di Lorenzo Canu
Nel Museo Archeologico di Olimpia si è appena tenuta una cerimonia che ci riporta a mitologie antiche e costiere mediterranee. Mentre il maltempo batteva sulle stesse rovine greche dove nacquero i Giochi quasi tremila anni fa, la Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026 è stata accesa il 26 novembre.
La sacerdotessa ha usato lo specchio parabolico per catturare i raggi del sole e accendere la torcia, che è poi passata al canottiere greco Petros Gaidatzis, bronzo a Parigi 2024. Questi, con un ramo d’ulivo in mano – simbolo di pace – l’ha consegnata a Stefania Belmondo, dieci medaglie olimpiche nello sci di fondo.
Da Olimpia è iniziato il tragitto verso San Siro: il 4 dicembre la fiamma è atterrata a Fiumicino, custodita in una lanterna a olio, ed è stata accolta al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Da qui, la torcia è passata allo Stadio dei Marmi di Roma, dove Gregorio Paltrinieri – cinque medaglie olimpiche nel nuoto – ha dato il via alla staffetta come primo tedoforo italiano.
È così iniziata la staffetta nelle strade di Roma, prima città di un percorso che in 63 giorni toccherà tutte le 20 regioni, 110 province e 60 città, passando per altrettanti siti UNESCO, per un totale di circa 12.000 chilometri e 10.001 tedofori. Tra gli altri portatori della torcia: Elisa Di Francisca (scherma), Marco Belinelli (primo italiano a vincere il titolo NBA), Giuseppe Tornatore (regista).
La prima tappa dopo la Capitale è stata Viterbo, nella sera del 7 dicembre. Poi, la fiamma attraverserà l’Italia, toccando Napoli prima di Natale, Bari a Capodanno, Cortina d’Ampezzo, dove il 26 gennaio ricorderà i 70 anni dai Giochi del 1956, prima di arrivare a Milano, la Cerimonia di Apertura è fissata per il 6 febbraio a San Siro.
Dopo Cortina 1956, Roma 1960 e Torino 2006, l’Italia ospita di nuovo i Giochi. Nel suo discorso, Mattarella ha sottolineato: “Il segno di pace delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi italiane sarà chiaro e visibile a ogni latitudine. È la nostra natura, la nostra cultura, la nostra storia.”
E anche da Sydney, dove la comunità italiana è tra le più grandi al mondo, seguiremo il viaggio della fiamma. Perché quando l’Italia è sotto i riflettori, gli italiani – ovunque siano – si sentono a casa.
