Inaugurato a Gattatico (Reggio Emilia) il nuovo Museo Cervi, a 78 anni dall’eccidio

Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore. Sono passati 78 anni dal 28 dicembre 1943 quando, al poligono di tiro di Reggio Emilia, i sette fratelli Cervi, figli di Alcide e Genoeffa Cocconi, vennero fucilati dai fascisti dopo essere stati catturati e torturati.

“Una squadra cementata dai vincoli del sangue e della fede nella rinascita d’Italia, iniziava l’impari lotta armata contro i nazifascisti” si legge nella motivazione alla Medaglia d’argento al valor militare di cui furono insigniti tutti e sette i fratelli.

Insieme a loro, quello stesso giorno, fu fucilato Quarto Camurri, il cittadino di Guastalla insignito del “Certificato al Patriota”, di cui il mese scorso è stato celebrato il centenario della nascita.

A 78 anni di distanza, è stato inaugurato a Gattatico (Reggio Emilia), dopo due anni di lavori, il nuovo museo Cervi per mantenere sempre vivo il ricordo di quella tragedia e trasmettere, soprattutto alle giovani generazioni, la memoria delle radici democratiche e repubblicane su cui poggia il nostro Paese e il valore della Resistenza di tanti giovani alla dittatura nazifascista.

L’assessore Alessio Mammi, in rappresentanza della Regione Emilia-Romagna, ha partecipato, alla cerimonia cui è intervenuto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, alla presenza della presidente dell’Istituto Alcide Cervi, Albertina Soliani, del prefetto di Reggio Emilia Iolanda Rolli, del presidente della Provincia di Reggio Emilia Giorgio Zanni, e dei sindaci Luca Vecchi (Reggio Emilia) e Luca Ronzoni (Gattatico). Insieme a loro, le autorità e un gruppo di studenti che hanno poi visitato il nuovo museo.

La storia della famiglia Cervi, la loro maturazione antifascista e il loro sogno di progresso nelle campagne, viene raccontata attraverso nuovi linguaggi e nuovi strumenti, con un occhio di riguardo alle nuove generazioni.

Nella prima sala, chiamata La storia, il visitatore viene accolto con una proiezione immersiva: le immagini, le voci fuori campo, narrano il tragico epilogo dei sette fratelli. Da questa sala inizia il viaggio a ritroso nel tempo lungo la storia della famiglia: le origini, ma anche la loro voglia di innovazione e di sperimentazione di nuove tecniche nella coltivazione e nell’allevamento.

Il museo, improntato sulla multimedialità e sulla tecnologia, presenta video e proiezioni nuove e inedite: esperienze audiovisive che immergeranno e coinvolgeranno il visitatore nelle sale e nella storica Quadrisfera, con un nuovo video-documentario chiamato La lunga storia del paesaggio agrario italiano. (Inform)

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