Intervista al Colonnello Marco Bertoli Italian Defence Attaché Australia and New Zealand

Chi è il Col. Marco Bertoli? Ci dia dei cenni biografici e della sua carriera.

Sono nato a Livorno, il 9 Dicembre del 1970. Dopo la maturità’ scientifica sono entrato in Aeronautica Militare nel 1990, frequentando l’Accademia e conseguendo una Laurea in Scienze Aeronautiche.

Ho ottenuto il brevetto di Pilota Militare presso la base aerea di Columbus negli Stati Uniti, su velivoli a getto T-37 e T-38, per poi essere assegnato, al rientro in Italia, presso il IX Gruppo Caccia del 4º Stormo di Grosseto, dove ho trascorso tutta la mia vita operativa come Pilota della Difesa Aerea. Ho collezionato circa 1300 ore di volo con il velivolo F-104 Starfighter per poi essere selezionato, tra i primi piloti italiani, per transitare sul nuovo Caccia Eurofighter Typhoon, su cui ho volato per oltre 1000 ore.

Al termine del Comando del IX Gruppo sono stato assegnato al Comando Forze da Combattimento di Milano, da dove ho continuato a coordinare tutta l’attività di addestramento ed approntamento delle linee volo della Difesa Aerea nazionale.

Ho partecipato a numerose campagne operative in ambito Nazionale, NATO e di Coalizione a partire dalla seconda metà degli anni 90, sulla Bosnia ed il Kosovo, sulla Libia, in Afghanistan, nelle Repubbliche Baltiche ed in Iraq. Il mio ultimo impiego in Italia, prima di giungere in questo meraviglioso Paese, è stato il Comando della Base Aerea di Rivolto, nei pressi di Udine, sede del 2º Stormo e delle Frecce Tricolori.

Quali opportunità vede in un incarico come Attaché Militare in Australia?

Si tratta di un incarico di enorme prestigio che porta con se, inevitabilmente, anche grandi responsabilità. È un privilegio per me poter rappresentare il mio Paese e le Forze Armate italiane in Australia e Nuova Zelanda, due Nazioni ricche di tradizioni e cultura, caratterizzate anche da significativi legami ed importanti relazioni con la nostra Madre Patria.

In questi primi giorni del mio incarico, in qualità di Defence Attaché, posso già affermare che dedicherò ogni energia possibile affinché la mia azione sia improntata a garantire la necessaria continuità con quanto, con notevole successo, ha fatto il mio predecessore, cercando altresì di cogliere qualsiasi opportunità per far conoscere e promuovere le molte eccellenze del nostro Paese tra cui, ovviamente, il nostro comparto Difesa.

Sarò, inoltre, a completa disposizione dei nostri Capi Legazione in Australia e Nuova Zelanda per qualsiasi tipo di collaborazione possa rendersi necessaria con le autorità militari e civili e le comunità locali. Sono inoltre fermamente convinto che, questo triennio, rappresenterà anche una grande opportunità per conoscere molti connazionali che hanno contribuito e contribuiscono a fare grande questa bellissima aerea del Mondo.

Quali difficoltà invece si incontrano nel ruolo di Attaché?

Credo di poter dire che le difficolta sono quelle che può incontrare qualsiasi individuo che si trova davanti ad un lavoro completamente nuovo, per cui è stato molto ben preparato teoricamente ma la cui realtàdeve scoprire passo dopo passo, con molta umiltà e voglia di imparare. Come ho accennato in precedenza, la mia carriera si è sviluppata in un dominio prevalentemente operativo, mentre il Defence Attaché deve potersi muovere anche in ambiti diversi. Questo fattore non rappresenta soltanto una difficoltà ma anche una sfida, che ritengo molto stimolante e che ho accettato molto volentieri.

Storicamente, l’Attaché Militare ha sempre mantenuto una presenza costante nella comunità italiana, particolarmente nei rapporti con le associazioni d’Arma. In che modo questa relazione potrà continuare e rafforzarsi durante il suo mandato?

Le Associazioni d’Arma e le Comunità italiane rappresentano una risorsa fondamentale per la conservazione e promozione dell’importante memoria e delle gloriose tradizioni delle nostre Forze Armate e del nostro Paese, personalmente credo molto nella necessità di mantenere con loro un costante rapporto di dialogo e condivisione delle iniziative che possano contribuire alla salvaguardia ed alla trasmissione dei nostri importanti valori.

Il drammatico periodo che ci siamo lasciati alle spalle ha sicuramente raffreddato alcune di queste iniziative, imponendo restrizioni sociali a cui non eravamo abituati e che, fortunatamente, oggi sembrano ormai un brutto ricordo. A questo proposito sono da subito disponibile per conoscere personalmente i portavoce delle Associazioni d’Arma sul territorio, offrendomi volentieri come punto di riferimento al fine di discutere, coordinare e supportare le iniziative che potremmo concepire insieme.

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