Sinceramente non succede niente di nuovo nemmeno ad Est, Nord e Sud. Tutto tace su tutti i fronti.
Ma ciò non toglie che, come l’eroe del film che grida il suo disprezzo per la guerra, colga l’occasione per esprimere il mio rammarico per il trattamento che il settimanale da me diretto, riceve dalle autorità consolari: viene sistematicamente rispedito al mittente, mentre tutti gli altri fogli della collettività, patronati, chiese e Coasit, vengono messi a disposizioni di chi si reca negli uffici di Market Street.
Non so di chi sia la decisione, ma presumo che venga dal capo. Di solito negli uffici è così, ma in questo caso non sono poi tanto sicuro. Ma che sia una decisione ufficiale o una arbitraria, la cosa non fa molto onore ad una rappresentanza in un Paese straniero che dovrebbe tutelare quelle libertà dettate dalla Costituzione.
Ho inviato protesta all’Ambasciatrice al sud, a Luigi Vignali e al CGIE ovest, ai “miei” rappresentanti Giacobbe e Carè che non so dove siano… ma la risposta è sempre quella: niente.
Nel frattempo il settimanale viene rispedito al mittente. Ultimamente si sono perfino muniti di sticker rossa “return to sender”. Non so il perché ma mi fa pensare ad Elvis Presley…
Grazie all’intervento di un nostro collaboratore da Roma (Antonio Catania) e da Singapore (Omar Bassalti) abbiamo allargato la protesta. Già penso al titolone 5 colonne: Protesta Mondiale di Allora! con qualche variante.
Bassalti ha protestato direttamente con Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano e Ludovica Girado… Luigi non ha di meglio da fare?
Antonio Catania, giovane che recentemente faceva parte della lista socialista alle elezioni per Roma Capitale, ha scomodato il senatore Riccardo Nencini, presidente del comitato sull’editoria del Senato.
Francamente non ritengo giusto che per chiedere giustizia e l’applicazione dell’articolo 21 della Costituzione “Tutti hanno diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” debba chiedere “aiuto” a persone che non conosco mentre i “miei” rappresentanti nemmeno rispondono?
Certo, è facile stare dalla parte di uno che la pensa come te, ma un po’ più difficile far capire ad un ufficio burocratico che la censura è morta con il fascismo e non può essere attuata in locali governativi che ha l’obbligo di difendere la Costituzione, non prendere le parti di un qualcuno senza esperienza e zero diplomazia.
Per essere più chiaro, pubblico l’email inviata all’ambasciata in due diverse occasioni:
Gentile Ambasciatrice,
La pubblicazione “Allora!” – di cui mi fregio di essere redattore – è l’unico settimanale italiano interamente edito a Sydney. Nato nel 2017, il periodico è stampato in 3,000 [oggi 4,000 ndr] copie e viene distribuito in tutte le edicole dello stato del Nuovo Galles del Sud e del Territorio della Capitale, oltre che online, in formato digitale con un numero confermato di 25,000 lettori.
Desidero inoltre sottolineare che spediamo copie della nostra pubblicazione al Consolato di Sydney, affinché i connazionali che si recano agli uffici siano informati con notizie di interesse comunitario.
Per motivi a noi sconosciuti, il nostro periodico viene rispedito al mittente con la nota “refused”, mentre tutte le altre pubblicazioni vengono esposte all’ingresso degli uffici consolari.
Intendo andare fino in fondo e non smetterò la battaglia se non alla vittoria, cioè quando Allora! verrà esposto in consolato a disposizione di chi si reca in quegli uffici. Che sia il lettore a decidere cosa leggere, cosa accettare o rifiutare.
Finendo con una nota lieta, la diffusione del nostro settimanale è in continuo aumento e ci vediamo piacevolmente costretti ad aumentare la tiratura a 4.000 copie. Specialmente nelle zone del West di Sydney molti edicolanti esauriscono velocemente il settimanale. Presto inizieremo la campagna abbonamenti e questo dovrebbe facilitare la distribuzione.
E dai commenti di certi individui in Facebook, lo leggono pure gli analfabeti: continuate pure, abbiamo bisogno anche della vostra pubblicità gratuita!
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