“Vi racconterò la storia di un nobile brigante che la mia terra un giorno dominò, fu nominato re della Maremma e per 30 anni il regno suo durò…”
Questo l’epico inizio della ballata scritta dalla poetessa e cantautrice, Silvana Pampanini in onore di Domenico Tiburzi, brigante Maremmano vissuto dal 1836 al 1896. La sua “avventura” è ancora vissuta come una romantica e disperata ribellione al potere iniquo e alle ingiustizie disumane.
Negli stessi anni, in un arco temporale più breve, dal 1854 al 1880, nel remoto e pionieristico outback australiano nello stato del Victoria si svolgeva una storia simile con risultati emozionali e di sostegno popolare uguale.
Oggi vi “parlerò’” (a me piace più raccontare che scrivere) di Ned Kelly icona del popolo australiano che nel suo immaginario collettivo, fortemente contaminato nel suo dna dalle sue origini di colonia penale, rimane intimamente intollerante ad ogni forma di imposizione e di sottomissione.
Nel caso di Ned, alle comuni motivazioni di oppressione e ingiustizie sociali generiche si aggiunge, e non secondaria, la persecuzione politica, etnica e religiosa dell’establishment britannico contro gli irlandesi.
La famiglia di Ellen e John Kelly era la classica famiglia numerosa di irlandesi poveri. che vivevano di sotterfugi, umiliati e angheriati dalla polizia locale composta per la maggior parte da brutti ceffi ex galeotti.
L’episodio iniziale che causò l’inizio della carriera di bandito del nostro Ned ne è una prova tangibile e inoppugnabile.
Siamo nell’Aprile 1878, Ned ha 23 anni , quando il poliziotto Fitzpatrick ubriaco e senza permesso di cattura si reca proditoriamente nella casupola dei Kelly per arrestare il fratello di Ned, Dan, sospettato di aver rubato dei cavalli.
Forte della sua pistola oltre a voler portare via Dan, inizia a molestare pesantemente la giovane sorella Kate di 15 anni. Ed è a quel punto che la famiglia reagisce con impeto, ne nasce una colluttazione nel corso della quale lo sbirro viene ferito al polso, aggredito e letteralmente preso a padellate da mamma Ellen.
Dan e Ned scappano iniziando la loro epopea di briganti e ribelli. Ned in effetti i suoi primi problemi con la giustizia li aveva avuti a solo 15 anni, quando aveva aggredito e picchiato un paesano di origini cinese, rilasciato dopo poco, viene sospettato di essere amico e confidente di un bushranger locale, tal, Harry Power. Arrestato e interrogato viene rilasciato con il dubbio che abbia tradito l’amico per la propria libertà.
Per un po’ rimane tranquillo lavorando come boscaiolo e mandriano, ma anche partecipando ad occasionali furti di cavalli, fino all’incidente fatale sopra citato. I fratelli Kelly si sarebbero arresi senza commettere altri reati in cambio della liberazione di mamma Ellen che era stata arrestata, processata e condannata a 3 anni di galera.
Ma ricevettero una risposta negativa dura e provocatoria. E fu guerra aperta. I fratelli arruolano altri due tosti e iniziano una serie di scorrerie tra il cruento e il romantico.
La prima cosa che fecero fu di recarsi in una località remota avendo in mente di aprire una distilleria clandestina da cui ricavare i soldi per pagare degli avvocati per liberare la mamma. Ma la polizia è sulle loro tracce e a Ottobre sempre del 1878 un drappello di 4 poliziotti individua e entra in contatto con la banda Kelly.
Siamo in una zona boschiva, è una sfida tipo Orazi e Curiazi, l’esito dello scontro è molto basato sull’astuzia e l’istinto. Il risultato è un secco 3 a 0 per i briganti. Tra i poliziotti se ne salva solo uno che riesce a fuggire e mettersi in salvo. Ormai non c’è più possibilità di conciliazione.
La banda viene ufficialmente dichiarata fuorilegge e grosse taglie offerte per averli vivi o morti.
La banda torna nelle zone di residenza dove può contare su un ampio sostegno di buona parte della popolazione ed essendo bisognosa di denaro decide di rapinare una banca, cosa che eseguono con una azione esemplare nel villaggio di Euroa, dopo aver tagliato i fili del telegrafo, entrando in banca durante un funerale, banca quindi senza clienti e coprendosi le spalle avendo rinchiuso in un locale appena fuori paese ben 37 ostaggi sorvegliati da uno di loro. Sembra che prima di partire improvvisassero anche un piccolo spettacolo equestre per gli ostaggi lasciati tutti incolumi.
Ma l’ingente ammontare di soldi rapinati durano loro poco, perché la maggior parte lo distribuiscono alla gente che ne ha più bisogno e, molto interessante notare che, assieme ai soldi hanno rubato e bruciato decine di contratti per mutui di privati cittadini.
Decidono quindi di assaltare un’altra banca in un altro paese. Ma la situazione è diventata più critica. Da Melbourne sono giunti grandi rinforzi. La cosa non intimidisce la banda che il 10 Febbraio 1879 esegue un altro colpo rocambolesco immobilizzando le guardie e i telegrafisti e praticamente prendendo in ostaggio metà paese. Tra gli ostaggi, molti sono loro fiancheggiatori introdottosi in paese per l’occasione.
Prima di partire Ned aveva preso con se un puro sangue di grande valore dal locale ippodromo ma quando il proprietario del pub lo supplicò di lasciarlo perché apparteneva ad una giovane ragazza, il nostro tenero bandito lo accontentò senza indugio.
Anche in questa occasione nessuna vittima, nessun abuso gratuito e grandi bevute collettive nei luoghi di inclusione degli ostaggi.
Siamo arrivati all’ultimo capitolo. Quello più spettacolare, guasconesco e drammatico. Avvenne quando la banda decise di fare un salto di qualità e da semplici e incruenti rapinatori, passare alla “lotta armata” contro l’ordine costituito e le sue truppe.
Il 26 Giugno 1880 la banda uccide un amico che era diventato informatore della polizia, sanno benissimo che ciò provocherà una durissima reazione da parte della polizia ma è ciò che vogliono.
Ancora una volta prendono in ostaggio un intero paese, Glenrowan, si sono preparati delle grottesche e primitive armature di ferro, hanno l’appoggio di qualche decina di simpatizzanti. Glenrowan è sulla linea ferroviaria. L’hanno scelta proprio per questo. Sanno che le truppe arriveranno con il treno.
Divelgono un tratto di binari per provocare un deragliamento disastroso e sparare su eventuali sopravvissuti. Quindi, radunati tutti gli abitanti nel locale pub, aspettano bevendo e schiamazzando cordialmente con tutti.
Ma il piano va a monte per causa del maestro di scuola locale che era riuscito a guadagnarsi la fiducia di Ned e, lasciato andare a casa propria, era corso sul luogo dell’interruzione dei binari per fermare il treno.
Arrivò alle 2,30 del mattino, c’era la luna piena. Il pub venne circondato e cominciò una fitta sparatoria tra i banditi con Ned dentro lo scafandro e le guardie che non si fecero scrupolo degli ostaggi. Alcuni di loro infatti morirono.
Ned resistette per circa mezzora, invulnerabile finché non capirono che bisognava sparare alle gambe e non al cuore. Ricordate la scena del duello tra Clint Eastwood e Gian Maria Volontè in “Per un pugno di dollari”?
Ferito più volte, fu portato a Melbourne in catene, processato e impiccato l’11 Novembre 1880. Al giudice che gli rivolse la frase di prammatica: “Possa Dio aver pietà della tua anima” rispose lapidariamente: “Io vado ancora oltre, e ti dico che ci rivedremo presto la dove sto andando”. 12 giorni dopo, il 23 Novembre di quello stesso anno il giudice Redmond Barry moriva per una polmonite fulminante e con il collo coperto di pustole.
La vicenda parallela, per certi versi simile ma non uguale, di Domenico Tiburzi brigante maremmano, alla prossima settimana.
Grazie per l’attenzione.
fRAncesCO
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