Si, forse fu qualche anno fa…

di Pino Forconi

Certamente qualche anno fa, forse qualche annetto in più di quelli che pensiamo. Correva l’anno 298 D.C., sì, proprio qualche anno fa, quando furono gettate le fondamenta delle più maestose Terme dell’antica Roma: le Terme di Diocleziano. Se ne incaricò l’imperatore Massimiano, per ordine dello stesso Diocleziano, e furono aperte, cioè inaugurate, nel 306 D.C.

Pensate: scarsi dieci anni di lavori (con poche attrezzature tecniche), quando nel 2016, per la Salerno–Reggio Calabria, tra costruzione e rifacimenti vari, ci sono voluti appena 54 anni. Ed è stata fatta usando tutte le più innovative attrezzature. Ma questa è l’Italia di oggi, 1.730 anni dopo.

Queste meravigliose terme si trovano a Roma, in Piazza dell’Esedra — poi convertita in Piazza della Repubblica (ma per noi romani è sempre Esedra) — dove, usando una parte dell’edificio, ricavarono la Basilica di Santa Maria degli Angeli. Quindi, nel 1560, il Frigidarium delle Terme diede spazio alla Cappella di Santa Maria, sotto il controllo di Pio IV, che incaricò anche Michelangelo per le decorazioni del caso. La cappella fu consegnata ai Certosini per il loro convento, ma ulteriormente arricchita nelle decorazioni da Vanvitelli, che nel 1749 ne modificò l’ingresso: dal vecchio laterale all’attuale frontale sulla piazza stessa, dopo aver distrutto il Calidarium delle Terme.

Papa Pio V utilizzò anche le molte marmoree pietre murarie per far costruire la villa alla sorella Camilla (apparentemente tutto era lecito anche a quell’epoca). Il convento fu poi espropriato (1870) per diventare, nell’’89, il Museo Nazionale delle Antichità Romane.

Altri papi utilizzarono molti spazi delle terme per i loro comodi vaticanensi: Gregorio XIII, nel 1575, come granai; Clemente XIII, nel 1763, come depositi per l’olio; il cardinale Consalvi, infine, utilizzò gli spazi come uffici postali, carceri, ricoveri, ospizio e magistero.

Questa è la brevissima storia di quelle Terme che, per chi non ne conosce la grandezza, ricoprivano un’area di 380 × 365 metri, per quasi 139.000 mq., disponevano di 2.400 vasche d’acqua servite dall’acqua Marcia dell’acquedotto Felice di Porta Tiburtina, avevano accesso al pubblico fino a 3.000 persone e tante altre curiosità d’interesse.

Questa era Roma, ma che tutt’ora lo “è”.