Madre o Matrigna? Il rapporto storico tra Gran Bretagna e Australia

Sulla nascita dell’Australia Bianca, come colonia delle loro maestà britanniche, ho scritto dettagliatamente in alcuni dei miei “raccontini” recenti.

Un legame forte e simbiotico almeno per gli australiani che hanno sempre considerato la Gran Bretagna come la Madre Patria. Sentimento affievolitosi negli ultimi decenni con i cambiamenti epocali nei riguardi della composizione etnica culturale e religiosa della popolazione passata da quasi interamente anglo e anglicano al multiculturalismo e al cambiamento dei rapporti numerici in materia di religione in cui gli anglicani, ormai da decenni, hanno perso la supremazia a favore dei cattolici.

Ora, a parere mio, va considerato che il rapporto sentimentale tra una colonia e la sua Madrepatria è solitamente sbilanciato a favore della nazione d’origine che viene venerata e adorata dai coloni bisognosi di una identità e di protezione mentre la Madre Patria vede nella colonia più che altro una fonte di sfruttamento economico, un caposaldo geopolitico e “carne da cannone” nelle guerre da essa intraprese.

Questo rapporto d’amore incondizionato, storicamente è durato fino alla fine della seconda guerra mondiale, quando la Grande Madre perpetrò l’ultimo oltraggio nei riguardi della figlia. Un affronto che non poteva essere né ignorato né perdonato dato che riguardava la stessa sopravvivenza dell’Australia.

Si è trattato del rifiuto, di fatto da parte della Gran Bretagna, di venire in soccorso dell’Australia nel momento più critico del conflitto, quando un’invasione giapponese sembrava imminente ed inevitabile.

In pratica, la Gran Bretagna scelse di privilegiare il fronte indiano, costringendo l’Australia a chiedere e ottenere aiuto dagli Stati Uniti che, da quel momento, diventeranno i garanti dell’indipendenza dell’Australia.

Dicevo ultimo oltraggio, come la classica ultima goccia che fa traboccare il vaso.

Infatti, sin dalla fondazione della colonia la Gran Bretagna, più che da Madre si era comportata da Matrigna trovando una prima forte opposizione da parte del quinto governatore Lachlan Macquarie, colui che io considero il vero padre dell’Australia e che, da italiano, paragono a Cavour.

Macquarie fu il primo ad avere una visione autonoma della colonia e ad intravederne l’enorme potenzialità come nazione e con un proprio futuro, indipendente da quello britannico.

Macquarie è stato colui che ha dato all’Australia una sua personalità ed identità storica edificando una Sydney classicheggiante e imponente, arrivando a suscitare rabbia e sdegno in Giorgio III che vedeva tutto ciò come una sfida sfacciata alla Madre Patria.

Si dice che la costruzione che indignò maggiormente Sua Maestà fu il complesso delle stalle del governatore, un delizioso edificio a forma di castelletto oggi trasformato nel prestigioso conservatorio di musica.

Oltre all’architettura, Macquarie promosse leggi di grande giustizia sociale, combattendo apertamente contro la corruzione e l’opportunismo politico. Naturalmente perse la guerra e venne ignominiosamente rimosso e tolto di mezzo nel 1821, dopo 11 anni di Buon Governo.

E la colonia riabbassò la testa.

Ci sono molti altri esempi di comportamento oppressivo e disumano da parte della GB nei riguardi degli australiani, ma qui ne voglio ricordare due. Uno famosissimo, l’altro rimosso. Il primo riguarda l’uso spregiudicato delle truppe australiane nelle guerre inglesi, comportamento che raggiunse il massimo livello nella famigerata battaglia di Gallipoli, quando i comandanti militari inglesi mandarono al massacro, coscientemente, migliaia di giovani australiani. L’episodio è troppo noto per dilungarmi ma non mi stancherò mai di sorprendermi di come gli australiani metabolizzarono ed accettarono il crimine trasformandolo in un evento epico. Data fondamentale per la nazione, senza mai recriminare.

Il secondo riguarda l’uso del territorio australiano da parte della Gran Bretagna per eseguire esperimenti nucleari.

Tra il 1952 e il 1963 sul suolo australiano furono eseguiti 12 test maggiori e centinaia di test minori. Il sito più usato e quindi più conosciuto è quello di Maralinga in Sud Australia, dove vennero eseguite ben 7 esplosioni atomiche nell’atmosfera.

Solo nel 1984, dopo aver restituito il territorio ai suoi proprietari tradizionali, i Maralinga Tjarutja people, si è appurato l’effettivo livello di contaminazione del territorio, contenente quantità mostruose di plutonio e uranio e, cosa ancora più grave, si è determinata la durata della radioattività in 24.100 anni per ridursi della metà!

Nei filmati esistenti sugli esperimenti di Maralinga si vedono militari e scienziati e tecnici, a poca distanza dal punto della detonazione, semplicemente voltarsi di spalle al momento dell’esplosione per non rimanere accecati dal bagliore. Da questo si potrebbe dedurre che gli autori dei tests non fossero completamente coscienti dei pericoli. Cosa che senz’altro non è vera per quanto riguarda i massimi livelli di comando e governo, altrimenti la Gran Bretagna avrebbe potuto ospitare questi esperimenti nei vasti spazi semi deserti della Scozia o nelle isole remote e disabitate al suo nord. Anche in quel caso la Gran Bretagna si comportò più come diabolica Matrigna piuttosto che come Madre. Grazie per l’attenzione e alla prossima.

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