Il Ministero degli Esteri lo scorso 9 agosto ha inviato una lettera a tutti gli ambasciatori e consoli italiani. L’oggetto della mail, pubblicata sull’edizione quotidiana de la Stampa, riporta: “Esigenza di coerenza con le linee d’azione tracciate dal vertice politico”.
“Tutti i capi missione – c’è scritto – e i responsabili degli uffici consolari e degli Istituti italiani di Cultura sono invitati a prestare la massima attenzione al fine di non incorrere in dichiarazioni pubbliche che rischino di tradursi in un disallineamento rispetto alle linee del governo”. Ciò che ha suscitato clamore fra i diplomatici, più che l’intento di redarguire chi sembra troppo attivo sui social, è il linguaggio usato nella missiva. In realtà si fa notare come non ci sarebbe bisogno di un richiamo come questo, basterebbe osservare le linee guida della Costituzione. Ma il ministero degli Esteri, indica l’aumento delle segnalazioni in materia di gaffe e comportamenti non consoni da parte dei diplomatici. Dunque si è reso necessario il ” richiamo”.
“È stato osservato che alcuni canali social istituzionali della rete diplomatico-consolare sono stati utilizzati di recente per esprimere posizioni pubbliche disallineate rispetto agli indirizzi del governo”, si legge nella mail firmata da Riccardo Guariglia, ex ambasciatore a Madrid, che Antonio Tajani ha voluto alla Farnesina. Invece, “nell’azione di ciascuno di noi deve prevalere l’interesse del Paese e del Governo”.
Le indicazioni valgono anche per i profili web personali di ambasciatori e consoli. La circolare rimanda a una precedente del 2022 che regolamenta l’utilizzo dei social. Si invita a usare il filtro degli “uffici di Roma” per “verificare che le dichiarazioni siano effettivamente in linea con le posizioni del governo”. Sarà il gabinetto del ministro o la segreteria generale a sciogliere ogni dubbio e ad assicurare il completo allineamento.
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