Port Kembla e le innumerevoli fortune di un centro industriale

di Anna De Peron 

Ho pensato di fare un giretto per la vecchia Port Kembla. Vado spesso li a trovare i miei genitori,ma questa volta mi sono fermata più dei soliti tre o quattro giorni mordi e fuggi, quindi ho approfittato per fare un po’ la turista e rivedere questo piccolo paese dimenticato dal tempo. Port Kembla si trova sulla costa del NSW a circa 80 chilometri da Sydney. E’ situata su un promontorio chiamato Red Point, circondata da bellissime spiagge e suggestive scogliere. Il primo avvistamento europeo di questa zona fu fatto dal Capitano Cook nel 1770.  Dopo l’arrivo degli europei a Sydney nel 1788, i primi bianchi nella zona furono dei coloni a cui vennero date delle grandi tenute di terreno. Questi svilupparono la pastorizia, il taglio del legname, orti e frutteti. Per molti anni questa zona forniva frutta, ortaggi, latticini e legno di cedro alla nuova emergente colonia di Sydney.

Il piccolo insediamento prese il nome“Kembla” dalla parola aborigena che vuol dire “posto dove ci sono molti uccelli”. Port, fu aggiunto dopo la costruzione del porto iniziata nel 1883.

La prima industria stabilita a Port Kembla fu la ER&S, per la raffineria e la fusione del rame nel 1908, seguita dalla Metal Manufacturers, produttori di tubi e accessori di rame nel 1917, e infine la grande industria del ferro e dell’acciaio fondata dai fratelli Hoskins nel 1927.Quest’ ultima ha avuto un enorme crescita grazie al porto dove le navi potevano comodamente attraccare e scaricare il minerale ferroso, e alle vicine miniere di carbone sui pendii lungo la costa. Infatti la BHP, come si chiamò in seguito, è stata una delle più grandi produttrici del ferro e dell’acciaio in Australia. Durante gli anni sessanta e settanta, c’erano 60.000 persone che lavoravano per la Steelworks, direttamente o in industrie affiliate.

La quantità di lavoro offerta da queste industrie attirava molti lavoratori, in particolare gli emigranti che facevano parte dell’ondata di emigrazione provenuta dal Regno Unito, dall’Italia, dalla Germania, dalla Grecia, dalla Spagna e dalla Macedonia, durante gli anni 50 e 60. Dopo essere sbarcato a Sydney,la maggior parte dei nuovi arrivati andavano a tagliare canna nel Nord Queensland, o a lavorare nell’acciaieria di Port Kembla. Alcuni facevano la stagione della canna,poi ritornavano qui per riprendere il lavoro nelle fabbriche.

Ora ci sono solo 3000 operai, le miniere sono chiuse e ci sono pochissime navi in porto. Il risultato della globalizzazione, dell’automazione e del progresso, che in genere porta sempre grandi cambiamenti. La disoccupazione è in aumento, la gente deve per forza cercare lavoro nella vicina grande metropoli di Sydney. Il centro commerciale  di Port Kembla e’ diventato un posto di fantasmi e abbandono.

La via principale, la Wentworth Street, si allunga deserta, verso la collinetta che guarda sul porto.  La strada sembra assopita, persa nei suoi pensieri e nelle sue memorie. Si vedono edifici in stile art deco con antiche scritte – Macellaio 1926, Merceria 1923, Emporio 1927. 

Ci sono alcune macchine parcheggiate, ma di gente se ne vede ben poca. Qualche vecchio che si trascina con il bastone, qualche signora anziana che va alla posta. I negozi sono chiusi e anche i due pub rimasti aperti hanno pochissimi clienti.

Chissà a cosa pensa questa strada?  Senz’altro si ricorderà dei tempi passati quando i marciapiedi erano gremiti di gente e si sentiva il mormorio di molte lingue straniere.

Negozi di ogni genere fiancheggiavano la via, testimoni alle varie nazionalita’ presenti in questa zona. L’orologiaio tedesco, il generi alimentari italiano, il fruttivendolo greco, il negozio di elettrodomestici e mobilia dell’ebreo polacco, varie farmacie con “si parla italiano” esposto in vetrina, il giornalaio che vendeva giornali e riviste di ogni nazione, i pub affollati che servivano birra fredda e spumeggiante ai lavoratori assetati che avevano finito il loro turno in acciaieria.

Nella strada c’erano otto banche, edifici imponenti con tanto di granito lucidato  e colonne doriche. Li venivano deposítate le paghe guadagnate con gli straordinari e il lavoro domenicale, che dava la possibilità di raddoppiare lo stipendio. Quei risparmi si facevano con l’obiettivo di potersi comprare una casa – non solo il sogno australiano ma anche quello degli emigranti.

Un grande cinema ornato con specchi e colonne neo-classiche, che proiettava gli ultimi Western di John Wayne e Audie Murphy troneggiava nella via principale. Il sabato pomeriggio i bambini accorrevano per vedere i cartoni animati di Walt Disney, e mangiarsi le patatine fritte. Il tutto con sei penny- l’ equivalente di cinque centesimi! 

Essendo una città di porto non mancavano i bordelli – ce n’erano sei. C’erano anche sei caffè che  oltre all’espresso e al cappuccino offrivano altri servizi!

Tutta questa attività frenetica si svolgeva accompagnata dal coro degli incudini che emanava dall’acciaieria. Si sentiva il rumore delle colate degli altiforni, dei pistoni industriali, e delle sirene delle navi che partivano o entravano in porto. Le ciminiere tingevano il cielo di fumo rosa e le massaie si lamentavano della polvere rossa che si ammucchiava sui davanzali ogni mattina.

C’erano i pullman stracolmi con I lavoratori che tornavano a casa o che andavano a fare il turno del pomeriggio. I ragazzini che uscivano dalle scuole saltavano a bordo e facevano la corsa per vedere chi riuscisse prendere il posto in prima fila sui pullman a due piani. 

Oramai tutto è finito. La camera del commercio locale sta tentando di rianimare il centro incoraggiando l’apertura di negozi di antiquari e artigianato, e di caffè trendy.  Ma ci vorrà del tempo per cancellare le vecchie memorie e l’identita’ di questo paese fondato sulle fortune dell’industria pesante.

Tutto è finito ma non è tutto perso. Diciamo che Port Kembla sta prendendo una svolta sorprendente. Questa svolta viene dal settore immobiliare. Grazie alla sua invidiabile ubicazione sul mare e il collegamento ferroviario con Sydney, Port Kembla è diventato un posto molto ambito dove comprare case.

 Con l’influsso di investimenti esterni,  i prezzi delle proprietà sono andati alle stelle. Gli ex operai della Steelworks ora sono quasi tutti milionari! E nessuno si lamenta.