La sede di Market Street: “Un lusso che non possiamo permetterci”

Quando la sede del ComItEs di Sydney, nella strada principale di Five Dock, venne chiusa nel 2020 a causa di un ritardo dell’invio del consuntivo da parte delle autorità oltre il 31 dicembre, l’affitto annuo era di circa $13,000 e veniva finanziato con un contributo integrativo ‘ad hoc’, emanato dal Ministero degli Affari Esteri su richiesta annuale.

Al Presidente del ComItEs del tempo, Maurizio Aloisi, sarebbe stato detto che avere un ufficio per assistere la collettività e che facesse da raccordo tra le associazioni e le istituzioni era “un lusso che non potete permettervi”. Poi, c’era la pandemia… e quindi si sa, la scusa per non trovare una soluzione era servita in un piatto d’argento.

Scherzi a parte, ma voi lo sapevate che il consolato era aperto durante il lockdown? Negli ultimi mesi ho sentito dire che gli uffici sono rimasti aperti per servire i connazionali, senza sosta e a sprezzo del pericolo epidemiologico. Io so soltanto che durante il lockdown, tutti i giorni, alle ore 11:00, la Signora Berejiklian appariva in televisione e mi ricordava che non potevo uscire di casa se non per andare a fare la spesa e per non oltre 5km nella mia area di governo locale.

Che potevo recarmi al consolato durante il lockdown sinceramente non l’ho letto né sul sito web istituzionale, nè dal Com.It.Es, né sull’unico giornale d’Australia, né da nessun’altra parte, mentre sempre su un giornalone, durante la pandemia, mi è sembrato di leggere un altro formidabile articolo pieno di inaccuratezze a firma di un assiduo lettore… un pezzo di cui andare fieri che per chi non lo sapesse resterà consultabile in formato digitale alla biblioteca statale di Macquarie Street fino alla fine dei tempi.

Ma torniamo alla sede del ComItEs. Benché non fosse utilizzato nel pieno delle possibilità, l’ufficio di Five Dock ospitava ad ogni riunione dalle 12 alle 14 persone, tante quante giornalmente di questi tempi si recano ai nostri uffici di Market Street per ricevere assistenza consolare.

Ho fatto un sondaggio e posso attestare il numero. Con un’unica variante però, che la sede del nostro consolato ci costa ogni anno $710,102.70 dollari, secondo le ultime cifre ufficiali pubblicate nella sezione “Amministrazione Trasparente” del Ministero degli Affari Esteri.

Il contratto di affitto della sede consolare – fra le più costose al mondo – è stato rinnovato a partire dal 1 giugno 2020 fino al 31 maggio 2029. Interessante la coincidenza, visto che proprio mentre nascevano i duri scontri sul bilancio consuntivo e al ComItEs veniva detto che la sede di Five Dock era un “lusso”, l’affitto di una sede consolare sottoutilizzata veniva rinnovato a prezzi tutt’altro che convenienti per il contribuente italiano.

Avranno ottenuto 3 preventivi? Il minor prezzo al migliore offerente, oppure visto che c’era la pandemia si è proceduto comunque? Con un investimento di nove anni per $6.39 milioni di dollari, gli italiani di Sydney si sarebbero potuti permettere una sede consolare molto più accessibile, elegante, per non dire che con ben $6.39 milioni se vai appena fuori dalla CBD, magari proprio davanti ad una delle nuove stazioni della linea metropolitana dotate di ampio parcheggio si può costruire un edificio multipiano di proprietà. I polacchi, a due passi da Double Bay, hanno un intero isolato.

Per realizzare un progetto di questa portata, al governo italiano serve avere innanzitutto un buon inviato e proprio alla luce delle cifre ufficiali, l’unica cosa che sembra “non possiamo permetterci” sono dirigenti e funzionari con una nuova visione per il futuro dei nostri servizi consolari. Next please… e speriamo sia meglio!

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