di Pino Forconi
Come di abitudine, gironzolo sempre tra vecchi e decrepiti castelli o simili.
Ma lo faccio perché è bene che le attuali generazioni sappiano com’era l’Italia nei tempi passati. Con questo rudere parliamo del 1702, anno della sua costruzione. Attualmente si trova nella parte sud di Napoli, chiamata San Giovanni a Teduccio.
Il castello fu eretto da tale Juan Manuel Fernández Pacheco, marchese di Villena, da cui il nome che l’ha abitato. Sicuramente come residenza privata, dato che gode di una meravigliosa vista sul golfo di Napoli. Di questo marchese non si hanno più notizie fino al 1734, quando…
Il castello passò per varie mani, ma non ci sono dati precisi. Subì anche una parziale distruzione, ma nel 1734, con l’avvento di Carlo di Borbone, fu ristrutturato e venne adibito, durante il Regno delle Due Sicilie, come appoggio alla Reale Accademia Militare della Nunziatella.
Aveva quindi un uso strategico-militare, perché situato proprio all’ingresso della città di Napoli.Nel 1799 fu anche teatro di battaglia fra le due fazioni: i sostenitori della Repubblica Partenopea e le forze del cardinale Ruffo. Apparentemente, data la sua posizione – come già detto – a sud di Napoli, fungeva un po’ da posto di controllo per l’ingresso alla città vera e propria.
Pensate che il forte era comandato da un sacerdote, Antonio Toscani, che gestiva un gruzzolo di 150 uomini. Si parla – o meglio, è scritto – che la battaglia fu cruenta e il pretonzolo rimase con solo una sessantina di superstiti.
Vista l’impossibilità di uscirne vittorioso, a causa della travolgente invasione dei Sanfedisti calabresi al comando di un ben più agguerrito tenente colonnello Francescop Rupini, pensò di far saltare il forte con una carica di polvere da sparo, distruggendolo. Come si dice, tutti morti – eccetto un solo superstite, che si salvò gettandosi in mare prima che la miccia arrivasse alle polveri.
Ora sembra che qualcosa si muova, e anche la fortezza è entrata negli interessi di ristrutturazione. Un primo restauro fu effettuato nel 1981, poi abbandonato. Ora sembra che verrà ripreso il restauro, perché – dopo tutto – rudere o meno, abbandonato o meno, è pur sempre un pezzo di storia. Attualmente è sotto la protezione dello Stato, con tutele ope legis. Mentre continuo a cercare… arrivederci al prossimo castello.
