“La maggioranza ha bocciato l’emendamento al decreto election day depositato assieme ai colleghi Francesco Giacobbe e Francesca La Marca, che avrebbe consentito agli italiani residenti nei Paesi al di fuori dell’Unione europea di poter votare nel loro Paese di residenza”. Così su Facebook il senatore del Pd Andrea Crisanti, eletto nella circoscrizione Estero – Ripartizione Europa, a seguito della discussione e dell’approvazione in aula del “Decreto elezioni”.
“Dei sei milioni di italiani residenti all’estero e iscritti all’AIRE – spiega il senatore – sono solo 2.095.944 quelli ai quali è consentito votare alle elezioni europee recandosi al Consolato del Paese in cui vivono, ovvero quelli residenti in uno Stato membro dell’Unione europea. A tutti gli altri, ovvero quasi 4 milioni di nostri connazionali sparsi per il mondo – 1.151.014 in Europa, di cui 457mila nel Regno Unito e 639mila nella Svizzera e 2.686.460 negli altri continenti – è richiesto, qualora volessero esercitare il loro diritto di voto e partecipare alla vita politica europea del loro Paese d’origine, di tornare in Italia, nel proprio comune di residenza e votare da lì. Il tutto naturalmente a proprie spese”.
“Una limitazione che non solo, di fatto, impedisce loro di esercitare il diritto di voto, ma in ogni caso lo rende molto oneroso. Per Crisanti si tratta di una diversità di trattamento che non trova nessuna ragion d’essere. Il Senatore in proposito ha depositato una proposta di legge “per rimediare a questa stortura, ma nel frattempo, per accelerare i tempi e consentire ai nostri connazionali di votare già alle prossime elezioni europee, avevo presentato l’emendamento che il governo ha bocciato”.
“La prossima legislazione sarà una delle più importanti degli ultimi decenni, chiamata ad affrontare temi fondamentali, tra i quali il processo decisionale a maggioranza, la transizione energetica, a, la guerra in Ucraina, la difesa comune e la struttura del debito” conclude il parlamentare eletto all’estero, che rimarca come “l’approvazione di questo emendamento avrebbe restituito la cittadinanza politica a milioni di italiani e restituito milioni di italiani all’Italia”. (Inform)
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