2024 sia l’Anno delle Radici: la mozione di Nicola Carè

Deputato Pd eletto all’estero, Nicola Carè ha presentato una mozione per impegnare il Governo “ad adottare iniziative volte a proclamare il 2024 quale “Anno delle Radici” e a sensibilizzare, tramite l’azione di coordinamento che il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale svolge nel settore del “Turismo delle radici”, i vertici istituzionali, le regioni, gli enti territoriali e il sistema della comunicazione, in primo luogo pubblica, per dare rilievo, impulso e seguito concreto a tale iniziativa, anche attraverso esperienze pilota che possano richiamare l’attenzione sulla potenzialità di tale forma di turismo”.

Nella premessa, il deputato ricorda che “nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), nell’ambito della Missione “Attrattività dei Borghi” è stato inserito un progetto innovativo dal titolo “Il Turismo delle Radici – Una Strategia Integrata per la ripresa del settore del Turismo nell’Italia post COVID-19” del valore di complessivo di 20 milioni di euro, di cui è responsabile la Direzione Generale per gli Italiani all’Estero del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale”.

Attraverso tale progetto, chiarisce Carè, il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, grazie alla riconosciuta azione di coordinamento nel settore del “Turismo delle Radici” che svolge a livello nazionale dal 2018, ha posto le basi per una vasta serie di iniziative nel settore turistico, rivolte alla vasta platea di italiani e oriundi italiani nel mondo, stimati in circa 80 milioni di persone. 

Il progetto, evidenzia Carè, “mira a sensibilizzare l’opinione pubblica italiana sulla storia dell’emigrazione italiana, che ha rappresentato uno strumento di integrazione tra le diverse culture e di valorizzazione della cultura e della lingua italiana nel mondo; il “Turismo delle radici” può quindi rappresentare un importante strumento per il rilancio delle relazioni tra l’Italia e le sue comunità e di enfatizzarne il ruolo nelle relazioni bilaterali che l’Italia intrattiene con i rispettivi”.

“Per raggiungere l’obiettivo del progetto, che consiste nel rendere fruibile l’offerta turistica per i viaggiatori delle radici, – si legge ancora nella premessa della mozione – verrà posta in essere un’attività di sensibilizzazione dei territori e di formazione degli operatori del settore, creando nuove figure professionali ad hoc che operino nel campo del turismo delle radici, contribuendo in tal modo anche all’incremento dell’occupazione giovanile”.

“L’intervento – osserva il deputato Pd – comporta un indubbio beneficio per le comunità locali in termini di riqualificazione del territorio, stimolando anche le amministrazioni locali a migliorare la vivibilità del proprio comune; il citato progetto Pnrr prevede di organizzare un grande evento di richiamo nel 2024 con il coinvolgimento di enti territoriali e soggetti privati, da dedicare agli italiani all’estero e ai viaggi delle radici, e per stimolare coloro che hanno discendenza italiana all’estero a recarsi in Italia per visitare i luoghi da cui sono partiti i propri antenati”.

Carè, infine, ricorda che “l’11 febbraio 2022 è stato sottoscritto dal Ministero della cultura e dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale l’accordo ai sensi dell’articolo 5, comma 6 del decreto legislativo n. 50 del 2016 per la regolamentazione dei rapporti di attuazione, gestione e controllo relativi al progetto “Il Turismo delle Radici – Una Strategia Integrata per la ripresa del settore del Turismo nell’Italia post COVID-19”.

Alla luce di questa premessa, con la mozione – sottoscritta da altri 16 deputati tra cui la collega eletta all’estero la Marca – si intende impegnare il Governo “ad adottare iniziative volte a proclamare il 2024 quale “Anno delle Radici” e a sensibilizzare, tramite l’azione di coordinamento che il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale svolge nel settore del “Turismo delle radici”, i vertici istituzionali, le regioni, gli enti territoriali e il sistema della comunicazione, in primo luogo pubblica, per dare rilievo, impulso e seguito concreto a tale iniziativa, anche attraverso esperienze pilota che possano richiamare l’attenzione sulla potenzialità di tale forma di turismo”.  (AISE)

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