“Siamo qui a rendere memoria di persone. Le persone che hanno abitato queste vallate. Quelle che sono morte il 9 ottobre 1963. Quelle che sono sopravvissute. Quelle che hanno dovuto lasciare le loro case e quelle che hanno lottato strenuamente per ricostruirle, per rimanervi. Storie di luoghi che non ci sono più, storie di luoghi che la tenacia degli abitanti ha voluto far rivivere dopo la tragedia”. Così il Presidente della Repubblica alla cerimonia di commemorazione della tragedia del Vajont.
“La tragedia che qui si è consumata reca il peso di gravi responsabilità umane, di scelte gravi che venivano denunziate, da parte di persone attente, anche prima che avvenisse il disastro” ha detto il Capo dello Stato . “Assicurare una cornice di sicurezza alla nostra comunità significa saper apprendere la lezione dei fatti e saper fare passi avanti. L’interazione dell’uomo con la natura è parte dell’evoluzione della natura stessa.
Perché l’uomo fa parte della natura, ma non deve diventarne nemico. Non si tratta di un tema di esclusivo carattere ecologico. Ce lo ha rammentato, pochi giorni addietro, anche Papa Francesco con la sua ultima esortazione. Si tratta di saper porre attenzione e saper governare, con lungimiranza, gli squilibri che interpellano, mettendo in discussione, l’umanità e i suoi destini”. (Inform)
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