Gli elettori dell’imminente referendum sulla voce indigena vengono incoraggiati a scrivere chiaramente “sì” o “no” sulle loro schede elettorali. Ma mentre un segno di spunta sarà considerato un voto “sì” valido, una croce sarà invece considerata un voto nullo e non conteggiato.
La Commissione Elettorale Australiana ha espresso il suo punto di vista fermo e legalmente fondato, dopo che il leader dell’opposizione Peter Dutton ha sostenuto che una croce sulla scheda elettorale dovrebbe essere considerata un voto “no” valido. La commissione ha affermato che il parere legale, accettato per tre decenni e su sei quesiti referendari, sosteneva che una croce su una scheda elettorale era aperta all’interpretazione se denotasse approvazione o disapprovazione.
“Molte persone lo usano quotidianamente per indicare l’approvazione nelle caselle di controllo dei moduli. La consulenza legale prevede che per un singolo quesito referendario, un ‘segno di spunta’ chiaro dovrebbe essere considerato formale e una ‘croce’ no,” ha affermato la commissione.
Il Referendum (Machinery Provisions) Act del 1984 prevede “disposizioni sul risparmio”: la possibilità di contare un voto laddove le istruzioni non siano state seguite ma l’intenzione dell’elettore sia chiara. Il commissario elettorale Tom Rogers ha affermato che sulla scheda elettorale dovrebbe essere scritto un chiaro “sì” o “no” e si prevede che più del 99% degli elettori lo farà.
Nel referendum del 1999 solo lo 0,86% delle schede sono state nulle. Il leader dell’opposizione Peter Dutton ha affermato che una croce su una scheda elettorale dovrebbe contare come un voto “no” valido.
“Gli australiani vogliono vedere un voto libero, un voto giusto, in una società democratica. Non importa se sei un ‘sì’ o un ‘no’, la questione è se si tratta di un processo giusto o meno”, ha detto Dutton.
La prossima settimana il primo ministro Anthony Albanese annuncerà la data del referendum, che dovrebbe essere confermata per il 14 ottobre. Il sondaggio determinerà se una commissione consultiva denominata ‘voce indigena’ sarà inclusa nel testo nella costituzione insieme al riconoscimento degli aborigeni e gli isolani dello Stretto di Torres come il primo popolo d’Australia.
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