Storia corsara: Raffaello Carboni (meglio un ciarlatano vivo che un eroe morto)

Source: The Monthly, Chris Grosz

In questa puntata voglio parlarvi di Raffaello Carboni. Sicuramente la maggior parte di voi lo ha sentito nominare e ne conosce, anche se per sommi capi, la sua storia collegata all’Australia: le sue gesta e il suo ruolo in quella che viene ritenuta la prima e unica ribellione politica nella storia nazionale. 

Confesso che sto usando Raffaello Carboni come una chiave per parlare di un altro argomento che mi sta più a cuore. Quello della ribellione dei cercatori d’oro a Ballarat, sul finire del 1854, di cui Raffaello è considerato uno dei capi, evento mitizzato nell’immaginario collettivo australiano e di un’altra ribellione avvenuta esattamente 50 anni prima a Sydney, tra Parramatta e Windsor, evento nascosto perché vide come protagonisti dei galeotti irlandesi odiatissimi dai governanti inglesi e perché fu una Storia corsara Raffaello Carboni (meglio un ciarlatano vivo che un eroe morto) ribellione soffocata grazie ad una grande vigliaccata non proprio degna del popolo che ha fatto del “gentlement’s agreement” un vanto nazionale. 

Tra l’altro, tradito anche recentemente, in mondovisione, per la sconfitta subita nel campionato europeo di calcio da parte dell’imbattibile Italia. Raffaello Carboni era un personaggio molto “colorato”, garibaldino ma dal carattere più vicino a Dartagnan che a Garibaldi; Guascone spavaldo, dal parlare forbito e ridondante. Arrivò in Australia in seguito alla notizia che non lontano da Melbourne era stato trovato oro in quantità mai viste e così egli, interprete di professione, colto e raffinato, decise di partire da Londra dove si era recato dopo aver partecipato, assieme a Garibaldi, alla sfortunata impresa della Repubblica Romana soffocata dall’esercito francese chiamato da Pio IX, e arrivò a Melbourne nel 1852. 

L’oro era stato trovato casualmente nei pressi di Ballarat, nel 1850, in più posti e in grandi quantità. La notizia non tardò a fare il giro del mondo provocando negli anni a seguire una consistente corsa all’oro da tutte le parti del globo. Melbourne, fondata solo 15 anni prima, visse una fase di espansione e sviluppo travolgente arrivando in pochi anni a superare Sydney e, per un lasso di tempo, ad essere considerata la città più ricca del mondo. 

Ma il sistema di governo, di tipo militare e non aperto alla democrazia e alla partecipazione popolare e decisamente autoritario e corrotto, aveva pensato di approfittare del lavoro dei minatori imponendo una tassa, sotto forma di licenza per scavare, che era iniqua, esosa e ingiusta. 

Tutti dovevano pagare la quota indipendentemente se trovavano o non trovavano l’oro. Il continuo aumentare della quota e l’asfissiante e arrogante controllo da parte dei militari fece precipitare la situazione. I minatori esasperati decisero di ribellarsi e di non pagare più per la licenza. Si organizzarono. Tra loro c’erano personaggi di grande esperienza e capacità e scelsero come capo Peter Lalor, un irlandese con un grande carisma. 

Raffaello Carboni era nel comitato direttivo ai primi posti nella scala gerarchica non tanto per la sua esperienza garibaldina ma per le sue qualità di poliglotta di fondamentale importanza in un contesto multinazionale come quello dei minatori. 

Le trattative con il governatore furono immediatamente affossate e i minatori decisero di resistere ad oltranza portandosi un passo avanti nelle motivazioni della ribellione. Da semplice vertenza “sindacale” a battaglia per i diritti dei cittadini e per la giustizia sociale. Il salto di qualità fu evidenziato dalla costituzione della Lega per la Riforma di Ballarat e dalla creazione di una nuova bandiera indipendente con il simbolo schematizzato della croce del sud. 

In quel contesto storico politico e con quel rapporto di forze molto sbilanciato la rivolta venne derisa e disprezzata dai militari che, in maniera subdola e cinica, decisero di spazzarla via prendendo d’assalto il campo dei minatori prima del sorgere del sole del 3 dicembre 1854, una domenica, senza alcun preavviso. 

Ci fu, comunque, una concitata e strenua resistenza da parte dei minatori. La battaglia durò solo 20 minuti. 276 soldati perfettamente armati contro circa 120 minatori presenti quella mattina nel campo fortificato, con picconi e forconi e poche raccogliticce armi da fuoco. Fu un’inutile e codarda carneficina. Si contarono 22 vittime immediate tra i minatori e 5 tra i soldati e, nei giorni successivi, altri moriranno in seguito alle ferite riportate. 

Raffaello Carboni seguì tutta la battaglia all’interno della sua tenda senza uscire, anzi rifugiandosi nell’unica struttura imperforabile dai proiettili esistente nella tenda, il camino di mattoni dopo averne tolto uno giusto per poter vedere lo “spettacolo”. 

I capi della rivolta, tra cui Carboni vennero accusati di tradimento e processati ma, nel frattempo, la popolazione aveva preso coscienza delle ingiustizie e degli abusi che la Lega dei rivoltosi aveva tentato di abbattere e sostennero la causa dei rivoltosi che, in tal modo, furono prosciolti con formula piena. E molte delle istanze democratiche furono in seguito accettate. 

Il valoroso Peter Lalor, che nella battaglia perse un braccio, diventò un parlamentare nel primo parlamento del Vittoria stabilito dalla Costituzione del 1856 fortemente ispirata dalla sua rivolta di Eureka Stockade. 

Conclusioni e puntualizzazioni 

1 – Raffaello Carboni di cui noi italiani andiamo fieri. Durante la battaglia dell’Eureka Stockade non si dimostrò molto eroico. 

2 – Raffaello Carboni ebbe il merito di scrivere l’unico diario dell’intera vicenda, giorno per giorno, che pubblicò un anno dopo. Nel 1980 Nino Randazzo eseguì la singolare impresa di tradurre in italiano un libro scritto in inglese da un italiano. 

3 – La rivolta avvenuta nel 1854 non fu la prima rivolta australiana e non fu politica ma di carattere sindacale, anche se in seguito ebbe ripercussioni politiche. 

4 – La prima vera e unica rivolta politica contro il governatorato inglese d’Australia avvenne 50 anni esatti prima di quella di Ballarat, nei dintorni di Sydney e ve ne parlerò nella prossima edizione dandovi anche la mia spiegazione sulla sua scarsa notorietà. 

L’autore di presenta:


Salve. Sono Francesco Raco. Ho un diploma da geometra ma dal lontano 1977 ho smesso di praticare scegliendo lavori alternativi.

Falegname, tassista, restauratore di case, organizzatore e presentatore di eventi e spettacoli ma, soprattutto, raccontastorie. Attività svolta come guida turistica in Italia e in Australia e, soprattutto, come conduttore di un programma radiofonico in lingua italiana in Australia. Programma quotidiano durato quasi 12 anni.

In questa rubrica desidero raccontarvi fatti, aneddoti, situazioni storiche che abbiano come caratteristica quella di essere state nascoste o trascurate dalla storiografia ufficiale perché imbarazzanti o non in linea con il pensiero dominante attuale ma, anche, storie e considerazioni curiose o trasgressive.

Il punto di osservazione sarà quello italo-australiano quindi mi soffermerò spesso e volentieri su fatti e personaggi di origine italiana che hanno contribuito allo sviluppo dell’Australia e alla formazione dell’identità nazionale.

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