Per contribuire alla conoscenza e alla tutela degli insetti impollinatori, oggi più che mai minacciati, un gruppo di giovani ricercatori, guidato dal prof. Andrea Di Giulio, e composto da dottorandi, borsisti e studenti del nuovo corso di laurea magistrale in Biodiversità e Tutela dell’Ambiente (BioTA) del Dipartimento di Scienze dell’Università degli Studi Roma Tre, è impegnato in ricerche che si stanno svolgendo in vari ecosistemi: da Roma al Circeo, dalla Sardegna alla Foresta Amazzonica in Perù.
Per contribuire alla conoscenza e alla tutela degli insetti impollinatori, oggi più che mai minacciati, un gruppo di giovani ricercatori, guidato dal prof. Andrea Di Giulio, e composto da dottorandi, borsisti e studenti del nuovo corso di laurea magistrale in Biodiversità e Tutela dell’Ambiente (BioTA) del Dipartimento di Scienze dell’Università degli Studi Roma Tre, è impegnato in ricerche che si stanno svolgendo in vari ecosistemi: da Roma al Circeo, dalla Sardegna alla Foresta Amazzonica in Perù.
Si definiscono insetti pronubi quegli insetti impollinatori che sono in grado di trasportare il polline da un fiore all’altro, garantendo la formazione dei frutti e, quindi, la propagazione delle piante. L’ape mellifera è considerata l’insetto impollinatore per eccellenza, tant’è che è anche la protagonista della Giornata Mondiale delle Api.
È il più conosciuto per via della sua capacità di produrre miele, ma anche le restanti api selvatiche non produttrici di miele, come pure farfalle, vespe, cimici, mosche, scarabei e grilli sono importanti impollinatori, dai quali dipendono sia le specie vegetali degli ecosistemi naturali, sia quelle dei sistemi agricoli.
Secondo dati del WWF, circa il 35% della produzione globale di cibo, infatti, dipende dal servizio ecosistemico dell’impollinazione.
L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) sottolinea però che a scala globale più del 40% delle specie di insetti impollinatori rischia di scomparire a causa del degrado e la frammentazione degli habitat, gli effetti dell’agricoltura intensiva, i cambiamenti climatici e la presenza di nuove specie competitrici e parassiti esotici.
Con il duplice obiettivo di contribuire alla conoscenza e alla tutela delle specie presenti nei diversi habitat e approfondire la natura del binomio piante-insetti, un gruppo di giovani ricercatori, guidato dal prof. Andrea Di Giulio, e composto da dottorandi, borsisti e studenti del nuovo corso di laurea magistrale in Biodiversità e Tutela dell’Ambiente (BioTA) del Dipartimento di Scienze dell’Università degli Studi Roma Tre, è impegnato nello studio degli insetti impollinatori con ricerche che si svolgono sia sul territorio nazionale, in ambienti antropizzati, come la città di Roma e la sua periferia rurale, sia in aree considerate “hotspots” di biodiversità a scala mondiale, come la Foresta Amazzonica del Perù.
Tra queste ricordiamo il progetto “Monitoraggio degli Impollinatori del Parco Nazionale del Circeo”, che si svolge in collaborazione con l’Ente Parco del Circeo e prevede il campionamento di api e farfalle diurne sia in aree naturali e habitat fragili, come il promontorio e le dune sabbiose del litorale di Sabaudia, sia presso aziende agricole. Lo scopo è di determinare le specie presenti, confrontandole con l’ultimo inventario condotto dal ricercatore Mario Comba, aggiornato al 1998.
Il progetto “Impollinatoridi Roma”, finanziato dal Programma Operativo Nazionale (PON, Azione IV.5) del Ministero dell’Università e della Ricerca per percorsi di ricerca legati alle tematiche “green”, e svolto in collaborazione con la società Agriconsulting, insiste sullo studio sulla diversità di api e coleotteri floricoli nelle aree naturali protette della città di Roma, con l’obiettivo di valutare per due anni le specie presenti nelle “isole verdi” capitoline e definire le specie vegetali visitate da tali insetti nel contesto metropolitano.
A questi si aggiunge il progetto “Insetti impollinatori dell’isola Culuccia (Sardegna)”, in collaborazione con l’Osservatorio naturalistico di questa piccola isola selvaggia antistante l’arcipelago della Maddalena, ancora largamente inesplorata dal punto di vista naturalistico.
Un’”oasi di protezione faunistica e di cattura”, come voluto dalla Regione Sardegna, e parte della Rete europea di aree protette Natura 2000.
Il progetto, nato nel 2022 e che durerà cinque anni, è volto ad arricchire le conoscenze sui diversi impollinatori sardi, tra api, farfalle, coleotteri, ditteri e possibili endemismi.
Infine, il Dipartimento di Scienze collabora al progetto “Le api senza pungiglione della Foresta Amazzonica del Perù” insieme a la Sapienza Università di Roma e l’Università Nazionale di Tarapoto (Perù).
Iniziato nel 2019, si concluderà nel 2023 con l’obiettivo di contribuire alla conoscenza delle specie presenti in uno degli ecosistemi più ricchi al mondo di biodiversità, e al tempo stesso tra i più minacciati di scomparire a causa della deforestazione.
“Per la salvaguardia degli impollinatori – racconta il prof. Andrea Di Giulio, entomologo del Dipartimento di Scienze Roma Tre – sono imprescindibili gli inventari faunistici e i monitoraggi, sia in aree non ancora esplorate per questo gruppo di insetti, sia in quelle dove interventi di questo tipo sono sì stati fatti, ma i cui ultimi dati risalgono al secolo scorso.
Si consideri che per quanto riguarda le api selvatiche, in Italia, l’ultimo elenco ufficiale è stato compilato dal ricercatore Guido Pagliano nel 1995, annoverando 944 specie. Chissà quale sarà ora la situazione”.
“Oltre a questi progetti – continua il prof. Di Giulio – il Dipartimento è impegnato nell’allestimento di una collezione entomologica sugli impollinatori nel Museo di Zoologia di Roma Tre e uno studio di ecologia funzionale, ovvero un’analisi ultrastrutturale di quei caratteri morfologici implicati nelle relazioni pianta-insetti che si avvale di una strumentazione all’avanguardia nel campo della microscopia: il microscopio elettronico a scansione (SEM), presso il nostro Ateneo”.
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