora meglio cercare appunto di trattare seriamente per giungere ad un accordo stabile con la Russia, riaprire i contatti, lavorare davvero per una pace stabile CHE E’DI RECIPROCO INTERESSE, ANCHE PER LA RUSSIA anziché incaponirci a spendere così tanto per la “difesa” che a Mosca è vista ovviamente come preparazione di nostri possibili attacchi, ricordiamoci l’accerchiamento NATO che si è prodotto di fatto ai suoi confini, non possiamo non considerare anche i timori degli altri).

Lo ripeto, io non sono un “pacifista” ma credo nella ragionevolezza che significa innanzitutto VOLERE discutere e non solo pensare alle armi, argomento che – non dimentichiamolo – significa però affari colossali per alcune aziende ed alcuni paesi che hanno tutto l’interesse a convincerci che invece stiamo per essere invasi.

Quanti notano che è proprio la Germania (terra della Van der Leyen) a volere fortemente la “svolta” per produrre armi tedesche da vendere in tutta la UE (e fuori) per poter così riconvertire le sue imprese metalmeccaniche in gravissima crisi? Chi conosce la storia sa quante volte le guerre sono nate dal nulla, montando pretesti e provocazioni, agitando paure e timori antichi.

 Quanto sarebbe bello che il MIO governo ragionasse anche su queste cose, differenziandosi da certe posizioni europee che alla fine sono contro i nostri interessi, sottolineando l’ipocrisia di  “popolari” e del PD che in Europa vota per le armi e in Italia scende in piazza con i pacifisti: dov’è la coerenza?